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I rimedi contro il caldo eccessivo

01/07/2003

Debolezza, testa che gira e crampi muscolari: sono solo alcuni dei più comuni sintomi che accompagnano questa torrida estate. Tutta colpa della disidratazione. Risultato dell’esplosiva miscela tra caldo, afa e umidità, l’eccessiva perdita di liquidi può essere solo fastidiosa per chi gode di buona salute. Può invece diventare minacciosa per bambini e anziani. L’età infatti, troppa o troppo poca che sia, rende più vulnerabili le persone al caldo per via del minor numero di ghiandole sudoripare sulla pelle che riduce l’efficacia della dispersione di calore con il sudore. Così, per facilitare al massimo la sudorazione, l’organismo sottrae sangue agli organi interni deviandolo a irrorare i capillari della pelle. Gli effetti sui vari apparati sono diversi, ma il meccanismo che li provoca è simile e ciò costituisce un vantaggio per quanto riguarda le misure di prevenzione.
Disidratazione e vasodilatazione
Il risultato finale è una vasodilatazione che, assieme alla perdita di sali minerali con la traspirazione, causa un abbassamento della pressione arteriosa, responsabile a sua volta dei sintomi del caldo. Il rimedio? Bere molto, circa due litri d’acqua al giorno, evitando gli alcolici e non dimenticando di abbondare in cibi ricchi di liquido come verdure, ortaggi e frutta. Per bambini e anziani, inoltre, è opportuno evitare di uscire nelle ore centrali del giorno, optando per il primo mattino o il tardo pomeriggio. E se la canicola non lascia tregua occhio all’abbigliamento: meglio vestiti leggeri per lasciar traspirare la pelle evitando ristagni di sudore che rendono la calura ancor meno sopportabile.

Il collasso

Ma la cappa d’afa può dare disturbi ben più gravi della semplice stanchezza. Il più comune è il collasso, una sorta di svenimento dovuto alla scarsa sudorazione tipica del caldo umido che ostacola la dispersione di calore mantenendo alta la temperatura corporea. “Più frequente nelle persone già deboli di fisico e in quelle che patiscono il caldo, il collasso si annuncia con un senso d’ansia, stanchezza, mal di testa. Poi la pelle si fa fredda, sudata e pallida e, se non ci si sdraia al fresco con le gambe sollevate, si rischia di svenire” spiega il dottor Edoardo Gronda, cardiologo.

Colpo di calore e colpo di sole

Ma al peggio non c’è limite, e se la canicola supera i 30°C con tassi di umidità sopra il 60 per cento si rischia che il collasso si trasformi in un vero e proprio colpo di calore, con tachicardia, febbre alta e talora convulsioni. Più comuni nei malati di cuore e polmoni, collasso e colpo di calore possono essere evitati alle prime avvisaglie sdraiandosi al fresco con una bottiglia d’acqua a portata di mano. Infine, c’è il colpo di sole. Al contrario degli altri due colpisce i soggetti esposti ai raggi solari senza cappello e maglietta anche quando l’umidità è normale. In questo caso è l’irraggiamento diretto su testa e corpo a provocare un minaccioso innalzamento della temperatura corporea che nei casi lievi causa solo un brutto mal di testa o un fastidioso eritema, e in quelli gravi può portare al delirio, ustioni cutanee, convulsioni e persino morte se è prolungato nel tempo e se non si interviene ai primi sintomi.

Danni a cuore e polmoni

Tra gli organi più bersagliati dalla canicola non c’è tuttavia solo la testa, ma anche cuore e polmoni. Il primo per il superlavoro che è costretto a fare a causa della vasodilatazione da eccessiva sudorazione, non dimenticando che la tachicardia è aggravata dalla perdita di elettroliti indispensabili nella funzione cardiaca, e i secondi per la recrudescenza di asma e allergie tipiche dei mesi più caldi, che mozzano il fiato a oltre 10 milioni di italiani. La colpa è dell’effetto serra che surriscalda le città, dovuto in gran parte all’immissione nell’atmosfera di migliaia di tonnellate di anidride carbonica, ozono e biossido di azoto generati dalla combustione di enormi quantità di idrocarburi per riscaldamento, trasporti e usi industriali. Ciò allunga la stagione di impollinazione e aumenta la quantità di polline disperso nell’aria. Risultato: crisi d’asma in abbondanza e crescita verticale di raffreddore da fieno e congiuntivite allergica. A rischio anche i malati di bronchite cronica, nei quali per il gran caldo il respiro può farsi più corto e frequente fino a una vera e propria crisi respiratoria acuta.

Di Gian Galeazzo Riario Sforza

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