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Quando il sole diventa un nemico

17/05/2002

Il sole può provocare danni molto seri alla pelle. Esposizioni sbagliate, frequenti scottature, abusi di lampade abbronzanti sono fattori di rischio per la formazione di tumori della pelle. I professionisti di Humanitas hanno spiegato come prendere il sole in modo “intelligente”, oggi elenca i principali tumori della pelle.

Perché si parla tanto di tumori della pelle?
I tumori cutanei indotti dall’esposizione alle radiazioni ultraviolette sono le più comuni neoplasie tra la popolazione caucasica. Basti pensare che in Italia ogni anno ne vengono diagnosticati circa 250.000. E’ universalmente riconosciuto il rischio di formazione del tumore dovuto ai raggi UV. Inoltre, una grave fotoustione, ciò che viene comunemente chiamata scottatura, in età infantile può aumentare il rischio di tumore cutaneo anche del 50%.

Come si forma un tumore cutaneo?
La carcinogenesi cutanea, ossia la formazione di tumori della pelle, avviene in seguito a tre distinti meccanismi: l’iniziazione, la promozione e la conversione in tumore. L’iniziazione si sviluppa rapidamente anche dopo la singola esposizione a un fattore carcinogeno come la radiazione UV. In questa fase l’iniziazione UV danneggia il DNA con la formazione di dimeri di pirimidina i quali possono condurre a cambiamenti simili alle mutazioni genetiche. Sebbene le cellule epidermiche hanno un’ampia capacità di riparazione; tuttavia le ripetute esposizioni ai raggi UV possono svolgere un ruolo di promotori così come molte sostanze chimiche o farmacologiche. Il risultato è la formazione di neoplasie “premaligne” come la cheratosi attinica o il papilloma squamoso. Nel terzo stadio le cellule premaligne sono convertite in cellule maligne; la conversione può svilupparsi spontaneamente o in seguito all’esposizione a mutageni. Il sistema immunocompetente cutaneo può prevenire il passaggio allo stadio di conversione. Due cellule del sistema immunocompetente sono particolarmente sensibili alla radiazione UV: le cellule di Langerhans e i T linfociti ( T4 e T8 ). Le cellule di Langerhans anche dopo una minima esposizione perdono le loro funzioni di immunosorveglianza e diminuiscono di numero. Nell’esposizione cronica ai raggi UV, i linfociti T suppressor aumentano mentre i T helper diminuiscono, il preciso meccanismo di queste reazioni non è ancora stato chiarito.

Il carcinoma basocellulare
Nei caucasici è il tumore cutaneo più frequente e raggiunge il 76% di tutti i tumori cutanei. L’incidenza del carcinoma basocellulare aumenta parallelamente con l’età del paziente . Questo tumore raramente metastatizzante ha capacità invasive e destruenti. In Italia fino a qualche decennio fa il carcinoma basocellulare era di pertinenza della settima / ottava decade di vita mentre oggi non è infrequente osservarlo nella terza/quarta decade. Si stima che più del 70% della popolazione che raggiungerà l’anzianità nei prossimi 20/30 anni svilupperà almeno uno di questa tumori.

Il carcinoma squamocellulare
Questo tumore rappresenta il 20% di tutti i tumori cutanei ma è il più frequente nei negli africani e afro-americani. Il carcinoma squamocellulare si sviluppa in aree fotoesposte in modo rapido e metastatizza in altre parti del corpo. L’area più frequentemente colpita è quella del labbro inferiore (tumore del marinaio), preceduta dalla cosidetta cheilite attinica. Aumentano tuttavia le osservazioni di carcinoma squamocellulare del volto e, nei soggetti calvi , del capillizio.

Il melanoma
Il melanoma è caratterizzato da una crescita anaplastica dei melanociti che possono invadere rapidamente in altri tessuti e portare rapidamente a morte il paziente. Negli ultimi 20 anni questo tumore ha raddoppiato la sua incidenza e, in generale, l’aumento d’incidenza è più veloce rispetto agli altri tumori ,fatta eccezione per il tumore polmonare nelle donne e il linfoma correlato all’infezione HIV.
Rappresenta il 5% di tutti i tumori cutanei.
La relazione tra melanoma ed esposizione ai raggi UV è evidente e il rischio di tumore aumenta proporzionalmente all’esposizione ai raggi UV. (4)
Nelle persone che sviluppano melanoma è spesso presente il dato anamnestico di fotoustione infantile , pertanto quest’ultima è considerata uno dei fattori di rischio .
Il rischio di sviluppare un melanoma raddoppia se nell’infanzia il soggetto ha avuto 5 o più ustioni solari. (5)

Le fotodermatosi
Le fotodermatosi in molti casi non hanno una precisa etiologia; in generale queste reazioni sono stimolate o aggravate dall’esposizione alla luce di specifica lunghezza d’onda. I raggi UVA sono quelli più implicati. Nella tabella 2 sono riportate alcune patologie cutanee che peggiorano con l’esposizione ai raggi UVA.

Patologie cutanee che peggiorano con l’esposizione ai raggi UVA
 orticaria solare
 eruzione polimorfa alla luce
 porfirie
 xeroderma pigmentoso
 lupus eritematosus
 fenilchetonuria  dermatomiosite
 malattia di Darier
 sindrome di Bloom
 albinismo oculocutaneo
 sindrome di Rothmund-Thomson
 sindrome di Cockayne

L’eruzione polimorfa alla luce , nei climi temperati,interessa fino al 10% della popolazione , di solito comincia in giovane età e può proseguire per tutta la vita o si esaurisce spontaneamente. Le donne sono più colpite. Dopo esposizione alla luce le manifestazioni comprendono : eruzioni eczematose, vescicole, placche, papule; ai disturbi cutanei , spesso molto pruriginosi, si può accompagnare mal di testa, nausea, brividi e febbre.

A cura di Lucia Giaculli

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