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I test più moderni da fare in gravidanza

22/04/2002

Nell’arco di nove mesi sono numerosi i controlli e le visite a cui la futura mamma è bene che si sottoponga per controllare il suo stato di salute e quello del bambino. Questa settimana il dottor Stefano De Marinis, dell’Unità Operativa di Ginecologia di Humanitas illustra i principali test oggi a disposizione.

Quali sono i test più moderni e precisi?
“Si esegue l’Ultra Screen. Fa parte delle indagini non invasive: è un test combinato ecografico e biochimico della gestante, ossia una ecografia eseguita fra le 11 e le 14 settimane di gestazione e permette di verificare la lunghezza “vertice-sacro” dell’embrione compresa tra 45 e 84 mm; misura la “Translucenza nucale” associata ad un prelievo per il dosaggio di 2 sostanze nel siero materno: la “Free-Beta-HCG” e la “PAPP-A”. Con questa metodica è possibile identificare circa il 90% dei feti affetti da Sindrome di Down. L’ecografia consente inoltre di verificare lo stato di “vitalità fetale”, ed esclude alcuni difetti precoci, come l’anencefalia. Ma, trattandosi di un test di screening per definizione non è attendibile al 100%: si possono ottenere perciò risposte negative in caso di malattia o positive anche in assenza di essa. Tuttavia, il test combinato sovraesposto – l’Ultra Screen – risulta più accurato del solo test biochimico, che rimane comunque un valido screening, se eseguito intorno alla sedicesima settimana di gestazione con dosaggio nel sangue materno di tre sostanze di produzione materno-fetale: AFP, E3, HCG”.

Abbiamo chiarito il concetto dello screening: le indagini invasive, invece, in cosa consistono e che attendibilità hanno?
“Con il metodo di indagine invasiva si può analizzare il corredo cromosomico fetale: l’amniocentesi rappresenta il sistema meno traumatico e rischioso. Come molte donne sanno già, oggi non rappresenta un problema: consiste nel prelievo, alla sedicesima settimana di gestazione, di liquido amniotico tramite una piccola puntura addominale. Ci serve questo prelievo per ottenere cellule fetali, che dopo verranno coltivate ed analizzate in laboratorio. I rischi? Sono dell’1% per la perdita del feto con aborto spontaneo, in seguito ad amniocentesi, e, poi, di isoimmunizzazione Rh: le madri Rh negative devono eseguire la immunoprofilassi”.

Tutte le donne possono sottoporsi a diagnosi prenatale?
“La diagnosi prenatale è gratuita – ricorda De Marinis – e viene offerta alle donne in gravidanza di età uguale o superiore ai 35 anni; ma si fa anche a prescindere dall’età, sia della gestante che del partner, per i portatori noti di riarrangiamenti cromosomici e ovviamente per tutti i portatori di anomalie cromosomiche in genere e alle donne incinte che abbiano un’indicazione specifica del genetista, a quelle in cui dall’ecografia siano state evidenziati sospetti di malformazioni fetali correlati ad anomalie cromosomiche nonché alle donne positive ai test di screening”.

Come avviene il monitoraggio della gravidanza?
“La donna che intraprende una gravidanza deve avere un punto di riferimento, un ambulatorio, in cui poter venire informata e monitorata sull’andamento della gravidanza per quasi tutta la durata della gestazione. Sarà quindi fondamentale la distinzione, a priori, di una gravidanza a basso rischio rispetto ad una a rischio aumentato. Inutile sottolineare che la donna in dolce attesa si aspetta di stabilire un rapporto quanto meno sporadico e frammentato possibile con l’ambiente ospedaliero e il personale sanitario. La prima visita ostetrica ha una doppia importanza: lo specialista fornirà alla donna gravida tutta una serie di informazioni sugli accertamenti da eseguire unite ad indicazioni comportamentali di “educazione sanitaria”, per il ginecologo, dovrà costituire una base per l’anamnesi di partenza al fine dell’accertamento di eventuali fattori di rischio”.

Allora, quante visite dal ginecologo, nell’arco dei nove mesi?
“Basta una volta al mese – conclude il dottor De Marinis – per esplicare la cosiddetta “sorveglianza materno-fetale”. Ma nell’ultimo trimestre i controlli si intensificheranno. La visita dal ginecologo ha lo scopo di valutare sulla donna gravida l’aumento del peso, l’andamento della pressione arteriosa ed altre condizioni specifiche che si possano presentare di volta in volta, oltre ovviamente alla valutazione ostetrica. Sono inoltre previste per decreto ministeriale, in corso di gravidanza non complicata, altri accertamenti ematochimici e strumentali con ripetizione ad esempio di rubeo e toxotest – rispettivamente per l’accertamento di anticorpi antirosolia e anti toxoplasmosi – due malattie infettive che potrebbero verificarsi in donne gravide risultate non immuni al primo controllo”.

A cura di Umberto Gambino

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