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Doposole “super”: efficace davvero?

16/09/2005

Una crema doposole “perfetta”, che non si limita a nutrire la pelle dopo l’esposizione o a lenire il dolore di una scottatura, ma guarisce anche i danni che l’eccesso di sole ha prodotto sul DNA creando un rischio di cancro alla pelle. Non un’alternativa ai filtri solari, ma un rimedio quando non siamo stati abbastanza attenti e la nostra voglia di sole ci ha tradito. E’ una notizia apparsa di recente sui quotidiani. Fantasie dovute a un colpo di sole o realtà?
In realtà per ora la crema è stata testata negli Stati Uniti con successo su pazienti con xeroderma pigmentosum, malattia che aumenta il rischio di cancro, ma gli esperti dell’azienda farmaceutica che la sta sperimentando promettono che il suo uso potrebbe essere di beneficio a tutti.
E’ davvero così? Lo abbiamo chiesto ai professionisti di Humanitas.
Sarebbe troppo facile riparare la pelle dai danni del sole con una specie di ‘pillola del giorno dopo’. Le cellule danneggiate dal sole si riparano già, in parte, automaticamente, e non è possibile aumentare la riparazione. Diverso è il caso per i pazienti affetti da xeroderma, una rara malattia genetica della pigmentazione che si manifesta come un’estrema fotosensibilità alla luce ultravioletta proprio a causa della mancanza dell’enzima che permette la riparazione dei danni causati dai raggi ultravioletti al DNA. A questi pazienti, dunque, che non hanno gli enzimi per la riparazione delle cellule, può essere corretto fornirli dall’esterno. Non così, invece, per i soggetti normali.
Tali informazioni possono far abbassare la guardia sulla fotoprotezione, con danni anche severi per la salute”.
Meglio, dunque, esporsi al sole con cautela e buon senso. “Limitando innanzitutto il tempo di esposizione, evitando le ore più calde, fra le 11.00 e le 15.00, utilizzando creme protettive e indossando cappello, occhiali da sole e maglietta. Durante l’esposizione, inoltre, è bene non utilizzare cosmetici e salviette profumate. Attenzione poi agli acceleratori di abbronzatura e gli estratti vegetali (fico, bergamotto…), che possono provocare fotoustioni, e agli autoabbronzanti e al beta-carotene, che non proteggono dai raggi UV.

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