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Benessere

Donne, la salute allo specchio

09/03/2004

Otto marzo la festa delle donne. A loro una mimosa, un ricordo, un’attenzione. Da parte di “lui”, certo. Ma le donne sono attente a loro stesse? Si guardano dentro? Si ascoltano, oppure preferiscono guardarsi allo specchio e non andare oltre quello che l’immagine riflette? Sono consapevoli che invecchiando troveranno sul loro cammino anche una malattia come l’infarto, patologia che si credeva colpisse solo il sesso forte?
Ne abbiamo parlato con Franca Porciani, giornalista presso il Corriere Salute, settimanale di salute e benessere del Corriere della Sera, che si è occupata di questo tema in una recente pubblicazione.
“Si curano molto esteticamente – racconta Franca Porciani –, vogliono dare di loro stesse un’immagine piacente. Una sorta di immagine televisiva, anche perché sono forti i canoni proposti dalla televisione, in generale dai media: la donna deve essere levigata, truccata, spogliata.
Le donne sono molto sensibili a guardarsi allo specchio con gli occhi ‘televisivi’, eppure c’è una fetta importante di loro che è ipocondriaco, ha una grossa paura di essere malata. Alla prima avvisaglia fanno subito ricorso al medico per ricevere un consiglio, quando va bene; nella maggior parte dei casi per farsi prescrivere una compressa. Infatti le donne sono grandi consumatrici di farmaci da banco, soprattutto analgesici, per curare il mal di testa, i dolori mestruali; la donna si sente affaticata, quindi ricorre alla pasticca”.

E’ solo un consiglio quello che le donne chiedono al medico?
“Talvolta si instaura una vera e propria complicità; senza dimenticare che le donne “utilizzano” come vittime mariti e figli. Hanno una fiducia cieca nel farmaco, lo vedono come la pillola magica, ma non lo è”.

Le donne italiane hanno preso coscienza di essere sempre più soggette ai problemi cardiaci, come è emerso da un recente studio americano?
“Ancora non se rendono conto, ma la colpa non è loro: la colpa è della classe medica che ha trascurato l’aspetto cardiaco nella donna. C’è ancora molto da studiare”.

In America la consapevolezza è diversa: è possibile che tra poco succeda anche da noi?
“L’America ha tanti difetti ma ha anche il pregio di trovare lo slogan giusto per attirare l’attenzione del pubblico: hanno trovato la giusta chiave scenografica, la donna vestita di rosso, le mele rosse… Se capiterà anche a noi? Speriamo, occorre sensibilizzare la classe medica, perché è il medico di base che deve veicolare determinate informazioni”.

Se da una parte non passa, il messaggio arriva lo stesso grazie al tam tam mediatico…
“E’ vero, ma le notizie servono a stimolare un dibattito, non danno quelle certezze che devono arrivare dall’educazione sanitaria proposta dal medico di famiglia”.

Quindi se passa solo il messaggio dai media…
“… c’è un vuoto formativo e purtroppo le donne sono grandi consumatrici di questo tipo di notizie, difficilmente si interessano di politica o economia”.

Se le donne tendono ad “assorbire” i messaggi televisivi, vuol dire che prenderanno come oro colato anche le nuove diete del modello americano.
“Purtroppo c’è una sorta di ‘americanizzazione’ del nostro modo di vivere: la dieta sta cambiando perché si torna tardi dal lavoro, non si ha tempo di preparare frutta e verdura durante i pasti e, peggior cosa, l’uomo non è sceso in campo nella condivisione dei ruoli. Rimane la pizza, ma non c’è solo quella… E’ un paradosso come la nostra cucina venga esportata in tutto il modo e che a casa nostra si mangi secondo il modello americano. In Francia, non accade questo: loro sono molto legati alla tradizioni regionali”.

Donne magrissime, bellissime, levigatissime; oppure formose.
“Più che formose, sono di moda le ‘super maggiorate’. Ma non sono altro che le caricatura di loro stesse…”

Basterebbe così poco.

A cura di Raffaele Sala

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