Mia moglie verrà presto sottoposta a un intervento di mastectomia. Siamo entrambi molto preoccupati. Io vorrei aiutarla al meglio, cosa mi consiglia?

Risponde la dott.ssa Emanuela Mencaglia

La vicinanza del partner è fondamentale per il paziente al quale è stato diagnosticato un tumore. Nel caso di un intervento al seno, ciò è ancora più importante poiché la mastectomia “mutila” il corpo della donna, modificandone in modo evidente l’aspetto, e questo diventa un “problema di coppia”.
Cercare di stare “vicino” in tutti i sensi a sua moglie diventa necessario per sostenerla nei momenti più difficili. E’ bene, però, rispettare la sua figura di paziente e la sua autonomia, cioè il diritto di essere la principale referente dei medici, senza che altri si intromettano. Sua moglie avrà la necessità di affidarsi a lei, di fidarsi, pertanto il sospetto di un’intromissione non richiesta potrebbe rovinare questo rapporto che sembra basato sulla comprensione e l’ascolto.
Non sempre è utile spingere i pazienti a reagire. In alcuni casi sentono mancare le energie. Ciò è dovuto a un momento depressivo che, fisiologicamente, il paziente oncologico può attraversare. Inoltre, le terapia antitumorale che spesso seguono la chirurgia può indurre depressione e lasciare i pazienti “stanchi”.
In questi casi può, invece, essere utile sapere aspettare e accettare gli eventuali momenti di chiusura. E’ diverso se la sintomatologia depressiva perdura nel tempo. In questa ipotesi è bene rivolgersi a uno specialista.
Parlare di quello che sta succedendo è utile, come è necessario che entrambi riusciate a comunicarvi le difficoltà e le paure che emergono durante il percorso terapeutico. In questi casi potrebbe essere utile, se nell’ospedale in cui è seguita sua moglie è presente, consultare uno psicologo per potere con lui riuscire a comprendere in che modo affrontare i diversi argomenti che emergeranno durante il periodo di trattamento.