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Benessere

Eccessiva sonnolenza diurna, è sindrome delle apnee ostruttive nel sonno?

28/10/2016

Eccessiva sonnolenza diurna, cosa c’è dietro? Di fronte ad un film le palpebre si fanno pesanti e ti addormenti. Stai leggendo un romanzo e,  a poco a poco, le righe si confondono e schiacci un pisolino. Sei in compagnia attorno ad un tavolo e le parole dei tuoi amici si fanno un brusio indistinto, fino a non essere più avvertite perché stai sonoramente russando. Sono molti gli italiani, circa il 15% della popolazione della Penisola, che si è trovato occasionalmente o si riconosce abitualmente in queste situazioni.

L’eccessiva sonnolenza diurna (ESD) è uno tra i sintomi più chiari ed eclatanti della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS): nel nostro Paese ne sono affetti 4 milioni e quattrocentomila persone, sia uomini che donne, di età compresa fra i 30 e 60 anni. Non sempre è facile riconoscere in questa “matta voglia di pennichella” un vero e proprio disturbo. Molte persone, infatti, tendono a minimizzare il problema, liquidandolo come stanchezza e spossatezza.

Inoltre vi è ormai una vasta letteratura che conferma l’associazione tra l’OSAS e l’aumento del rischio di incidenti stradali, a causa dell’eccessiva sonnolenza diurna: gli incidenti alla guida causati da OSAS rappresentano il 22% della casistica totale. Infatti la sonnolenza si traduce in un deficit neurocognitivo che può influenzare la prontezza al volante.

(Per approfondire leggi qui: Apnee ostruttive del sonno, il rischio d’incidenti sul lavoro raddoppia)

Dall’eccessiva sonnolenza diurna all’OSAS

In considerazione di quanto detto l’ESD dovrebbe suggerire indagini approfondite e che valutino eventuali disturbi della respirazione, della qualità del sonno, dello stato funzionale del paziente (al mattino e durante il giorno) ed i  fattori di rischio connessi. Per prendere coscienza dell’entità del problema, sono utilizzati dei questionari standardizzati come la Epwoth Sleepness Scale (EES): 8 quesiti cui si può rispondere attribuendo una valutazione che oscilla da 0 a 3. Verrà chiesto, ad esempio, con quale probabilità ci si appisola durante la lettura, durante la visione della TV, a teatro o al cinema, in automobile, immediatamente dopo il pranzo o nel corso di una conversazione.
Se la valutazione finale mostrerà un totale superiore al 10, potrebbe essere utile chiedere un consulto medico. Tanto più se, alla eccessiva sonnolenza diurna, si affiancano ulteriori sintomi come cefalea mattutina, bocca secca al risveglio, umore mutevole, difficoltà di concentrazione e memoria.

(Per approfondire leggi qui: Sindrome delle apnee ostruttive del sonno, l’obesità tra fattori di rischio)

Riconosciute queste avvisaglie di una potenziale OSAS interverrà lo specialista. “La diagnosi viene affidata all’esecuzione dell’esame polisonnografico (monitoraggio cardio-respiratorio del sonno) grazie al quale si possono rilevare apnee e ipopnee, classificare il disturbo e circoscrivere la fase del sonno in cui si verificano. Alla luce dei parametri registrati si può avere una visione panoramica e completa dell’OSAS, riuscendo quindi a distinguere quadri lievi, moderati, fino alle forme più severe”, spiega il dottor Alessandro Bianchi, otorinolaringoiatra presso il Centro di Roncopatia di Humanitas Mater Domini.

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