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Stagioni

Stagionalità e malattie immunitarie, quale legame?

22/07/2014

La stagionalità delle malattie mediate dal sistema immunitario è un fenomeno ben noto che assume dei contorni chiari ad esempio nelle infezioni del tratto respiratorio nella stagione primaverile oppure nel peggioramento delle allergie comuni come quelle alle graminacee o all’ambrosia. A queste si aggiungono anche degli andamenti stagionali e quindi in parte prevedibili di malattie autoimmuni come le artriti oppure il diabete di tipo 1.

 

                                                                                Il commento del prof. Carlo Selmi

                                Responsabile UO Reumatologia e Immunologia Clinica di Humanitas e docente dell’Università degli Studi di Milano

                                                           

 

Quali sono i possibili meccanismi della stagionalità di queste malattie?

Una delle cause più note e meglio studiate di questo andamento è certamente legato ai livelli plasmatici di vitamina D, una molecola che ha grande importanza nella modulazione della risposta immunitaria collegata con l’esposizione alla luce del sole. Paradossalmente però, anche in Paesi con un clima temperato come il nostro, una buona parte della popolazione ha valori largamente insufficienti e pertanto necessita di una supplementazione mensile oppure settimanale.

La sindrome da fatica cronica

Un altro esempio citato spesso in questo periodo è legato alla stanchezza che avvertiamo con il cambio di stagione, questa è diversa dalla condizione di fatica cronica, che colpisce soprattutto le donne. La stanchezza (meglio definibile come astenia) è una sensazione soggettiva ed è dunque difficilmente misurabile, possono esservi coinvolti aspetti fisici, condizioni cliniche e psicologiche, in particolare l’umore. Il riposo notturno poi influisce moltissimo sulla stanchezza percepita. Diversa è però la sindrome da fatica cronica.

Nel 1998 è stata condotta nella città di San Francisco un’indagine telefonica, attraverso telefonate a numeri casuali, metodo noto come random digit dialing. Su ottomila nuclei familiari contattati, per un totale di più di sedicimila persone intervistate, il 2% ha riferito di soffrire di fatica cronica o astenia. Si definisce astenia quella condizione non proporzionale allo sforzo fisico che si prolunga per oltre sei mesi e che si accompagna a insonnia, sbalzi d’umore, difficoltà di concentrazione e di memoria. La fatica cronica colpisce maggiormente le donne e si manifesta con sintomi aspecifici; a volte insorge dopo un’infezione virale e l’esordio dei sintomi è più frequente in inverno, con un picco a gennaio.

Stanchezza e stagioni

Uno studio norvegese condotto nel 2012 dal titolo Associations between seasonal variations in day length (photoperiod), sleep timing, sleep quality and mood: a comparison between Ghana (5°) and Norway (69°) ha confrontato due latitudini molto diverse come la Norvegia e il Ghana cercando di indagare il legame tra le variazioni stagionali in base alla durata del giorno, quantità e qualità del sonno e umore. Ne è emerso che i disturbi dell’umore seguono un andamento stagionale particolarmente in Norvegia dove il rapporto tra le ore di luce e di buio varia profondamente a seconda che sia inverno o estate.

Alcune malattie funzionali poi possono avere un andamento stagionale, è il caso della fibromialgia, una patologia caratterizzata da dolori muscolari diffusi associati ad affaticamento, rigidità, problemi di insonnia, di memoria e alterazioni dell’umore.

 

I consigli di prevenzione

Gli aspetti cui prestare attenzione sono, come spesso accade, riferiti al proprio stile di vita. È consigliabile:

  • Discutere con il proprio medico se sia utile effettuare indagini sui disturbi avvertiti ed eventualmente testare i livelli di vitamina D 25OH.
  • Dormire a sufficienza, non assumere caffeina nelle ore che precedono il sonno notturno, stare a letto solo per dormire, consumare una cena leggera e coricarsi solo dopo qualche ora.
  • Evitare di fumare.
  • Bere molta acqua.
  • Condurre una costante e moderata attività fisica.

 

A cura di Valeria Leone

 

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