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Benessere

Paracetamolo, poco efficace contro mal di schiena e osteoartrite

08/04/2015

Inefficace contro il dolore lombare, poco benefico per l’osteoartrite. Il paracetamolo, usato come analgesico di prima linea per la lombosciatalgia, sarebbe poco più che un placebo secondo una ricerca dell’Università di Sydney. Inoltre avrebbe degli effetti collaterali pericolosi sulla funzionalità del fegato.

Lo studio, pubblicato di recente su The british medical journal, è una revisione completa e sistematica di diverse pubblicazioni. Il team di ricerca ha setacciato i dati di 13 sperimentazioni cliniche su pazienti affetti da lombosciatalgia e osteoartrite all’anca e al ginocchio, dall’inizio degli anni ’80. Le sperimentazioni comparavano gli effetti del paracetamolo e di placebo. Non è emersa alcuna differenza significativa nella gestione del dolore, inoltre il 7% degli assuntori di paracetamolo ha accusato funzioni epatiche “alterate”. Questa percentuale scendeva al 2% nel gruppo di placebo.

Il paracetamolo, un buon analgesico per dolori lievi

«Le controindicazioni dell’assunzione del paracetamolo sul fegato sono note da tempo, ma l’epatotossicità è un rischio se il dosaggio è elevato. In Italia, nei casi non gravi, la somministrazione di paracetamolo arriva a 3 grammi al giorno», spiega la dottoressa Barbara Baroni, fisiatra del reparto di Riabilitazione ortopedica di Humanitas.

Tanto la lombalgia quanto l’osteoartrite all’anca o al ginocchio sono tra le prime cause di disabilità a livello globale. Per numero di anni persi per via della disabilità, la lombosciatalgia è al decimo posto secondo il rapporto Global burden of disease. L’osteoartrite è invece la forma più comune di artrite, la sua prevalenza si attesta sul 9,6% degli uomini e il 18% delle donne con più di 60 anni.

«Questo lavoro dell’Università di Sydney dimostra che non c’è un farmaco ideale per il dolore, per il trattamento analgesico personalizzato. Nelle patologie al centro della ricerca il paracetamolo è inefficace perché non svolge un’azione antiinfiammatoria. Tuttavia resta un buon farmaco analgesico per i dolori lievi o moderati perché ha effetti collaterali ridotti e perché può affiancarsi ad altri farmaci, non andando a interagire con essi. È bene comunque ricordare che non esiste una terapia che vada bene per tutti. Questa va personalizzata in base al soggetto che risponderà in maniera differente in base alle proprie caratteristiche» conclude la specialista.


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