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Benessere

Tendiniti, non abusiamo dei farmaci

24/01/2015

Il tendine “soffre” e con lui il paziente. Un processo degenerativo lento e doloroso per alcuni pazienti e che per taluni porta a un’improvvisa rottura.

“Il primo sintomo è il dolore: la flessione del piede, del ginocchio o i movimenti della spalla diventano difficili o in alcuni casi impossibili, se non a costo di un dolore acuto, accompagnato spesso da tumefazione della parte anatomica interessata e debolezza muscolare», spiega la dottoressa Maria Cristina D’Agostino, Responsabile del Centro Onde d’Urto di Humanitas. Siamo portati a immaginare i tendini come corde delle tapparelle’ e, come queste, l’uso frequente li logora, li ‘sfilaccia”.

“Si tratta di un’immagine un po’ ‘rude’, ma efficace – continua la specialista –, anche se non rende giustizia alla relazione sofisticata che i tendini intrattengono con il resto del corpo né tantomeno con la funzionalità biologica complessa di queste delicate strutture anatomiche”.

 

Problemi ai tendini e uso di farmaci

Chi viene colpito da una patologia degenerativa dei tendini, cui spesso si sovrappongono frequenti episodi di infiammazione di tipo “acuto”, rischia di entrare in un tunnel di terapie utili a far tacere il sintomo, ma non risolutive sul lungo termine.

“L’uso continuo di antinfiammatori e analgesici – ricorda la dottoressa d’Agostino – se da una parte si rivela efficace nel breve periodo per spegnere il dolore provocato dai problemi ai tendini, può essere invece non più così indicato (addirittura, secondo studi recenti, talora anche controproducente), se viene protratto oltre». Per questo è importante rivolgersi a centri specializzati per una valutazione diagnostica tempestiva e approfondita, così come per impostare una terapia specifica completa”.

Il primo passo è un’accurata visita medica. “Con l’esame clinico dell’area interessata – spiega la specialista – già possiamo inquadrare il problema e formulare attendibili ipotesi diagnostiche». Il medico esamina la parte, fa compiere movimenti specifici, valuta e misura la risposta del paziente”.

“Non dimentichiamo che la visita – continua la specialista – è anche l’occasione in cui partendo dalla sintomatologia a carico del tendine è possibile indagare su altre condizioni del paziente: è spesso stanco anche per sforzi minimi? Suda facilmente? È tachicardico? Riferisce dolore a carico di più articolazioni e/o tendini?”. A queste e altre domande eventualmente più approfondite, seguono poi gli esami di laboratorio, che possono essere prescritti in concomitanza con gli accertamenti specifici per le patologie tendinee, qualora vi sia il sospetto di una patologia di carattere clinico generale associata.

 

Commenti a cura della dottoressa Maria Cristina D’Agostino

responsabile Centro Onde d’Urto in Humanitas 

 

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