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Tecnologia

Onde d’urto contro il dolore

08/07/2005

Le onde d’urto sono emissioni acustiche ad alta energia, impulsi sonori che assumono un picco di pressione e generano una forza meccanica diretta. Prodotte in un mezzo acquoso e convogliate su un punto definito, detto “fuoco”, trasmettono una quantità di energia dosabile, con effetto terapeutico e precisione millimetrica.
Originariamente l’utilizzo delle onde d’urto in campo clinico è nato per applicazioni in Urologia, dove questa metodica, non invasiva ma con effetti paragonabili ad un intervento chirurgico, viene impiegata per la frantumazione dei calcoli renali. “In Ortopedia – spiega la dott.ssa Maria Cristina d’Agostino, è responsabile del Servizio di Terapia ad Onde d’Urto di Humanitas – l’impiego delle onde d’urto risale ad una decina di anni fa. L’idea originaria fu di utilizzarle per rivitalizzare i monconi di una frattura nei casi in cui il callo osseo è assente o non abbastanza vitale”.

Come agiscono
In realtà si è osservato che l’effetto delle onde d’urto è più complesso. “A livello osseo – prosegue la dott.ssa d’Agostino – le onde d’urto, se utilizzate ad ‘alta energia’, sono in grado di stimolare i processi riparativi, molto probabilmente con un’azione innanzitutto angiogenetica (formazione cioè di nuovi vasi sanguigni = apporto nutritizio) e probabilmente anche di stimolo sugli osteoblasti, le cellule deputate alla formazione di osso. In questo senso, le onde d’urto risultano efficaci anche per stimolare il metabolismo dell’osso ischemico o addirittura necrotico, con conseguente rivascolarizzazione e formazione di nuovo osso vitale. E ancora, nei tessuti molli (tendini, legamenti e muscoli) le onde d’urto modificando stabilmente le condizioni metaboliche del tessuto, producono un effetto antiinfiammatorio ed analgesico. Inducono infatti un aumento del flusso di sangue che determina la rimozione dei mediatori chimici coinvolti nel processo infiammatorio; inoltre, stimolerebbero la produzione di sostanze che svolgono un’azione fondamentale nel diminuire la sensibilità al dolore (endorfine)”.

Ottimi risultati
I risultati di questa terapia, ampiamente documentati dalla letteratura scientifica, hanno contribuito alla sua diffusione in tutto il mondo. Si è infatti rivelata estremamente efficace, specialmente per quei pazienti che non hanno ottenuto successo con terapie conservative (farmacologiche e/o fisioterapiche), o addirittura già sottoposti ad intervento chirurgico ma senza remissione della sintomatologia dolorosa. L’evoluzione delle tecnologie ha messo a disposizione macchinari sempre più sofisticati, in grado di “bersagliare” l’area interessata con un fuoco estremamente preciso, piccolo e ad emissione di energia costante. Questo consente di lavorare con estrema selettività anche su bersagli molto piccoli ed in prossimità di strutture importanti (quali vasi e nervi), senza timore di danneggiarle.

Un macchinario di ultima generazione
In Italia sono ancora relativamente pochi i centri ospedalieri che dispongono delle apparecchiature necessarie per la terapia ad onde d’urto, dato il loro costo elevato. Humanitas è il primo centro al mondo ad utilizzare un macchinario di ultimissima generazione, che integra un sistema di puntamento di tipo satellitare, il cosiddetto “litotrack” (paragonabile ad un piccolo “GPS locale”), ed un braccio articolato che consente di puntare il bersaglio desiderato in maniera automaticamente (senza quindi rischi di errore), con uno scarto di pochissimi millimetri. Ma come funziona esattamente? “Tramite il braccio articolato – ci spiega la dott.ssa d’Agostino – si mette a contatto con la cute del paziente la cosiddetta testata, ossia una camera d’acqua circondata da una membrana di silicone. Al suo interno sono contenuti una bobina a forma di cilindro cavo ed un riflettore parabolico. Una scarica elettromagnetica produce (attraverso la dilatazione della bobina) un’onda d’urto, il riflettore parabolico raccoglie le singole onde e le convoglia, attraverso la cute ed i tessuti, sul bersaglio. Durante l’esecuzione della terapia (circa 10-15 minuti), il paziente può avvertire fastidio, che viene comunque generalmente ben tollerato; è in ogni caso possibile alleviare tale disturbo con anestesie locali o loco-regionali, e con protocolli terapeutici che prevedono un aumento progressivo, ma graduale, di potenza nelle varie sedute, in modo da consentire al paziente un adattamento e, quindi, di non avvertire dolore”.

I principali campi di utilizzo della terapia con onde d’urto:

PSEUDOARTROSI O RITARDO DI CONSOLIDAZIONE (mancata guarigione di una frattura)
In questi casi la percentuale di successo è altissima: la media supera il 76%. Nei casi più gravi, refrattari anche alla terapia con onde d’urto, si possono ottenere buoni risultati impiantando stimolatori della crescita ossea (gel piastrinico e cellule, ottenuti da prelievo di sangue venoso dello stesso paziente) nella zona di mancata o ritardata consolidazione. Tali stimolatori hanno effetto adiuvante a quello delle onde d’urto.

NECROSI OSSEE
Il trattamento con onde d’urto è particolarmente efficace in fase precoce. Nelle fasi più avanzate, per accelerare il processo di rigenerazione ossea, può anche essere necessario abbinare alla terapia con onde d’urto la tecnica del “forage”: attraverso una piccola incisione chirurgica, si eseguono una o più perforazioni a livello della testa femorale in corrispondenza dell’area necrotica, e vi si impiantano stimolatori autologhi della crescita ossea.

AFFEZIONI INFIAMMATORIE DELLE STRUTTURE TENDINEE E MUSCOLARI
In particolare: tendiniti (della spalla, calcifica e non, rotulea al ginocchio, achillea); epicondilite ed epitrocleite (gomito del tennista e dl golfista); pubalgia e sperone calcaneale (tallonite). In tutti questi casi, la terapia con onde d’urto toglie il dolore rapidamente ed è quasi sempre risolutiva fin dalla prima seduta. Per questo è particolarmente apprezzata dagli sportivi (calciatori, pallavolisti, golfisti), professionisti e non.

A cura di Monica Florianello

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