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Benessere

Ora legale: disturbi del sonno e calo della concentrazione

28/03/2015

Sempre ora legale e stop all’alternanza con l’ora solare, un cambio che ha ricadute sull’organismo? Dentro e fuori la Rete sono in tanti a voler abolire l’ora solare per avere tutto l’anno un’ora di luce in più. Ma esiste anche il partito d’orientamento opposto che sorvola sul risparmio di energia elettrica portato in dote dall’ora legale e vuole abolirla. Polemiche a parte, nella notte tra sabato e domenica prossimi, le lancette verranno spostate in avanti di 60 minuti, dalle 2 alle 3. Con quali effetti per la salute? A illustrarli è il dottor Vincenzo Tullo, specialista neurologo e responsabile dell’Ambulatorio sulle cefalee di Humanitas LAB.

«L’aspetto più critico è il disturbo del sonno che spesso non si limita al giorno dopo il cambio d’orario bensì richiede un periodo più lungo di adattamento, anche due settimane. L’ora di luce in più equivale a un cambio repentino nella luminosità e si traduce in un’alterazione del ritmo circadiano. Anche il ritmo di secrezione della melatonina, ovvero dell’ormone che regola il ciclo sonno/veglia, è pregiudicato», spiega lo specialista.

Questo “debito di sonno” che cosa comporta? «Siamo di fronte a una sorta di effetto domino – aggiunge il dottor Tullo –: nelle persone che non possono recuperare questo debito, si riduce la concentrazione, può risentirne la produttività e pertanto, può aumentare il rischio di incidenti tanto sul lavoro quanto per strada». Un altro indicatore della riduzione della concentrazione è «l’aumento delle ore passate sul web, come riporta uno studio del Journal of Applied Psychology», prosegue.

C’è qualche categoria più a rischio? «Alcuni studi hanno correlato l’aumento di stress dovuto all’ora legale con l’aumento di malattie cardiovascolari come gli infarti. Molti medici consigliano infatti ai cardiopatici di adeguarsi gradualmente nei giorni precedenti andando a letto un po’ prima». Un recente studio dell’Università del Michigan ha registrato un incremento del 24% dell’incidenza di infarti, pur non registrando un aumento generale del numero di questi eventi avversi.

«Inoltre, gli effetti sul sonno sono esasperati nei cosiddetti “gufi”, ovvero nelle persone che soffrono di insonnia, in particolare di insonnia iniziale che hanno difficoltà ad addormentarsi. Infine alcuni studi hanno osservato gli effetti del cambio d’ora sulle persone che soffrono di depressione, una malattia tipica dei ritmi biologici. In questi soggetti possono peggiorare disturbi come l’apatia, la svogliatezza o l’inappetenza», conclude il dottor Tullo.

 

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