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Botulino, i consigli del prof. Klinger

17/10/2014

Di rughe, botulino e chirurgia estetica ha parlato il professor Marco Klinger, responsabile di Chirurgia plastica in Humanitas e docente dell’Università degli Studi di Milano, a Elisir, la trasmissione di Rai 3 che si occupa di salute.

La prima constatazione espressa dal chirurgo plastico è che di botulino si parla molto, ma non tutti sanno esattamente che cosa sia e quali siano i suoi effetti: «Il botulino non è una pratica chirurgica, ma semi-chirurgica che viene eseguita in studio. In genere viene identificato con il cambiamento delle labbra, con cui invece non c’entra niente».

Che cos’è dunque, nello specifico, il botulino?

«Il botulino è una tossina che in origine veniva utilizzato per correggere lo strabismo, fino a quando ci si è resi conto che come risultato parallelo provocava lo spianamento di alcune rughe della fronte e della parte appena sopra il naso. Se assunto in quantità elevate – 100 volte quelle che vengono utilizzate per scopi estetici – il botulino provoca una malattia molto grave. È quello che si trova nelle scatolette che contengono alimentari quando sono scadute da lungo tempo, che vanno buttate senza esitazioni. Quello prodotto in laboratorio per fini estetici, invece, ha la capacità di indebolire e in alcuni casi addirittura di bloccare l’attività di alcuni gruppi muscolari».

L’eliminazione delle rughe si ottiene dunque bloccando alcuni muscoli facciali?

«Sì, con le iniezioni di botulino, o botox, si ottiene questo effetto, così come si può far sì che torni al suo posto il sopracciglio che tende a crollare. Il tutto per un certo tempo: l’effetto di un’iniezione di botulino può durare dai tre ai sei mesi, dopo di che l’iniezione può essere ripetuta con le stesse dosi o può anche essere interrotta, senza problemi».

In caso di complicazioni che cosa succede? Si può tornare indietro?

«Le complicazioni derivanti da botulino sono rare e derivano per lo più dall’uso di prodotti scadenti, provenienti da Paesi che non offrono garanzie di qualità, o dal fatto che chi vi sottopone aveva delle patologie preesistenti oppure ancora da errori dell’operatore. Quando viene usato in piccole dosi e in situazioni normali il tempo provvede a sistemare anche le eventuali anomalie sorte, come la caduta della palpebra, che può essere tra l’altro sistemata anche con l’uso di colliri specifici».

Guarda l’intervista completa del prof. Marco Klinger a “Elisir”, su Rai 3.

 

Il professor Marco Klinger ha di recente pubblicato un nuovo libro “La chirurgia plastica in 600 risposte”, insieme a Rodolfo Colarizi, edito da Sperling & Kupfer. Clicca qui per avere maggiori informazioni.

 

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