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Bellezza

Gambe belle, gambe sane

11/04/2014

L’esigenza che ogni donna ha di mantenere la bellezza delle proprie gambe non risponde solo a un’esigenza estetica. Prendersi cura dei propri arti inferiori cercando di evitare il comparire di vene e capillari significa tenere sotto controllo non un semplice inestetismo, ma il probabile segnale di qualche patologia venosa, come ci dicono le dottoresse Maria Elena Barzaghi e Alessandra Beretta dell’Unità operativa di Chirurgia Vascolare di Humanitas Gavazzeni.

Come si formano e come si preannunciano le patologie venose alle gambe?

«Le patologie venose alle gambe colpiscono in particolare le donne, per questioni legate alla produzione ormonale o in presenza di gravidanza. Si presentano con vari sintomi, da non sottovalutare, che vanno dai crampi notturni al formicolio alle gambe, dalla sensazione di pesantezza al gonfiore alle caviglie, dal dolore diffuso alla presenza di capillari visibili. Fino ad arrivare alle vene varicose e alla iperpigmentazione della pelle».

Che cosa ci dicono, questi segnali?

«Che è meglio intervenire, sottoponendosi a una visita per verificare che cosa non stia andando per il verso giusto. È importante farlo, dal punto di vista della salute, perché segnali che possono apparire di poco conto possono nel tempo trasformarsi in patologie di una certa gravità. Basti pensare che, ad esempio, le vene varicose possono complicarsi in flebiti o trombosi».

A quale tipo di esame ci si deve sottoporre, in caso di patologie venose alle gambe?

«Il primo passo è effettuare un ecocolordoppler, esame indolore e non invasivo che permette di verificare che non ci sia presenza di problemi di tipo vascolare. Questo esame consente di capire se può essere sufficiente, per eliminare i sintomi, correggere il proprio stile di vita – puntando su un’alimentazione corretta e una costante attività fisica – oppure se sia necessario ricorrere a una terapia medica. Se invece si è in presenza di situazioni più complesse, perché magari si è atteso troppo tempo prima di intervenire, è pensabile anche, a seconda del singolo caso, dover ricorre a un trattamento chirurgico».

 

                                                                                            Risposte della dottoressa Maria Elena Barzaghi

dell’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare di Humanitas Gavazzeni

                                                                                            Risposte della dottoressa Alessandra Beretta

dell’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare di Humanitas Gavazzeni

 

 

 

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