Stai leggendo Sincope e sicurezza sul lavoro

Benessere

Sincope e sicurezza sul lavoro

27/02/2014

La sincope occorsa durante l’attività lavorativa rappresenta una causa di disabilità improvvisa che può avere conseguenze anche molto gravi sulla sicurezza del lavoratore e/o di terzi. Questo il presupposto del Technical Assessement redatto dalla dottoressa Franca Barbic e dal professor Raffaello Furlan, nominati dalla Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale e dalla Società Italiana di Medicina Interna coordinatori del gruppo di lavoro multidisciplinare sul rischio sincopi in ambito lavorativo.

Alla stesura del testo, pensato per un uso divulgativo in particolare indirizzato ai medici del lavoro, ha contribuito un gruppo di lavoro (formalmente istituito dalle due Società scientifiche) composto da medici internisti esperti di sincope e da medici del lavoro. I componenti si sono confrontati con l’obiettivo di mettere a fuoco i punti critici relativi alla diagnosi e alla terapia della sincope nel soggetto in età lavorativa e di proporre strumenti utilizzabili per l’espressione di un corretto giudizio di idoneità lavorativa. La dottoressa Franca Barbic, specialista in Medicina del Lavoro in Humanitas, ci racconta il valore di questo percorso.

 

La frequenza dell’evento sincopale

La sincope è un sintomo caratterizzato da perdita di coscienza transitoria che si accompagna a perdita del tono posturale, in genere si risolve in pochi secondi o minuti. La sincope è un sintomo comune a un ampio spettro di patologie che includono condizioni benigne e condizioni associate a elevata mortalità come le sincopi di origine cardiaca. La sincope neuro mediata, che è la forma più frequente in particolare in soggetti in età lavorativa, si associa a un rischio clinico molto basso e la prognosi a un anno è sovrapponibile a quella di soggetti che non hanno mai avuto eventi sincopali. L’evento sincopale è frequente nella pratica clinica in quanto rende conto di circa l’1-3% degli accessi in Pronto Soccorso e si stima che l’incidenza di eventi sincopali nella popolazione generale sia circa 20 volte superiore. Un’elevata percentuale di soggetti, circa il 50%, che accede al Pronto Soccorso per un evento sincopale è in età lavorativa e circa l’80% di essi viene dimessa in quanto la sincope in risulta essere di tipo benigno. Succede pertanto che questi pazienti riprendano le loro attività quotidiane, anche lavorative, senza ulteriori valutazioni o in altri casi decidano di abbandonare il lavoro per paura che un evento a elevato impatto emotivo, come è la perdita di coscienza di natura sincopale, possa ripresentarsi.

 

La sincope e le ripercussioni sul mondo del lavoro

La perdita di coscienza, seppur per un breve momento, rappresenta un evento “drammatico” per il paziente e per i familiari e può condizionare in modo importante la vita lavorativa e sociale del paziente stesso. Infatti, alcuni pazienti possono avere paura a riprendere la propria attività lavorativa con il rischio di allontanamenti ingiustificati dal lavoro. D’altra parte c’è anche il rischio della ripresa di un’attività lavorativa a elevato rischio per la sicurezza che, se non adeguatamente gestita, può comportare un pericolo non solo per il lavoratore ma anche per terze persone. Si pensi al lavoro in quota, alla guida di mezzi pesanti o mezzi pubblici o ad attività con rischio di elettrocuzione o di ustione.

 

L’Unità Sincopi in Humanitas

In Humanitas la gestione del paziente con sincope è affrontata anche per quanto riguarda gli aspetti di tipo lavorativo. Infatti, un paziente valutato in Pronto soccorso per sincope e dimesso in quanto valutato a basso rischio dal punto di vista dell’evolutività clinica, nel caso in cui svolga un’attività lavorativa a rischio per la sicurezza, può essere indirizzato all’Ambulatorio Sincopi. In questa sede l’analisi dell’episodio sincopale, gli ulteriori approfondimenti diagnostici e le indicazioni terapeutiche consentiranno di fornire al paziente tutti gli elementi per facilitare, ove possibile, la ripresa della propria attività lavorativa per tutelare la sicurezza propria e altrui. In alcuni casi potranno essere suggeriti interventi di tipo organizzativo da attuare nell’ambiente di lavoro per ridurre il rischio di recidive sincopali. Anche i pazienti per i quali la sincope è stata espressione di una patologia cardiaca o neurologica più grave, al termine dell’iter diagnostico e terapeutico possono essere valutati prima della ripresa del lavoro. Infine presso l’Unità Sincope possono essere valutati, in tal senso, anche pazienti inviati dal medico di medicina generale o dai medici del lavoro che operano sul territorio.

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita