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La barca a vela, una palestra all’aperto

07/07/2006

All’aria aperta sul mare o sul lago, praticando uno sport completo ed emozionante, che diverte a tutte le età. E che può diventare una splendida vacanza, a patto di seguire alcuni consigli. Parliamo di vela con il dott. Fabrizio Settepani, skipper e cardiochirurgo.

Una vera e propria palestra
“La vela – spiega il dott. Settepani – è uno sport meraviglioso perché viene sempre praticato all’aria aperta, in mezzo al mare. Anzi, si può dire che si tratti di una vera e propria palestra all’aria aperta che non sviluppa solo determinati gruppi muscolari, ma tutto il corpo. Oltre a fornire una buona preparazione fisica, è in grado di garantire anche una certa formazione mentale, perché insegna a conoscere e a rispettare il mare, un elemento che può essere meraviglioso ma anche molto pericoloso. Si tratta di uno sport che non presenta controindicazioni dal punto di vista fisico e che può essere praticato davvero a tutte le età, anche da chi ha handicap fisici. Ci sono infatti imbarcazioni che possono essere utilizzate da persone disabili, come ad esempio i Mini Coppa America o i Dream, singoli o doppi molto piccoli dove si governa la barca da seduti, senza la necessità di muoversi in virata, e cabinati attrezzati per persone paraplegiche”.

Si può iniziare già a 6-7 anni
Si può iniziare a praticare la vela già a partire dai 6-7 anni di età. Si inizia a navigare su barche piccole, le derive, su cui si va da soli (singolo) o in due (doppio). Gli Optimist sono barche con una sola vela, dalla prua piatta e dalla chiglia “a spigolo”, lunghe 2,30 metri che vengono utilizzate nelle scuole di vela per insegnare ai bambini i primi rudimenti della navigazione, in classi formate da piccole flottiglie di 4-5 barche seguite dall’istruttore, in genere su un gommone. Si tratta di imbarcazioni che, per la loro particolare conformazione, difficilmente ‘scuffiano’, si rovesciano cioè molto raramente, non raggiungono velocità troppo alte, sbandano poco (si dice che una barca sbanda quando si inclina lateralmente) e sono per questi motivi particolarmente adatte ai bambini. Si può passare poi a barche più impegnative perché più veloci e meno stabili, come il Laser I o il Laser 4000 (un doppio) per arrivare ai cabinati, per cui è necessaria la patente nautica. Il consiglio, se si desidera praticare questo sport, è quello di frequentare una buona scuola di vela. Ho imparato davvero ad andare per mare alla scuola di Caprera, dove sono diventato istruttore. Le scuole spesso presenti nei villaggi turistici non sono sempre in grado di garantire un adeguato livello di preparazione per poter affrontare il mare in tutta sicurezza.

Vacanze in barca
“La crociera con un cabinato – prosegue il dott. Settepani – è secondo me la vacanza più bella che si possa fare, ma è necessario sapere che trascorrere diversi giorni in uno spazio ristretto con altre persone richiede una buona capacità di adattamento, disponibilità e pazienza. E’ poi indispensabile viaggiare con un bagaglio ridotto poiché in barca lo spazio è limitato e sono davvero poche le cose indispensabili: costumi, magliette, una cerata e creme solari. Anche la prudenza non va lasciata a casa: il mare è bellissimo, ma si possono creare situazioni pericolose, causate ad esempio dal brusco mutamento delle condizioni atmosferiche. Per questo motivo vanno sempre seguiti i consigli e gli ordini dello skipper, che durante la vacanza in barca è l’unico a potere e a dover prendere certe decisioni”.

Curiosità
La navigazione a vela risale agli albori della civiltà umana e già lo storico greco Pausania narra di una competizione velica, contornata da musica e gare di nuoto, organizzata nel II secolo a.C. in onore di Dioniso Melanaigidos, presso il tempio di Afrodite a Ermioni, una cittadina del Peloponneso.
La prima competizione velica di flotta dell’era moderna fu la Cumberland Regatta, inaugurata nel 1715 e che si tiene ancora oggi. La prima competizione internazionale fu, nel 1851, la famosa Coppa delle Cento Ghinee, nota oggi come Coppa America.
Il primo club velico, il WaterClub of the Cork Harbour, fu fondato in Irlanda nel 1720; almeno inizialmente, tuttavia, i suoi membri non si dedicavano ad attività competitive, ma effettuavano manovre navali obbedendo agli ordini di un ammiraglio, come una flotta militare.
E’ impossibile ricondurre l’enorme varietà di competizioni veliche che si tengono nelle acque di tutto il mondo a categorie prefissate. Tuttavia, volendo generalizzare, si possono distinguere due grandi tipologie di regate: quelle costiere e quelle d’altura. Le prime si svolgono lungo percorsi disposti nel campo di regata delimitati da boe di segnalazione che le imbarcazioni devono aggirare per completare il percorso nel minor tempo possibile. I Match Race sono regate costiere dove solo due sfidanti si confrontano in una competizione che assume tutti i toni di un duello. Nelle regate d’altura il percorso viene solitamente definito utilizzando le caratteristiche orogenetiche del campo di regata: isole, promontori, scogli o anche continenti devono quindi essere aggirati dai concorrenti per completare il percorso. Le regate d’altura possono essere con o senza scalo(se prevedono delle tappe o se l’intero percorso deve essere completato senza soste per i rifornimenti) e solitarie, a coppie o in team (a seconda del numero dei concorrenti presenti su ogni imbarcazione).

Per qualche informazione in più:
Scuola di vela di Caprera: www.centrovelicocaprera.it – www.velanet.it
FIV (Federazione Italiana Vela): www.federvela.it
ISAF (International Sailing Federation): www.sailing.org
Glossario velistico: www.glossari.it/glossariovela.html

A cura di Elena Villa

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