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Bellezza

Fatte, rifatte (e non più contente!)

15/10/2002

Gent.ma dott.ssa Mencaglia,
sono una donna di 42 anni, e con il passare degli anni ho voluto aiutare “madre natura” con qualche ritocco per poter migliorare il mio aspetto che non sempre mi soddisfava. Mentre ero all’università ho voluto il nasino più piccolo. Ma non mi piaceva ancora per cui 5 anni dopo mi sono sottoposta a un altro intervento. Poi ho voluto modificare la bocca. La questione è che le mie labbra erano troppo sottili, ma l’intervento non mi rendeva mai contenta e sono intervenuti su di me ben 3 volte. Non capisco perché tutti gli altri ottengono risultati migliori dei miei! Non capisco se il tempo deteriora il risultato o se io sono stata sfortunata nella scelta del chirurgo estetico.
Laura, Codogno

Credo che sia importante chiarire la motivazione che l’ha spinta a farsi ritoccare. Tendenzialmente sono d’accordo che la chirurgia plastica serva a risolvere difetti estetici come, per esempio, un brutto naso storto o problematiche più importanti, legate spesso a traumi o ad incidenti. Esiste, però, una chirurgia estetica che cerca di gratificare quell’aspetto un po’ narcisistico che è presente in ognuno di noi. Quindi ci si sottopone a un intervento di chirurgia estetica per correggere un naso aquilino, o con la gobba, per aumentare o ridurre il volume del seno o delle labbra.
Bisogna in questo caso riflettere se questa necessità serva a coprire un’insoddisfazione di altro genere, solitamente creatasi su basi psicologiche. Esistono poi cause diverse legate a modificazioni nell’aspetto come un forte dimagrimento, che riduce anche il seno, e spesso lo rende meno bello, svuotato, meno florido. Qui si può pensare ad un intervento chirurgico dove si tenderà a rimodellarlo e si ricorrerà all’inserimento di una protesi. Succede che qualche volta quel seno, tanto desiderato, non lo si sente come ‘proprio’, oppure non è come quello che si aveva in mente. In questo caso sarebbe utile considerare il fatto di poter accedere a tutte le informazioni possibili e non fermarsi al primo consulto, quando non si è certi di aver compreso perfettamente il contenuto ed i ‘limiti’ dell’intervento a cui ci si sottoporrà.
Un altro aspetto importante su cui riflettere è il legame della chirurgia estetica alla negazione dell’invecchiamento, ed il desiderio di poter rimanere sempre giovani, piacenti, tonici. Sui settimanali spesso si vedono personaggi per cui il tempo è come se non passasse mai, ed in alcuni casi si arriva a modifiche fisiche tali da assumere parvenze grottesche: forse bisognerebbe imparare, con il trascorrere del tempo, a modificare il proprio atteggiamento nei confronti del proprio fisico, e trattarlo non come unico tramite nelle relazioni con gli altri, continuando a pensarlo come strumento di ‘collegamento’ sociale, ma come mezzo che racconta la nostra storia personale, di sostegno ad altri aspetti caratteriali, che negli anni, con la maturità, acquistano importanza.

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