Stai leggendo Come volare senza paura

Stagioni

Come volare senza paura

22/09/2005

Il racconto mitologico del “volo di Icaro” sembra diventare realtà: tra liste nere e cronache di incidenti comincia a crescere il numero dei passeggeri che, al momento di salire su un aereoplano, si sentono poco o per nulla tutelati. Fa pensare il recente sondaggio di Intesaconsumatori per cui 61 italiani su 100 dichiarano di volare con preoccupazione ed ansia.
Oltre a ciò, si punta il dito sulle condizioni di salute presenti a bordo: la tendenza è sempre più focalizzata sulle norme di igiene, perché un viaggio salutare sembra diventato importante quanto l’affidabilità di un veivolo. A proposito, forse non tutti lo sanno, ma la qualità dell’aria a bordo aereo, essendo riciclata nella misura del 40-45%, potrebbe addirittura scatenare crisi di panico improvvise.

Le proposte a tutela del passeggero
A volte, però, proposte di nuovi servizi a tutela del viaggiatore, come la diffusione d’aria migliore, il “bollino blu” come segno di certificazione o l’ingaggio a bordo di un “medico di linea”, non sono sufficienti a placare l’ansia né a guarire dagli attacchi di panico.
Allora, come prevenire e curare i disturbi d’alta quota? Lo abbiamo chiesto al dott. Stefano Ottolini, responsabile del Pronto Soccorso di Humanitas.

I possibili problemi legati alla respirazione di aria riciclata
“Ossigeno ridotto, elevati tassi di anidride carbonica, sistemi di ventilazione non sempre adeguati, aria secca, e prolungata immobilità in spazi ristretti sono i principali elementi che potrebbero favorire malesseri più o meno gravi durante e dopo un viaggio in aereo. Se tutto questo potrebbe essere in parte trascurato nei viaggi di breve durata, lo stesso non si può dire per quei tragitti che richiedono molte ore di volo; a lungo andare, infatti, i fattori sopra elencati potrebbero rappresentare un rischio anche per le persone che godono di buona salute”.
Recenti studi hanno messo in evidenza come gli elevati tassi di anidride carbonica presenti in cabina possano favorire o addirittura scatenare attacchi di panico con tachicardia, sensazione di mancanza d’aria, tensione e dolore muscolare, aumento della sudorazione, nausea e vomito, accompagnati a livello psichico dal penoso e prolungato senso di attesa dell’irreparabile.

Farmaci sì o no?
“L’eventuale uso di farmaci per tenere a bada la paura di volare – prosegue il dott. Ottolini – deve essere effettuato sotto stretto controllo medico e non, come spesso accade, avvenire per autoprescrizione ed automedicazione da parte dell’interessato. Per sconfiggere l’eventuale insonnia che può manifestarsi nei giorni precedenti al volo potrebbe essere utile sottoporsi a una terapia farmacologica calibrata alle esigenze soggettive; si tratta in genere di utilizzare due categorie di farmaci: un tipo di benzodiazepine specifiche per chi soffre di panico e alcuni serotoninergici che servono a mettere in stand-by quei centri nervosi che nel cervello fanno scattare gli attacchi di panico”.

Tenere sotto controllo l’ansia da volo
Qual è quindi il modo migliore per tenere sotto controllo l’ansia da volo? “Innanzitutto – spiega il dott. Ottolini – è bene non cambiare abitudini alimentari: è necessario mangiare bene e a sufficienza, perché lo stomaco vuoto incrementa lo stress. Per tranquillizzarsi è meglio ricorrere a un po’ di cioccolata piuttosto che all’alcol perché quest’ultimo, assunto in modiche quantità può rilassare i muscoli e sciogliere la tensione emotiva, ma superata una certa soglia rischia di condurre a una generale irrequietezza diventando pericoloso soprattutto per gli obesi e i cardiopatici. Meglio un buon libro o ascoltare della musica, in modo da non concentrarsi sulla percezione di rumori del tutto normali, che l’ansia potrebbe far percepire come indizi di catastrofe imminente. Vanno bene anche libri specifici sul tema, dove poter fare esercizi di rilassamento e avere spiegazioni sul funzionamento dell’aereo. In caso di iperventilazione (aumento della frequenza del respiro accompagnato da formicolii e vertigini) il rimedio è quello di respirare per circa un minuto in un sacchetto di carta, ripetendo ciclicamente la manovra dopo un’analoga fase di respirazione naturale; così viene innalzato il livello di anidride carbonica nel sangue e ridotto l’eccesso di ossigeno”.
Infine, per gli irriducibili, può essere utile partecipare ad uno dei seminari che diverse compagnie aeree e non solo organizzano, ad un costo tutto sommato contenuto, specificatamente per chi soffre di questa fobia.

Il medico a bordo
È stata recentemente proposta la presenza di un medico a bordo, soprattutto nel caso dei voli più lunghi. Può davvero essere utile? “Personalmente – spiega il dott. Ottolini – non so quanto questo possa risultare essere una misura efficiente ed efficace.
Tra le reali emergenze che si possono presentare a bordo ben poche sono quelle risolvibili dalla presenza di un medico a bordo, soprattutto se si considera che le possibilità di intervento sono limitate da una serie di fattori come spazi angusti e mancanza di strumenti adeguati di diagnosi e terapia.
Sarebbe forse più utile formare tutti i membri dell’equipaggio sulle tecniche di soccorso di base (BLS-D) e sviluppare magari sistemi di telemedicina che permettano ad un medico a terra di monitorare il paziente in volo e fornire utili indicazioni o suggerimenti in attesa di un eventuale scalo di emergenza che si dovesse rendere necessario”.

Di Cristina Florio

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita