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Benessere

Arturo Poletti: tutta questione di equilibrio

12/03/2004

Girare la testa, sollevarsi, piegarsi, oppure stare tranquillamente seduti. Si tratta di azioni naturali al pari di tanti altri movimenti o atteggiamenti del nostro corpo , che si compiono quasi istintivamente, senza fare attenzione a come stare in equilibrio. Ancora di più accade per i movimenti degli occhi, compiuti in modo quasi automatico, e che riguardano proprio la nostra percezione dello spazio. A questo, infatti, provvede il nostro cervello, che, attraverso un sofisticato sistema, coordina i segnali di “posizione” e di “movimento” raccolti da un piccolo organo, per poi trasmetterli ai muscoli, stabilizzando la posizione della testa rispetto al tronco e degli occhi tra di loro. Non un lavoro da poco. Il piccolo strumento che ci tiene ben piantati per terra, è l’organo dell’equilibrio. Quando capita che abbia dei disturbi, che vada in sofferenza, si manifestano sensazioni molto sgradevoli e, a volte, tanto forti da far vivere chi le ha provate in uno stato d’ansia al solo pensiero che si ripresentino. Per fortuna capita abbastanza di rado, come spiega il dottor Arturo Poletti, responsabile dell’unità operativa di Otorinolarigoiatria in Humanitas.

Uno strumento prezioso
L’organo dell’equilibrio e quello dell’udito (coclea) si trovano nell’osso temporale, che corrisponde alla zona del cranio dell’orecchio esterno. L’organo dell’equilibrio (o labirinto posteriore), come si chiama in termini medici, è formato dai canali semicircolari, al cui interno si muove un fluido (endolinfa) che li rende abili a valutare le accelerazioni angolari della testa nei tre piani dello spazio, e dal vestibolo formato a sua volta dall’utricolo e dal sacculo nei quali la pressione esercitata da piccoli “sassolini” (otoliti), fa rilevare la gravità e le accelerazioni lineari.

Perdere la bussola
Quando questo meccanismo smette di inviare i giusti segnali, si manifestano, improvvisamente, problemi di equilibrio. I cosiddetti disturbi vestibolari, più lievi, trasmettono una sensazione di capogiro, simile a quella che si prova al momento dello sbarco dopo un lungo viaggio in nave (manca la terra sotto i piedi), oppure inducono una certa instabilità sia nei movimenti che nello stare semplicemente seduti e fermi. I più violenti, come nella perdita improvvisa della funzione vestibolare, sono rappresentati da una crisi vertiginosa (vertigine parossistica) che fa perdere la cognizione dello spazio circostante, dando, a chi ne è colpito, la sensazione che l’ambiente gli ruoti attorno (o viceversa). Questo è dovuto all’allucinazione indotta da un movimento particolare degli occhi che si chiama nistagmo.

Vertigini e ansia
La capacità di contrastare gli effetti negativi di un disturbo dell’organo dell’equilibrio, dipende molto anche dalla stabilità emotiva dei singoli individui: tanto più ci si lascia sopraffare dall’attacco che si è avuto o che magari è in atto, tanto più sarà difficile riprendersi. Questo succede anche perché la vertigine tende a generare uno stato d’ansia, che a sua volta alimenta la vertigine e produce un circolo vizioso. Allora da un iniziale disturbo organico, reale, certo molto fastidioso e che non si riesce a dominare, può nascere la paura, il terrore che la vertigine si possa ripetere e possono comparire i capogiri e altri sintomi tipici.

Quali sono le cause?
La vertigine parossistica, si verifica quando i sassolini (otoliti) si spostano andando a premere su zone dell’organo che non sono loro proprie. Si tratta di una manifestazione molto intensa, ma che fortunatamente, grazie a un sistema di compensazione naturale, ha una durata definita. Tra le cause che la possono generare, le uniche accertate, ma sicuramente non le sole, sono i traumi cranici e i colpi di frusta che inducono una brusca decelerazione . Anche la neurolabirintite, cioè l’infiammazione dell’organo dell’equilibrio, può provocare la comparsa di crisi vertiginose; spesso ne sono responsabili le infezioni, quelle virali in special modo, con i virus dell’herpes zoster e quelli influenzali, anche se quest’ultimo caso non è molto frequente. Anche in questo genere di episodi i disturbi possono durare una o due giornate e poi tendono progressivamente ad esaurirsi.

Come si cura
Non ci sono terapie veramente efficaci contro i disturbi dell’equilibrio, e gli episodi di vertigini tendono a risolversi da soli. In genere si cerca di far sopportare nel migliore dei modi la nausea e il vomito, che quasi sempre vi si accompagnano. Nel caso della vertigine parossistica (quella dei sassolini), ci sono delle manovre che si possono compiere allo scopo di allontanare i sassolini dal posto sbagliato in cui si trovano; la più nota e utilizzata è quella di Semont, dal nome del fisiatra francese che l’ha ideata.
Il disturbo vestibolare colpisce donne e uomini nello stesso modo, mentre la vertigine parossistica è lievemente più frequente nel sesso femminile.

Compensazione naturale
Se i disturbi si manifestano ad entrambi gli organi (destro e sinistro) contemporaneamente, il risultato sarà un alterato controllo della stabilità oculare con la sensazione che gli oggetti si muovano al muoversi della testa (oscillopsia). Quando a soffrire è un solo organo, invece, il cervello cerca di correre ai ripari abbassando l’attività del sistema vestibolare “sano” ed esaltando per contro quella dell’organo in sofferenza. Tale compensazione spontanea riesce tanto meglio e tanto più rapidamente quanto più la persona è giovane e in salute. Anche in questo caso risulta di fondamentale importanza la capacità dell’individuo di dominare l’attacco, tenendo a bada l’ansia grazie all’autocontrollo.
Un meccanismo, questo della compensazione naturale, tanto efficace che anche le persone alle quali l’organo è stato asportato o cui è stata annullata la funzionalità del nervo che ne trasmette le percezioni, riescono a condurre una buona vita di relazione.

Altre cause di vertigini
Ci sono diverse malattie che hanno tra le loro manifestazioni la comparsa di vertigini. Per esempio la sindrome di Ménière, dovuta probabilmente al mancato equilibrio tra la produzione e l’assorbimento dell’endolinfa (il fluido che circola nei canalini dell’organo). Essa comporta problemi sia per l’organo dell’udito (abbassamento della capacità uditiva) che per quello dell’equilibrio. La causa è sconosciuta e per questo non esiste una terapia veramente efficace. Nei casi in cui le crisi impediscono una corretta vita di relazione si blocca artificialmente l’attività dell’organo o si interrompe la continuità del nervo vestibolare.
Esistono anche vertigini da emicrania, che compaiono quando i problemi di vasodilatazione alla base della malattia si instaurano nell’organo o nei centri nervosi dell’equilibrio; in questo caso la terapia per l’equilibrio coincide con quella per l’emicrania. Esistono poi crisi vertiginose ricorrenti nelle persone che hanno problemi di circolazione, tra cui, per esempio, i diabetici e gli ipertesi.
La vertigine può essere anche un sintomo legato alla presenza di una neoformazione del nervo acustico. Per questo motivo l’inquadramento delle vertigini richiede sempre un’attenzione particolare da parte del medico che spesso dovrà prescrivere le indagini radiologiche atte ad escludere queste importanti patologie retrococleari.

A cura di Giorgia Diana

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