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Benessere

Giovani rampanti con il cuore sempre in gola

04/06/2002

Quando il cuore aumenta la frequenza dei propri battiti provoca un fastidioso malessere. Questo disturbo colpisce spesso anche i giovani, in periodi di forti stress psico-fisici , ad esempio a causa di tensioni sul lavoro o problemi familiari. Solitamente non è motivo di preoccupazione, ma in certi casi è indispensabile sottoporsi a esami clinici più approfonditi. Ne parliamo con il professor Augusto Foresti, Senior Consultant di Cardiologia di Humanitas.

Si altera la frequenza cardiaca
“Una forte emozione o uno stress fisico – spiega il professor Foresti – possono provocare fenomeni di palpitazioni. Si verifica un’alterazione del sistema nervoso simpatico, che regola la frequenza cardiaca. Il sistema nervoso simpatico, che collega il sistema nervoso centrale agli organi periferici, può essere considerato come il sistema “freno/acceleratore” di un’automobile. In situazioni di stress prevale l’azione del sistema ortosimpatico, cioè l’ “acceleratore”, che provoca aumento della frequenza cardiaca, aumento della pressione arteriosa, talvolta possibile induzione di extrasistoli, cioè battiti cardiaci anticipati. Anche lo sforzo fisico (salire le scale, ad esempio) può provocare un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Ciò avviene perché, per adeguare l’aumento del fabbisogno di sangue e ossigeno dei muscoli e dei vari organi, il cuore deve inviare in circolo una maggiore quantità di sangue, deve in sostanza “pompare“ di più. Lo stress psichico è, in questo senso, molto simile allo sforzo fisico. L’alterazione del ritmo cardiaco, cioè l’aritmia può essere avvertita come una sensazione fastidiosa e preoccupante, che porta la persona a rivolgersi al cardiologo”.

Rivolgersi al medico
“E’ sempre bene sottoporsi a una visita cardiologica – sottolinea Foresti – per accertarsi che responsabili della sintomatologia soggettiva non siano alterazioni strutturali dell’apparato cardiocircolatorio. Le aritmie cardiache, infatti, sono irregolarità dell’attività elettrica del cuore che possono essere del tutto innocue, ma possono anche o provocare disturbi seri o essere la spia di una alterazione organica. Un giovane che si trovi in un periodo di intensa attività lavorativa, sottoposto a uno stress continuo, può essere soggetto a episodi di palpitazioni fastidiosi ma non preoccupanti: una visita cardiologica e un elettrocardiogramma sono utili per tranquillizzarsi. Se il cuore è sano, questi periodi di stress non causano particolari problemi, ma se vi sono altri fattori di rischio, come ad esempio il diabete, l’ipertensione e il colesterolo alto occorre prendere in considerazione l’opportunità di sottoporsi a esami più approfonditi”.

Indagini più approfondite
“Se gli episodi di tachicardia sono frequenti o immotivati e senza una causa scatenante, si riscontrano cioè in momenti di tranquillità, non collegabili a uno stress, è indispensabile sottoporsi a esami più approfonditi – prosegue il professor Foresti. Il semplice elettrocardiogramma di base, infatti, non è sempre in grado di mettere in evidenza un’ anomalia patologica, ad esempio quando il disturbo soggettivo non si manifesta durante la registrazione dell’elettrocardiogramma La prima indagine consigliata è l’Holter, la registrazione elettrocardiografica di lunga durata: su nastro o scheda magnetica viene registrato l’elettrocardiogramma continuativo nel corso delle 24 ore. Al paziente viene consegnato un diario su cui annotare le diverse azioni compiute (salire le scale, mangiare, dormire…) e i sintomi corrispondenti (palpitazioni, affanno, stanchezza improvvisa…), così che il cardiologo possa confrontare i dati strumentali con la sintomatologia. Un altro esame utile è l’ecocardiogramma che, tramite gli ultrasuoni, è in grado di indagare sull’anatomia e la funzionalità del cuore. Se gli episodi di palpitazioni si presentano in concomitanza di sforzi fisici può essere utile sottoporsi a un elettrocardiogramma sotto sforzo”.

La spiegazione scientifica
“Si deve a una ricercatrice italiana dell’Università di Padova, Manuela Zaccolo, una interessante ipotesi che potrebbe farci comprendere la causa scatenante del batticuore – conclude il professor Foresti. Quando una forte emozione provoca una maggior produzione di adrenalina, le cellule del cuore cominciano a produrre una molecola chiamata Amp ciclico (cAMP) che, a sua volta, stimola l’azione delle proteine che fanno contrarre il muscolo cardiaco. Quando questa attivazione è in eccesso, la tachicardia conseguente e le eventuali aritmie vengono avvertite soggettivamente come “palpitazioni”. Questa scoperta è stata effettuata grazie a una proteina fluorescente presente in una medusa, utilizzata dai ricercatori per rivelare i movimenti della cAMP all’interno del cuore”.

A cura di Elena Villa

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