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I consigli contro la stitichezza

02/05/2003

In Italia un adulto su dieci e un anziano su cinque soffrono di stitichezza; per le donne, poi, le percentuali sono ancora più alte. La stipsi è un disturbo piuttosto diffuso: se nel Nord del mondo colpisce circa il 10 per cento delle persone, nel Sud, in Paesi come Filippine, Messico, Argentina e Indonesia, la prevalenza sale al 20 per cento. L’Italia si pone a metà strada tra questi valori, con una prevalenza del 17 per cento. Di queste persone il 10 per cento tratta il disturbo con farmaci lassativi, mentre il restante 7 per cento non utilizza medicinali.
Mentre un tempo il paziente difficilmente parlava della stitichezza perché lo viveva come un problema individuale e intimo e, di conseguenza, aveva un basso livello informativo, oggi la crescita della consapevolezza sociale ha creato una maggiore condivisione del problema, associata anche a una crescita dell’informazione.

E’ generalmente molto difficile individuare una causa specifica all’origine di questo disturbo, poiché per lo più emergono diversi fattori correlati tra loro come, per esempio, la modifica delle proprie abitudini quotidiane quali il cambiamento di orari o di ritmi, i viaggi o le trasferte; un ruolo importante può avere il cambiamento dello stile di vita, più sedentario o più stressante; infine anche un’alimentazione disordinata o eccessiva può concorrere a causare il disturbo.
L’esperto a cui abbiamo chiesto un parere in proposito è Giuseppe Gizzi, docente di Gastroenterologia all’Università di Bologna.

Cosa si intende esattamente per “stipsi”?

“Possiamo parlare di persone che soffrono di stipsi quando, rispetto alle abitudini evacuative di ciascuno, ci si trova di fronte a un cambiamento prolungato nel tempo che comporta una defecazione insoddisfacente” spiega il docente. “Le caratteristiche distintive della stipsi sono un’evacuazione periodica inferiore alle tre volte la settimana, un volume delle feci estremamente ridotto e una sensazione di svuotamento incompleto. Altre componenti possono essere l’eccessiva secchezza delle feci, con conseguente maggiore difficoltà nell’espellerle, distensione addominale o fastidio nella parte bassa dell’addome.”

Come è opportuno comportarsi per prevenire il problema?

“Innanzitutto è opportuno sottolineare che la stipsi è il sintomo di una particolare condizione e non la causa. Per esempio le donne in gravidanza soffrono di stipsi perché la pancia ‘schiaccia’ l’intestino riducendo la peristalsi, che è il movimento naturale dell’intestino che consente l’evacuazione; oppure ne soffrono gli anziani perché le contrazioni sono scarse; oppure, ancora, l’uso di alcuni medicinali come gli antidepressivi, i diuretici o gli anticolinergici possono provocare questo disturbo.
Allo stesso tempo, esistono condizioni che stimolano il meccanismo della peristalsi come il fumo, il caffè o il latte caldo. Comunque, chi soffre di stipsi deve adottare uno stile di vita regolare, alimentarsi correttamente dando preferenza a cibi ricchi di fibre quali le verdure e la frutta, accompagnati dall’assunzione di molti liquidi e limitando, invece, l’assunzione di cibi eccessivamente raffinati. Inoltre una moderata attività fisica, come una semplice passeggiata giornaliera, può essere d’aiuto.”

…vuole dare un ultimo consiglio?

“Più che un consiglio, una raccomandazione: quando ci si trova ad avere lo stimolo dell’evacuazione, questo dovrebbe sempre essere assecondato, altrimenti si rischia di indurre il nostro organismo a una forma di assuefazione che, con il tempo, potrebbe portare all’abolizione dello stimolo stesso e, di conseguenza, alla necessità di utilizzare cronicamente medicinali.”

I lassativi sono utili quando si soffre di stipsi?

“L’uso dei lassativi”, conclude Giuseppe Gizzi, “è indicato per le persone che soffrono di stipsi occasionale, cioè legata a momenti particolari come un viaggio o un’eccessiva sedentarietà forzata. La stipsi cronica, invece, è un disturbo che deve essere valutato da un punto di vista clinico e strumentale da parte di uno specialista che possa pronunciare una diagnosi precisa sulla causa e consigliare la cura più adeguata.”

A cura di Lucrezia Zaccaria

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