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Benessere

Che cosa succede all'organismo quando si smette di fumare?

09/03/2015

Smettere di fumare, i primi effetti benefici si iniziano a percepire nel proprio organismo appena 30 minuti dopo “aver chiuso” con il vizio: è proprio infatti dopo appena mezz’ora che la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca tendono a normalizzarsi e le potenzialità respiratorie subiscono un notevole miglioramento. Il rischio cardiovascolare dimezza dopo un anno, e lo stesso rischio dopo 5 anni tende ad azzerarsi. Dopo 10 anni dall’aver chiuso con il vizio, poi, il rischio di sviluppare un tumore al polmone è spesso del tutto equiparabile al rischio che corre un soggetto che non ha mai fumato: sono solo 4 delle buone motivazioni per smettere di fumare una volta per tutte, spegnere l’ultima sigaretta, gettare nel secchio della spazzatura l’ultimo pacchetto acquistato. A spiegare i benefici che per l’organismo derivano dal chiudere con le “bionde” è Marco Alloisio, responsabile Chirurgia Toracica dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e presidente della sezione milanese della LILT, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.

 

I benefici della salute dovuti al no-fumo

Dopo 20 minuti dall’ultima sigaretta la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca tendono alla normalizzazione; dopo 24 ore i polmoni cominciano a ripulirsi dal muco e dai depositi lasciati dal fumo; dopo 48 ore l’organismo si è liberato dalla nicotina e ricomincia a recuperare gusto e olfatto; dopo 3 giorni si comincia a respirare meglio e si recuperano energie; dopo 2-12 settimane la circolazione del sangue migliora; dopo 3-9 mesi il miglioramento nella respirazione si fa più marcato, con un’importante riduzione di tosse e sibili.

«Dopo un anno dimezza il rischio cardiovascolare, e lo stesso rischio dopo 5 anni risulta quasi azzerato – continua Alloisio –. Quanto al tumore al polmone, dopo 10 anni dall’aver spento l’ultima sigaretta il rischio in molti casi torna a essere pari a quello di chi non ha mai fumato, o comunque risulta dimezzato».

A fare la differenza, in quest’ultimo caso, sono molti fattori tra cui il numero di sigarette fumate e gli anni in cui si è fumato: «Ma in entrambi i casi – conclude il professor Alloisio –- si tratta di benefici per la salute che vale la pena sfruttare pienamente».

 

                                                                            Commento del dottor Marco Alloisio

responsabile Unità Operativa Chirurgia Toracica di Humanitas

 

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