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Benessere

I rimedi contro le punture delle zanzare

27/06/2005

Perché pungono, come difendersi e cosa fare per lenire il prurito che provocano. I consigli dei professionisti di Humanitas.

Si avvicina il temuto periodo in cui le zanzare arrivano a sciami e, nella speranza che quest’anno siano più magnanime e non agguerrite come negli ultimi tempi, cerchiamo di capire perché pungono, qual è il modo migliore per difendersi ed evitarle e cosa si può fare per lenire il prurito una volta punti, cercando di non utilizzare i rimedi ‘fai-da-te’ che spesso provocano più danni che benefici.
Chiunque può essere vittima della puntura delle zanzare, e le teorie che presumono che esista una preda ideale lasciano un po’ il tempo che trovano. Approfondiamo allora l’argomento con i professionisti di Humanitas.

Innanzitutto, perché le zanzare pungono?

Le zanzare appartengono al regno animale, al filum degli Artropodi, alla classe degli Insetti, all’ordine dei Ditteri e alla famiglia dei Culicidi. Ne esistono circa 2.700 specie e sono diffuse in tutto il mondo. Si tratta di insetti a due ali (Ditteri) in grado di percorrere fino a 3 Km in un ora.
Le femmine devono succhiare sangue dall’uomo o dall’animale per ottenere le proteine necessarie alla maturazione delle uova che poi depositano (da 40 a 400) sulla superficie di acqua ferma come stagni, paludi, pozze o anche sottovasi per fiori e piante. In una settimana le uova si aprono e si formano le larve che vivono sotto il pelo dell’acqua e, poi, si trasformano in ‘pupe’ che danno origine all’insetto adulto in grado di vivere per due settimane o poco più. Alcune specie di questi insetti trasmettono malattie quali la Malaria, Febbre Gialla, Febbre del Nilo, Bottone d’Oriente e altre. In Italia, comunque, scomparsa la Malaria, le punture di zanzara non sono ritenute pericolose, ma solo fastidiose, anche se con l’arrivo di nuove specie di zanzare come la cosiddetta ‘zanzara tigre’ le cose non sono più tanto certe.

Chi sono le ‘zanzare tigre’?

La ‘zanzara tigre’ o Aedes albopictus, originaria del sud-est asiatico, arriva in Italia, a Genova, nel 2000 e si diffonde rapidamente in molte regioni. Si riconosce perché è più piccola e scura rispetto alle nostre zanzare e possiede le caratteristiche strie bianche sulle zampe e sul dorso. La ‘zanzara tigre’ ha abitudini differenti rispetto alle nostre: attacca anche di giorno, in pieno sole, e spesso lo fa in sciami di centinaia di esemplari. Il liquido che inietta è particolarmente tossico e fa sviluppare reazioni cutanee (pomfi) molto pruriginose o dolenti. Nei paesi di origine, la ‘zanzara tigre’ è portatrice di malattie virali che, tuttavia, per ora non si sono verificate in Italia. Questo insetto è così resistente da sopravvivere alle temperature sotto zero dell’inverno, risentire poco dei fornelletti antizanzara e di poter pungere anche attraverso gli indumenti.

Come riconoscono la loro preda?

Le zanzare sono insetti piccoli ma molto evoluti, dotati di recettori per il calore e per l’odore, cosicché possono centrare la propria vittima con estrema precisione, anche al buio. Nell’evoluzione hanno imparato a scovare l’uomo seguendo oltre che l’odore umano anche i profumi che utilizza, i fumi delle cotture dei cibi e la luce delle lampadine.

Che problemi provoca la loro puntura?

Le zanzare, molto pericolose in altre regioni del mondo per via delle malattie che trasmettono, in Italia sono soprattutto un grande fastidio. Alla puntura di zanzara, infatti, segue il pomfo, quel gonfiore pruriginoso che dura 20 o 30 minuti. Alcune persone, soprattutto i bambini, sviluppano reazioni abnormi con gonfiore intenso che dura qualche giorno e poi rimane un nodulo rosso pruriginoso per alcune settimane. I problemi da puntura di zanzara, però, non sono tutti qui; infatti, a causa del grattamento subentrano le infezioni cutanee (impetigine) e, sempre per il prurito, non riposiamo la notte e siamo stanchi di giorno. Per bambini, anziani e malati le conseguenze possono essere importanti. Da qui la necessità di prevenire le punture di zanzara.

Quale metodo di prevenzione consiglia?

La prevenzione è di tre tipi. Quella ambientale, contro la riproduzione delle zanzare, deve essere effettuata dall’autorità sanitaria negli habitat comuni e dal cittadino nell’ambiente privato. Il cittadino deve prestare attenzione a non generare ristagni d’acqua dove le zanzare depositano le uova e si riproducono: sottovasi per piante e fiori; pneumatici usati lasciati all’aperto; tombini, bacinelle, innaffiatoi, raccoglitori d’acqua; vasche, laghetti e fontane ornamentali (utili i pesci rossi che si nutrono delle larve); vasi di fiori all’esterno come quelli dei cimiteri.
Un secondo tipo di prevenzione è l’allontanamento delle zanzare: si effettua, oltre che con zanzariere alle finestre o al contorno dei letti, con fornelletti o spirali che utilizzano derivati del piretro, una sostanza in grado di paralizzare questi insetti. Sono, però, efficaci solo negli ambienti chiusi e sono poco tossici per l’uomo anche se è buona norma aerare l’ambiente dopo il loro uso. Altri prodotti a base di olii essenziali, che promettono di tenere lontane le zanzare, spesso risultano invece attraenti. Vi sono, infine, apparecchi che emettono ultrasuoni e lampade che attraggono con la luce le zanzare per poi eliminarle con una scarica elettrica, ma sono poco efficaci.
Terzo e ultimo tipo di prevenzione possibile, l’impedimento al raggiungimento della pelle da parte della zanzare. Si effettua utilizzando i cosiddetti ‘repellenti’, che sono sostanze in grado di impedire ai sensori delle zanzare di intercettare i vasi sanguigni. Quelli approvati sono tre: il DEET, la Picridina e il PMD (p-MetanDiolo) un derivato dell’olio di eucalipto. Il DEET, la sostanza chimica più utilizzata negli insettorepellenti, tra il 10 e il 30 % di concentrazione offre una buona protezione per passare una serata all’aperto. Per le zone a rischio di malattia, come la Malaria, occorre però utilizzare concentrazioni superiori. La Picridina è di più recente introduzione, ha una protezione sovrapponibile a quella del DEET ed è presente nella linea Autan della Bayer, dove però appare riportata con la sigla KBR 3023. Il PMD, infine, è l’unico tra i derivati vegetali approvato negli USA come insettorepellente, anche se la sua azione è molto debole. Questo significa che gli altri estratti, come citronella, geraniolo, eccetera, di cui è pieno il mercato, non garantiscono la protezione. Anzi, in molti casi agiscono da attrattivi per le zanzare.

Esistono regole per l’applicazione dei repellenti sulla pelle?

L’uso dei repellenti che si debbono applicare direttamente sulla pelle e che in parte vengono assorbiti nel sangue deve essere fatto secondo specifiche regole che valgono anche per i repellenti naturali:
applicare il prodotto solo sulle parti scoperte del corpo e non sotto i vestiti
non utilizzarli sulla pelle irritata, con abrasioni o tagli.
non utilizzare spray direttamente sul volto, ma spruzzare il prodotto sulle mani e poi applicarlo sul volto.
lavarsi quando si rientra all’interno
non utilizzare per i bambini al di sotto dei tre anni.

E se, nonostante tutto, si viene punti?

Se i tentativi di prevenzione sono falliti e siamo stati punti occorre non fare più danni di quelli che vogliamo eliminare. Infatti, nel tentativo di spegnere quel fastidioso gonfiore e prurito, spesso ricorriamo al rimedio ‘fai-da-te’, come applicare ammoniaca o frizionare il limone. Il primo rimedio di solito ustiona la pelle e il secondo la rende fotosensibile, per cui poi ci scottiamo al sole. Anche i farmaci non danno la risposta giusta: la crema con il cortisone entra in funzione dopo 30 minuti, cioè quando il prurito è già terminato, così come la crema con antistaminico che, inoltre, è fotosensibilizzante. L’unico rimedio consigliabile è l’applicazione di Gel al Cloruro d’alluminio al 5%, un potente astringente e antisettico: il prurito diminuisce e le infezioni da ‘grattamento’ sono scongiurate.

A cura di Lucrezia Zaccaria

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