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Maturità, genitori vs figli: dieci consigli

09/06/2014

Chi non ricorda la propria mitica Notte prima degli esami? La maturità è un momento importante nella vita di ciascuno e rappresenta un cambiamento; anche i genitori sono coinvolti dagli esami di stato dei propri figli e non solo perché ne condividono le preoccupazioni alla vigilia di prove e test, ma anche perché la maturità dei figli evoca in loro vecchie emozioni. Occorre però che i genitori gestiscano le proprie emozioni con responsabilità e non scarichino sui figli le proprie paure e le proprie ansie. Un genitore e un figlio sono diversi, ciascuno ha il suo percorso e il suo modo di affrontarlo.

La dottoressa Emanuela Mencaglia, psicologa clinica e psicoterapeuta in Humanitas, suggerisce ai genitori di garantire ai propri figli le condizioni migliori per affrontare la maturità, assicurando – nei limiti del possibile – tranquillità e serenità. Ecco come, in dieci consigli.

  1. Il ruolo dell’adulto. Di fronte agli esami dei propri figli, molti genitori rivivono la propria esperienza di anni prima e tendono a imporre i propri ritmi ai ragazzi. Ciascuno però ha i suoi tempi e i suoi modi ed è giusto che i ragazzi trovino i loro. I genitori sono chiamati a esserci, a monitorare il benessere psico-fisico dei figli, a parlare con loro infondendo serenità e sicurezza. I genitori devono poi mantenere la calma: i ragazzi sono già agitati di loro e non hanno certo bisogno di ulteriori carichi di ansia!
  2. Piano di studio: sì o no? Impostare un piano di studio, giorno per giorno, non è una strategia vincente per tutti. C’è chi ha bisogno di programmare il lavoro e riesce in tal modo a seguirlo e a portare a termine i propri obiettivi e chi invece rende meglio sotto pressione e si sente anzi più in ansia con una tabella di marcia davanti, che potrebbe non essere in grado di seguire.
  3. Studiare da soli o in gruppo? Anche in questo caso non c’è una regola che vale per tutti, certamente la condivisione è utile e aiuta a scaricare la tensione, però occorre avere alcune accortezze. Studiare da soli consente di rispettare i propri tempi, le proprie esigenze e i propri ritmi, farlo con qualcun altro non è così semplice. Consiglio invece il ripasso in gruppo: una volta appresi i contenuti fondamentali può essere di aiuto ripetere insieme agli altri, ciò permette di fissare concetti, condividere dubbi, trovare conforto e supporto nella presenza di chi vive le stesse emozioni.
  4. Ma come fai a studiare con la musica? Chissà quanti genitori si sono trovati a fare questa domanda ai propri figli! Eppure anche in questo caso studiare con la musica o la tv accesa non è negativo di per sé, ma dipende dalle condizioni. La musica o la tv sono un sottofondo e possono diventare un “rumore di fondo” o sono una distrazione? Diverso è quando si sceglie il programma preferito o l’ultima Hit del momento, che tende a catturare l’attenzione e quindi vanificare gli sforzi. In questo caso è bene prestare attenzione e magari evitare. In ogni caso se nel corso dell’anno lo studio con la musica ha dato comunque buoni risultati, non sarà un problema in fase di esami.
  5. I ritmi e lo stile della giornata. Ciascuno dovrà trovare il modo migliore per sfruttare al meglio le proprie ore di studio, alternandole a quelle – altrettanto necessarie – di svago. Non tutti riescono a studiare di prima mattina, c’è chi magari ha bisogno di alzarsi con più calma, chi lavora meglio nel pomeriggio o chi predilige le ore serali. I genitori dovrebbero fidarsi dei propri figli e dei loro ritmi, quando sono stati efficaci durante l’anno scolastico appena trascorso, senza cercare – anche in questo caso – di imporre ciò che nella loro esperienza era risultato vincente. È importante assicurare ai ragazzi un’adeguata alimentazione, una corretta idratazione e magari coccolarli con piccole gratificazioni sane (frutta, macedonia, tè, tisana etc). Attenzione poi a non andare a dormire troppo tardi, un buon sonno aiuta ad iniziare meglio la nuova giornata di “fatica”!
  6. Fare una pausa e uscire la sera con gli amici. Le pause sono fondamentali durante la giornata, l’ideale sarebbe ritagliarsi del tempo ogni giorno per l’attività fisica: il movimento infatti fa bene e consente di scaricare le tensioni. Anche uscire la sera può aiutare i ragazzi a svagarsi, a patto che la serata sia vissuta in maniera intelligente, responsabile e non deleteria. Via libera dunque a una pizza, una birra o un cinema, attenzione però a non esagerare e soprattutto a non cedere a quelle condizioni dannose e che vanno poi smaltite, con ricadute importanti sul rendimento, la concentrazione e la lucidità (ore piccole, eccesso di alcol o di sostanze).
  7. Concedere un po’ di nervosismo. I ragazzi reagiscono in modo diverso alle situazioni della vita, la maturità in genere crea un po’ di stress. I genitori sono chiamati ad avere pazienza e a concedere ai figli un po’ di nervosismo in più: la gestione dello stress non è facile e l’ esame di stato è uno dei primi banchi di prova per i ragazzi. È poi importante che i ragazzi tengano la propria camera in ordine e rispettino le consuete regole di casa, ma cercate di essere più morbidi e tolleranti alle “defaillances”, è normale che in un momento così delicato siano meno attenti del solito.
  8. È sempre possibile migliorare. Se l’anno scolastico non è stato brillante non bisogna partire dal presupposto che la maturità avrà un esito mediocre o disastroso, è importante spronare i ragazzi a impegnarsi e a fare comunque del proprio meglio per ottenere i migliori risultati possibili. Un eventuale “riconoscimento” della fatica, sotto forma di regalo, alla fine degli esami non deve essere percepito come una mancia: lo studio è importante per loro, è fondamentale per la loro crescita e il loro futuro di uomini e donne e non deve essere finalizzato all’ottenimento di un premio.
  9. Il tempo per i genitori. Anche i genitori sono invitati a prendersi del tempo per loro stessi, staccando dai propri figli e liberandosi così della tensione che il periodo della maturità genera, anche in loro.
  10. Prestare attenzione ai sintomi legati all’eccessivo stress. È importante osservare e ascoltare i propri figli e rivolgersi al medico qualora manifestino sintomi quali: irritabilità, stanchezza eccessiva, difficoltà di concentrazione, scarsa memoria a breve termine, pensieri di preoccupazioni ricorrenti, poca tolleranza verso gli altri, ansia rispetto a cose di scarsa importanza, apatia, tendenza a scoppi di rabbia e pianto, sonno disturbato, difficoltà nell’alimentarsi regolarmente (abbuffate/scarso appetito), dolori diffusi senza una causa particolare, tachicardia, emicrania/ cefalea, vista annebbiata, capogiri.

 

 

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