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La sincope e i giovani: un “corto circuito” emotivo

18/02/2015

La sincope: il nome può fare un po’ paura, ma in realtà il più delle volte – ben 7 su 10 – è benigna e non comporta alcuna problematica al soggetto che l’ha sperimentata. «La sincope è una perdita transitoria e di breve durata dello stato di coscienza. Il lasso di tempo entro cui nella sincope avviene la ripresa di coscienza è variabile, ma di solito non è superiore al minuto. La perdita di coscienza è sempre associata a una perdita improvvisa di tono muscolare: i muscoli non reggono più il soggetto, provocando la caduta a terra se ci si trova in posizione eretta».

A spiegare che cosa siano le sincopi e perché nella gran parte dei casi non c’è nulla di cui preoccuparsi è Raffaello Furlan, Responsabile dell’Unità Operativa Clinica Medica dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano). L’esperto, che sull’argomento ha recentemente scritto un libro, “Vasovagal syncope” (Springer Publisher), spiega che «la maggior parte delle sincopi, circa il 70%, sono benigne e vengono definite “vasovagali” o “neuromediate” e, se si eccettua il rischio collaterale di un trauma, non comportano alcun rischio per la salute».

I soggetti maggiormente interessati da queste transitorie perdite di coscienza benigne sono soprattutto gli adolescenti tra i 12 e i 18/20 anni (primo picco di prevalenza), e particolarmente colpite risultano essere le ragazze di questa età. Tra i 20 e i 60 anni la suscettibilità allo svenimento si riduce e le sincopi si manifestano più raramente, per poi riprendere a salire in prevalenza dopo i 60 anni, in cui si assiste a un secondo picco di prevalenza.

Quali sono le cause della sincope

Ma quali sono le cause all’origine della sincope cosiddetta “benigna”? «Le motivazioni che possono essere all’origine di una sincope vasovagale o neuromediata sono molto variabili – spiega il dottor Furlan –. In generale possiamo dire che le sincopi benigne esprimono una transitoria anomalia quantitativa del normale controllo nervoso del cuore e del circolo: il cuore, solitamente a causa di un’emozione particolarmente intensa – come un brutto voto a scuola, un litigio, uno spavento – viene a essere temporaneamente esposto a un eccesso di attività nervosa simpatica. Quest’ultima, se rimanesse protratta nel tempo, potrebbe risultare dannosa per il cuore stesso perché potrebbe comportare lesioni a carico delle cellule cardiache: si innesca allora un riflesso nervoso “protettivo” che interrompe bruscamente l’attività nervosa simpatica diretta al cuore e produce un rallentamento del battito cardiaco e ipotensione, condizioni che favoriscono l’insorgenza della sincope».

«Con la caduta a terra – conclude l’esperto – il sistema cardiovascolare viene “resettato” a una condizione non più pericolosa, il battito cardiaco può riprendere spontaneamente e, con esso, la pressione arteriosa e lo stato di coscienza del soggetto».

 

                                                                            Commento del professor Raffaello Furlan

responsabile cardiologo, internista e Responsabile di Clinica Medica in Humanitas

 

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