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Alimentazione

Lattosio, sarò intollerante?

30/07/2014

Lattosio, croce e delizia dell’apparato digerente. C’è chi lo adora nella sua veste più semplice, quella del latte, altri non potrebbero farne mai a meno quando assume la forma del formaggio, altri ancora non gli possono resistere se si presenta come gelato. Eppure non sono pochi gli italiani che non riescono a digerirlo bene e che devono fare i conti con un malassorbimento o con un’intolleranza. L’intolleranza al lattosio è una condizione diversa dal malassorbimento del lattosio e si manifesta solo nel 30-50% dei soggetti con malassorbimento.

Abbiamo chiesto agli specialisti di Humanitas di spiegarci quali sono le cause di questo malassorbimento e come capire se si è davvero intolleranti al lattosio.

Digestione del lattosio e malassorbimento primario, secondario e congenito

La digestione del lattosio avviene tramite l’enzima lattasi nell’intestino tenue. I livelli di lattasi nell’intestino sono massimi alla nascita ma, dopo lo svezzamento, l’espressione dell’enzima si riduce progressivamente determinando il malassorbimento cosiddetto “primario”.

La forma “secondaria” si verifica invece quando c’è un danno della mucosa del tenue che provoca un temporaneo deficit di lattasi, ad esempio durante infezioni virali, batteriche e parassitarie o a causa di farmaci, della malattia celiaca o del morbo di Crohn”.

Il malassorbimento “congenito”, invece, è una condizione rara che porta a grave dissenteria già nel neonato, che dura per tutta la vita e che rende obbligatoria l’esclusione totale delle fonti di lattosio dall’alimentazione. Le altre forme di malassorbimento “primario” in genere non si manifestano prima dei 6-7 anni e in alcuni casi possono comparire più avanti nel tempo, anche dopo i 65 anni.

I sintomi dell’intolleranza: dolore, gonfiore e dissenteria

In genere quando la riduzione non supera il 50% dell’attività della lattasi è possibile digerire efficacemente il lattosio. Deficit maggiori possono invece scatenare i problemi tipici del malassorbimento.

La quota di lattosio non digerita e non assorbita dall’intestino tenue raggiunge il colon, un organo non in grado di assorbire gli zuccheri. Qui viene fermentata dalla flora batterica provocando vari sintomi, fra cui dolore, gonfiore e dissenteria.

Capire se questi problemi sono davvero associati a un malassorbimento o all’intolleranza è importante per evitare di di eliminare erroneamente i latticini dalla dieta, andando incontro a carenze nutritive. Per farlo è possibile affidarsi al Breath test che è utile in quanto identifica i casi di vero malassorbimento. Se invece risulta negativo e il soggetto ha sintomi quando ingerisce latticini freschi (ovvero è intollerante) si può consigliare di eliminare temporaneamente o quantomeno ridurre la quota di lattosio nella dieta.

 

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