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Cos’è la clamidia e come si cura

10/12/2003

Un batterio che si trasmette sessualmente e che colpisce una donna su dieci. La clamidia, un’infezione comune e curabile, è conosciuta anche come l’epidemia silente perché il 75% delle donne e il 50% degli uomini non lamenta alcun sintomo. “Quando invece si verificano, circa una o due settimane dopo il contagio, i sintomi sono aspecifici come bruciore e prurito”, spiega il dott. Gianluigi Bresciani. Questo significa che molte persone, non sapendo di aver contratto la Clamidia, continuano ad avere rapporti sessuali e in questo modo trasmettono l’infezione.

La Clamidia è una malattia sessualmente trasmessa molto comune soprattutto tra giovani adulti al di sotto dei 25 anni e gli adolescenti. “In Italia, ad esempio, il 15-20% delle ragazze la contraggono – spiega il dottor Bresciani –. Tuttavia l’infezione va affrontata molto seriamente e non sottovalutata: anche se è sufficiente un antibiotico comune per eliminare il batterio responsabile della patologia, la Clamidia, se non curata, può avere conseguenze irreversibili molto gravi: Pid o malattia infiammatoria pelvica, che si manifesta con dolori cronici a livello pelvico, infertilità nella donna e sterilità nell’uomo”.

Come si contrae la Clamidia?

La trasmissione dell’infezione avviene principalmente attraverso il rapporto sessuale, al contatto con le secrezioni delle mucose genitali o con lo sperma di una persona infetta. Si tratta di un batterio, un microrganismo parassitario, quindi a nulla vale un’attenta igiene intima. Inoltre anche chi in passato ha già contratto la Clamidia è sempre esposto al contagio e occorre quindi una particolare attenzione quando si ha un nuovo partner oppure se si hanno frequenti rapporti con partner differenti. L’uso del preservativo riduce notevolmente le possibilità di infezione.
Non solo, al momento del parto una madre affetta da Clamidia può infettare il proprio figlio. Alla nascita di solito non ci sono sul bambino segni evidenti della malattia. Una o due settimane dopo il parto, però, l’infezione incomincia a manifestarsi con infezioni agli occhi oppure polmonite.

Che consigli dare alla giovane donna?

“I sintomi dell’infezione sono all’inizio blandi, se non addirittura inesistenti (silenti). Il primo consiglio, se si è sessualmente attivi, è di fare dei controlli periodici dal ginecologo. La Clamidia può infatti rendere la donna infertile. Infatti, il batterio, che al momento del contagio si trova sulla cervice o sul collo dell’utero, può risalire l’apparato genitale femminile fino a raggiungere le ovaie e l’addome. A questo punto, i dolori pelvici cronici e l’infiammazione delle tube di Falloppio possono alterare anatomicamente l’apparato genitale femminile e bloccare il percorso dell’uovo verso le tube.
Non devono quindi essere sottovalutati sintomi aspecifici come bruciore durante la minzione, strane perdite dalla vagina di muco o pus, una leggera febbre accompagnata da nausea, sanguinamento tra i periodi mestruali, dolore durante il rapporto sessuale, tensione addominale e uterina o leggeri ma continui crampi all’addome. In tutti questi casi è importante andare immediatamente dal ginecologo e, nel dubbio, avvertire il partner ed evitare nuovi rapporti sessuali”.

A che cosa deve prestare attenzione l’uomo?

Nell’uomo i sintomi sono minori rispetto alla donna. Tra questi c’è una sensazione di bruciore durante la minzione. Si tratta però di dolore molto modesto e in genere scompare dopo un paio di giorni. “Più frequenti, invece, sono perdite dal pene di pus, prurito e orchite, vale a dire dolore e rigonfiamento dei testicoli dovuti a infiammazione. Se il batterio risale l’apparato genitale attraverso l’uretra sino al testicolo il risultato non è l’infertilità come nelle donne, ma la sterilità”.

Come si diagnostica la Clamidia?

Per accertare la presenza di batteri nella cavità vaginale o sul pene viene prelevato del materiale biologico con un tampone sterile. “Dopo un breve strofinamento della mucosa – chiarisce il ginecologo –, il tampone viene riposto in un contenitore sterile e il materiale cellulare raccolto verrà esaminato nel laboratorio di analisi. Una diagnosi accurata è fondamentale non solo perché il trattamento deve iniziare il più presto possibile, ma anche perché la Clamidia presenta sintomi simili ad un’altra malattia sessualmente trasmessa, la gonorrhoea. A volte le due patologie si presentano insieme, ma richiedono cure differenti”.

Come si cura la clamidia?

La Clamidia si cura facilmente con un antibiotico da assumere per via orale, di solito eritromicina, tetraciclina o azitromicina. Se l’infezione è accertata è importante somministrare lo stesso trattamento anche al partner per evitare un nuovo contagio e sottoporsi, soprattutto le donne, a controlli periodici.

Parlarne con il partner

Può risultare difficile spiegare al partner che si è contratta la Clamidia. È però necessario, perché molte persone non sanno di esserne affetti e prima lo si comunica al compagno o alla compagna e prima può iniziare a curarsi. Inoltre la Clamidia può essere trasmessa e presa dalla stessa persona, quindi guarire dall’infezione non serve a nulla se il partner risulta ancora contagioso.

A cura di Marco Renato Menga

In alto un’immagine al microscopio del batterio Clamidia

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