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Sindrome premestruale: come la si affronta

04/03/2014

La maggior parte delle donne sono vittime di disturbi nei giorni antecedenti l’arrivo delle mestruazioni, ma non per tutte si parla di sindrome premestruale.

Come ci spiega la dottoressa Elena Zannoni, responsabile di chirurgia conservativa ed endoscopica e specialista di Humanitas Fertility Center, la sindrome premestruale racchiude un insieme di sintomi, di tipo fisico e psicologico, che si manifestano sempre nei giorni che precedono le mestruazioni e si risolvono al loro arrivo. È quindi una sindrome tipica delle donne in età fertile e ne interessa dal 2% al 5%.

 

Forti sintomi a carico dell’umore

I sintomi caratteristici sono: cambiamenti di umore con irritabilità, tendenza alla depressione, aggressività, maggior stanchezza, crisi di pianto, minor capacità di concentrazione; ma anche cefalea, tensione mammaria, attacchi di fame (soprattutto rivolta ai dolci) e gonfiore (alcune donne registrano anche un aumento di peso in quei giorni). Una condizione dunque che può avere in molti casi notevoli ripercussioni nella vita sociale, nelle relazioni personali come nel lavoro.

 

Le cause della sindrome premestruale

Le cause possono essere molteplici: una diminuzione nell’organismo delle sostanze responsabili dello stato di benessere (come la serotonina); un disequilibrio nel rapporto tra estrogeni e progesterone (il dosaggio ormonale non rileva modificazioni di questi ormoni e in particolare del progesterone, rispetto alla norma, ma è probabilmente il metabolismo del progesterone che risulta cambiato, conducendo alla manifestazione dei sintomi); un’alterazione nel ricambio idrosalino con conseguente calo di alcune sostanze, come il magnesio, che comporta cefalea, crampi e gonfiore. Viene chiamato in causa anche un deficit vitaminico.

 

Un diario dei disturbi

Le donne che riferiscono sintomi in fase pre mestruale sono invitate a compilare un diario in cui annotare, mese per mese, i disturbi e le sensazioni più frequenti: questo consente al ginecologo di verificare la periodicità dei sintomi stessi e diagnosticare quindi una sindrome premestruale vera e propria. La ripetitività dei sintomi per almeno 4-5 mesi è un dato significativo per la diagnosi.

 

Come si può intervenire?

È consigliabile prestare attenzione all’alimentazione: diminuire l’apporto di sale, l’assunzione di alcol e di caffè e il consumo di dolci; al contrario, è importante un corretto apporto idrico (bere almeno due litri di acqua al giorno. Possono essere di aiuto gli integratori minerali a base, per esempio, di magnesio e calcio e/o la supplementazione di vitamine (E, B6). Alcuni studi suggeriscono anche l’assunzione di soia: i fitoestrogeni che vi sono contenuti contribuirebbero a riequilibrare il rapporto tra estrogeni e progesterone.

In commercio esistono preparati che contengono tutte queste sostanze con l’aggiunta di altri rimedi naturali, come l’agnocasto, il gingko biloba o l’olio di enotera.

È importante dedicarsi a un moderato esercizio fisico (camminare, nuotare, correre) o ad attività quali yoga, pilates, shiatsu.

In alcuni casi viene prescritta l’assunzione della pillola anticoncezionale che, inibendo l’ovulazione, permette un bilanciamento migliore tra estrogeni e progesterone, contrastando l’insorgenza dei sintomi caratteristici della sindrome.

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