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Allarme smog: non si respira più…

22/01/2002

La pessima qualità dell’aria nelle città che in questi giorni ha superato i livelli di guardia è un problema per la salute di tutti ma in particolare per chi soffre di disturbi respiratori. “Nei pazienti asmatici questi fattori ambientali – spiega il dott. Michele Ciccarelli, responsabile della Pneumologia di Humanitas – favoriscono le riacutizzazioni della malattia ed il peggioramento importante di tutti i sintomi correlati all’infiammazione delle vie respiratorie: tosse, mancanza di respiro e sibili espiratori. Anche il paziente che soffre di bronchite cronica ostruttiva e di enfisema polmonare si trova in una situazione che lo rende più sensibile all’inalazione di sostanze irritanti. Peraltro proprio in questa fase stagionale registriamo una maggiore incidenza di infezioni respiratorie, sia di natura virale come l’influenza, sia da causa batterica, che rappresentano un ulteriore elemento che va ad aggravare la situazione. Senza dimenticare che una delle conseguenze dell’infiammazione cronica è la minore efficienza dei meccanismi di difesa delle vie respiratorie, che si traduce in una maggiore suscettibilità alle infezioni.

Come si deve cautelare il paziente affetto da queste patologie?
I soggetti più a rischio sono coloro che già soffrono di malattie respiratorie come gli asmatici e bronchitici cronici. “Questi pazienti – spiega Ciccarelli – devono sottoporsi a controlli periodici perché lo stato respiratorio va monitorato e verificato nella situazione contingente. Controlli che vanno poi integrati con l’autosorveglianza, ovvero tenendo sott’occhio ogni segnale: peggioramento dei sintomi quali la tosse e la dispnea, aumento della quantità o modificazioni delle caratteristiche dell’espettorato.
Ecco qualche utile consiglio:
evitare di uscire in zone ad alta densità di traffico, dove il tasso di inquinamento è maggiore
non svolgere attività che prevedano brusche escursioni termiche (passaggio da ambienti ad alta temperatura a quelli a bassa temperature e viceversa)
evitare la frequentazione di ambienti sovraffollati come quei locali pubblici ove si concentra un elevato numero di fumatori di sigaretta, ma anche per evitare un potenziale rischio di contagio da infezioni virali e batteriche

Qualche consiglio per chi non è affetto da malattie respiratorie
Vi sono due fasce della popolazione più esposte agli effetti dannosi dell’inquinamento atmosferico: i bambini e gli anziani. Nelle zone industriali è stato rilevato un aumento progressivo e preoccupante delle patologie respiratorie croniche. L’asma, per esempio, è più frequente nei bambini che vivono nelle aree urbane rispetto a quelli che risiedono in zone rurali. Inoltre i bambini esposti ad un alto tasso di inquinamento atmosferico tendono a sviluppare più episodi infettivi respiratori soprattutto nel periodo autunnale ed invernale. Anche gli anziani, principalmente quelli affetti da malattie cardiovascolari e/o patologie croniche, possono manifestare un serio aggravamento delle stato di salute come conseguenza di un “evento respiratorio” innescato dagli inquinanti atmosferici. Per questi soggetti valgono i consigli già indicati.

Una dieta adeguata può aiutare a creare buone difese?
“Non esistono diete che possano salvaguardare l’organismo in modo assoluto dall’effetto degli inalanti irritanti. E’ però possibile aumentare le capacità di difesa assumendo sostanze che arricchiscono le riserve di anti-ossidanti. Gli anti-ossidanti contrastano e riducono il danno provocato ad esempio dai radicali liberi o da altre molecole altamente reattive prodotte nelle sedi ove si instaura un processo infiammatorio.

A cura di Lucia Giaculli

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