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Benessere

Quando la testa è fra le nuvole

23/05/2013

La vertigine, situazione in cui vengono meno i rapporti esistenti tra il nostro schema corporeo e l’ambiente che ci circonda, è oggi sempre più diffusa, come ci spiegano i dottori Paola Merlo e Arturo Poletti

 

«Ho la sensazione di avere la testa fra le nuvole», «Mi manca la terra sotto i piedi», «Mi gira la testa». Sono affermazioni che spesso le persone rivolgono al medico per un problema che comunemente si definisce “vertigine”. La vertigine è un sintomo che rappresenta una condizione talvolta invalidante e sempre più di frequente motivo di consultazione medica, come ci dicono la dottoressa Paola Merlo, responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia di Humanitas Gavazzeni Bergamo, Arturo Poletti, responsabile dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria di Humanitas di Rozzano.

Dottoressa Merlo, quali forme può assumere la vertigine?

«La vertigine deriva dalla distorsione dei rapporti di norma esistenti fra il nostro schema corporeo e l’ambiente che ci circonda. Può essere ”oggettiva” quando si ha la sensazione che lo spostamento riguardi l’ambiente rispetto al corpo, e “soggettiva” quando, al contrario, lo spostamento apparente riguarda il corpo rispetto all’ambiente. Si tratta per lo più di un sintomo che deve essere considerato nel contesto generale del paziente e che deve essere anche distinto dalla sensazione di instabilità dell’equilibrio, problematica differente. La vertigine vera e propria a volte può essere l’espressione di una patologia d’organo ed essere un sintomo di alcune malattie neurologiche, anche se in tali casi è difficile trovarla isolata e non accompagnata ad altri segni e sintomi suggestivi per danno neurologico».

Ma da dove trae origine, per essere precisi, la vertigine?

«La diatriba, peraltro molto frequente, che accompagna la diagnosi eziologica della vertigine è se si tratti di un disturbo a carico dal sistema nervoso centrale o sia di origine periferica. E qui nasce la reale necessità della stretta collaborazione integrata dei vari specialisti per la corretta gestione del paziente. Nell’ambito delle patologie neurologiche che possono presentare il sintomo vertigine, deve essere ricordata la patologia cerebrovascolare sia ischemica sia emorragica, in particolare a carico del circolo cerebrale posteriore. Anche alcune forme di cefalea di tipo emicranico possono manifestarsi senza il dolore al capo ma con la vertigine. Esistono patologie neurologiche con prognosi più severa (alcune neoplasie e patologie infiammatorie) che si manifestano con questo sintomo ma è proprio in questi casi che si deve ricordare che non è mai isolata. Dibattuta e controversa, infine, rimane poi la cosiddetta vertigine cervicale legata a problematiche artrosiche del rachide cervicale. In questo caso forse sarebbe più corretto parlare di instabilità dell’equilibrio».

Come viene valutata, dal punto di vista medico, la vertigine?

«Un’anamnesi accurata, il profilo temporale di presentazione e l’esame neurologico sono punti fondamentali per poter raggiungere il corretto inquadramento di questa sintomatologia che deve essere valutata in un contesto multidisciplinare che coinvolga diversi medici, tra i quali gli specialisti della medicina e gli otorinolaringoiatri».

 

Se l’instabilità dell’equilibrio può avere svariate origini sia di natura neurologica, sia posturale, la vertigine può essere espressione di un deficit labirintico come spiega il dottor Arturo Poletti.

Dottor Poletti, quali sono le origini della vertigine?

«I disturbi posturali dovuti a una patologia dell’organo dell’equilibrio (labirinto) vengono spesso impropriamente etichettati come “labirintite” termine in realtà privo di un significato clinico ben preciso. Esistono diverse forme di “labirintopatia”: la più frequente è la vertigine parossistica posizionale, legata al distacco degli otoliti, piccole cristalli di carbonato di calcio presenti normalmente nell’organo dell’equilibrio che, staccandosi dalla loro posizione, concorrono a stimolare in modo anomalo l’organo in concomitanza di determinati movimenti della testa. Ricordiamo poi la Malattia di Meniere dovuta all’alterazione della dinamica dei liquidi contenuti nell’orecchio interno e la neurite vestibolare che determina una perdita improvvisa della funzione di uno dei due labirinti».

Con quali strumenti può essere diagnosticata la vertigine?

«Il corretto inquadramento di un disturbo dell’equilibrio richiede un’attenta valutazione clinico-anamnestica affiancata a indagini clinico-strumentali mirate, come la valutazione audiologica e vestibolare e la Risonanza Magnetica cerebrale, passaggi necessari per poter formulare una diagnosi e impostare un’adeguata terapia».

 

A cura di Luca Palestra

 

 

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