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Alimentazione

Una dieta senza glutine fa bene solo a chi ha la celiachia

19/05/2016

“La dieta senza glutine è una terapia, non uno stile di vita”. Con questo slogan l’Aic, l’Associazione italiana Celiachia, lancia la nuova Settimana della Celiachia dal 16 al 22 maggio per informare correttamente l’opinione pubblica sulla celiachia. Se da un lato la dieta “gluten free” è la sola arma a disposizione delle persone celiache per controllare la patologia, dall’altro questo peculiare regime alimentare viene erroneamente scambiato da alcuni per una dieta “salutare” per tutti.

Ma dietro un’alimentazione che esclude il glutine a priori per persone sane possono nascondersi anche dei rischi. Di questo ha parlato una ricercatrice del New York-Presbyterian/Columbia University Medical Center (Stati Uniti) in un articolo pubblicato su The Journal of Pediatrics. Sebbene la prevalenza della celiachia sia in aumento, non si spiega la forte espansione del settore dell’industria alimentare dedicato al cibo senza glutine (+136% dal 2013 al 2015). Mangiare senza glutine, negli Usa, è diventato di tendenza.

In uno studio del 2015 condotto su 1500 americani, riferisce l’articolo, la maggior parte delle persone che acquistavano abitualmente cibo “gluten free” non aveva dato una chiara spiegazione di questa scelta. Secondo l’autrice molti genitori scelgono questo tipo di prodotti per i loro bambini perché pensano di poter prevenire la celiachia o come alternativa salutare indipendentemente da una diagnosi di celiachia.

Tuttavia si tratta di scelte errate: non sono stati provati benefici per la salute derivanti dall’assunzione di cibi senza glutine per persone non celiache. E inoltre i rischi potrebbero essere maggiori degli eventuali benefici a cominciare dall’aumento di calorie e di grassi introdotti, dice la ricercatrice.

Quali sono i possibili rischi di una dieta senza glutine in persone non celiache?

La dieta glutino priva è negli ultimi anni diventata “una moda” tanto da essere seguita non solo da coloro che hanno una comprovata diagnosi di celiachia, ma anche da persone che non hanno nessuna intolleranza al glutine con la convinzione che porti benefici per la salute, rispondono gli specialisti di Humanitas.

In realtà, per coloro che non sono affetti da celiachia, la dieta gluten free può portare, specialmente nei bambini, a carenze nutrizionali (vitamine del gruppo B, folati e altro) e non solo: i prodotti glutino privi contengono tendenzialmente una maggiore quantità di grassi e di zuccheri e forniscono quindi una maggiore quantità di calorie con un aumento del rischio di obesità e di insulino-resistenza.

Cosa rispondere a chi pensa che il glutine sia tossico per tutti e che i parenti di persone celiache possano prevenire la celiachia evitando il glutine?

Il tema del timing di introduzione del glutine nella dieta di figli di pazienti celiaci con suscettibilità genetica per lo sviluppo di celiachia è stato negli ultimi anni oggetto di discussioni scientifiche.

Allo stato attuale però, non esistono in letteratura provate evidenze che l’empirica esclusione o il ritardo di introduzione nel momento dello svezzamento del glutine diminuisca o ritardi il rischio di sviluppo di malattia celiaca. Cosi come nei parenti di pazienti affetti da celiachia non dovrebbe esserci un’esclusione a priori del glutine, anche in presenza di una genetica compatibile, prima della diagnosi della patologia.

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