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In ufficio attenzione alle tastiere acchiappa-virus

11/10/2011

Secondo un recente studio inglese, due terzi delle testiere dei pc sono contaminati da germi e muffe. E i malanni di stagione si moltiplicano.

Influenza e raffreddore si trasmettono rapidamente anche attraverso i pc. Le scrivanie degli uffici, infatti, sono un vero ricettacolo di germi. Poco puliti anche i telefoni, ma soprattutto, le tastiere. L’allarme arriva da uno studio condotto in centinai di uffici in Gran Bretagna dove quasi i 2/3 delle tastiere del computer sono risultati contaminati da germi e muffe. Le professioni “meno pulite” e, quindi, più a rischio di malattie sono avvocati, contabili e informatici secondo quanto riporta il quotidiano The Independent. E l’unica misura di prevenzione, a detta degli esperti, è la buona pratica di lavarsi spesso le mani. Ma quante volte esattamente? E il pericolo è davvero reale e limitato solo ai mesi invernali? Ne parliamo con Michele Lagioia, Direttore Medico di Presidio di Humanitas e Specialista in Igiene e Medicina Preventiva.

Dottor Lagioia, è concreto il pericolo di trasmissione di virus da pc?
“La notizia è assolutamente vera. Sono due le vie di contagio dei virus di influenza e raffreddore (oltre che di altri microrganismi). Una è quella ‘aerea’, attraverso le goccioline di saliva (goccioline di Flugge), che hanno una carica virale alta e si trasmettono se si respira o parla vicino a qualcuno portatore del virus. La seconda, altrettanto realistica e testata scientificamente, è ‘per contatto’. Queste goccioline si depositano sulle superfici e contaminano le mani. Non si trasmettono, quindi, attraverso gli oggetti su cui si posano, ma proprio tramite le mani che li toccano e vengono poi portate al viso determinando un reale rischio di contagio. E’ un movimento che mettiamo in atto moltissime volte ogni giorno”.

Cosa si può fare?
“Lavarsi spesso le mani. Non è una abitudine così diffusa o, almeno, forse non lo è nella ‘misura’ corretta. Ce ne ricordiamo e la mettiamo in atto quando c’è una campagna mediatica che mette in allarme. Si pensi al rischio di pandemia del 2009 del virus influenzale AH1N1. Ci fu un grande allarme seguito da un modesto impatto sulla salute planetaria. Perché? Ovunque, nei Paesi civilizzati avanzati, si è seguita la buona pratica di lavarsi le mani più spesso. Sono addirittura andate a ruba le confezioni di antibatterici e antisetticidi in gel da utilizzare in mancanza di acqua che hanno contributo ad ottenere un effetto del virus diverso (per fortuna) dalle previsioni”.

Quante volte lavarsi le mani?
“Faccio un esempio. Per prevenire le infezioni nosocomiali, all’interno degli ospedali, la media consigliata a un infermiere che lavora 8 ore è di 15 volte, che corrispondono, quindi quasi a 15-20 minuti di lavaggio delle mani. Questo è l’ideale in ambiente sanitario. Ma nella vita comune si può considerare un margine inferiore. E’ un gesto da svolgere ogni volta che si è entrati a contatto con superfici a rischio perché toccate da più mani, quindi ogni volta che si utilizzano le maniglie dei tram o quelle del carrello della spesa o la tastiera del pc di un altro e via dicendo. Non è necessario arrivare all’ossessione, ma utilizzare il buon senso. Un altro consiglio per prevenire la diffusione dei virus è quello, nei mesi invernali, di preferire le videoconferenze rispetto alle lunghe riunioni con più persone in una stessa stanza, magari angusta, e di arieggiare spesso i locali”.

Sono buone norme igieniche da seguire solo nei mesi invernali?
“In realtà, andrebbero seguite tutto l’anno, ma in particolare nei mesi invernali perché i virus sono particolarmente aggressivi come trasmissibilità (non come patogenicità: il Rhinovirus del raffreddore non ‘uccide’, ma fa ammalare, perdere giorni di lavoro e svago)”.

A cura di Lucrezia Zaccaria

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