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Alimentazione

Sensibilità al glutine, diagnosi certa solo dopo aver escluso la celiachia

08/10/2015

Sensibilità al glutine e celiachia: sono due i disturbi correlati al glutine, la proteina contenuta sia nel grano che in diversi altri cereali come orzo, farro, segale e avena, e che pertanto ne richiedono l’eliminazione. A queste due condizioni è possibile aggiungere anche l’allergia al grano anche se in questo caso l’agente scatenante l’allergia può non essere esclusivamente il glutine.

La celiachia è il disturbo più grave: è una patologia autoimmune che, in soggetti geneticamente predisposti, causa infiammazioni nell’intestino tenue e, di conseguenza, un malassorbimento degli alimenti. Secondo l’Aigo, l’Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti ospedalieri, colpisce 1 persona su 100, in leggera prevalenza donne e a qualsiasi età. Eliminare del tutto i cibi contenenti glutine è l’unica terapia in grado di garantire buone condizioni di salute. Simile ma distinta dalla celiachia è la sensibilità al glutine. Per segnare la differenza dalla celiachia gli anglosassoni la chiamano “non celiac gluten sensitivity”.

La sensibilità al glutine è un disturbo che negli ultimi anni si è guadagnata l’attenzione dei ricercatori. È meno grave della celiachia e interessa una percentuale variabile tra il 5 e il 10% della popolazione, dice ancora l’Aigo, e anche in questo caso più fra le donne che fra gli uomini. Anche per questa condizione il responsabile è il glutine anche se la sua ingestione non provoca le stesse alterazioni associate alla celiachia.

Tra celiachia e sensibilità al glutine alcuni sintomi sono simili: ma come riconoscere quest’ultimo disturbo?

La gluten sensitivity è una condizione in cui, in seguito all’ingestione di glutine, compaiono sintomi in buona parte sovrapponibili a quelli della celiachia e della sindrome del colon irritabile quali gonfiore addominale, alterazioni dell’alvo generalmente in senso diarroico, dolori addominali, eruttazioni, flatulenza, cefalea, sonnolenza.

Non si conosce al momento quale sia il meccanismo fisio-patogenetico che porta alla comparsa della sintomatologia. La diagnosi di questo disturbo è una diagnosi di esclusione: in particolare bisogna escludere la sottostante celiachia e l’eventuale allergia al grano e questo si fa attraverso test sierologici e biopsia duodenale per la prima e dosaggio IGE e prick test per la seconda.

Anche in caso di sensibilità al glutine i sintomi possono essere contrastati con una dieta gluten-free?

L’eliminazione del glutine dalla dieta porta nei pazienti affetti da gluten sensitivity ad un rapido miglioramento della sintomatologia; il problema è non eliminare il glutine prima di aver escluso la diagnosi di celiachia che deve essere fatta in regime di dieta glutinata altrimenti la sierologia potrebbe risultare falsamente negativa.

Ai celiaci si consiglia di stare attenti anche alle suppellettili che sono entrate in contatto con alimenti contenenti glutine.

Anche chi è sensibile al glutine deve prestare attenzione a posate o pentole?

La reintroduzione del glutine nella dieta di un paziente affetto da gluten sensitivity può comportare una recidiva sintomatologica ma non espone il paziente ad un danno istologico della mucosa intestinale che comporta malassorbimento e maggiore incidenza di neoplasie del tratto gastroenterico. Pertanto l’attenzione alla contaminazione con glutine, per esempio di pentole e posate che deve essere prestata dal paziente celiaco per evitare una stimolazione del sistema immunitario, al momento non è cosi tassativa per il paziente con gluten sensitivity.

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