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Prevenzione

Posture scorrette e dolori al collo, i rischi dall’abuso di tecnologia

29/12/2018

Una recente ricerca della University of Delaware (Usa) pubblicata su Journal of motor behaviour ha suggerito come l’utilizzo dello smartphone mentre si cammina impatterebbe sull’andatura. I ricercatori hanno chiesto a 22 soggetti adulti in salute di digitare dei numeri sul proprio telefono ma camminando su un tapis roulant. “Il team ha visto come i partecipanti fossero indotti a modificare la propria andatura per minimizzare il rischio di caduta e per restare stabili”.

 

Cosa succede a chi cammina e usa il telefono?

“Innanzitutto rallenta il cammino e poi tende a fare passi più lunghi, con l’ampiezza dell’andatura che si amplia”, risponde la dottoressa Castagnetti. Nel lungo periodo invece le conseguenze possono essere visibili sulla parte superiore del corpo: “Ci si curva in avanti, si acquisisce l’abitudine a guardare per terra quando si cammina e si antepongono le spalle. In questo modo la muscolatura cervicale si contrae ma non solo. I tendini delle spalle hanno meno spazio a disposizione per scorrere. L’atteggiamento cifotico diventa costante, quasi non rendendosene conto”.

 

Tecnologia, cervicale ed esercizi di rinforzo

L’abuso di tecnologia, per lavoro o per svago, magari con le dita che scorrono sullo schermo dello smartphone può lasciare in eredita il cosiddetto “text neck” o “tech neck”. È un’espressione con cui ci si riferisce ai dolori, alla fatica e agli spasmi muscolari a carico di spalle e collo (“neck”) causati dall’uso eccessivo dei dispositivi hi-tech (to text in inglese significa scrivere un testo, ad esempio per comporre un sms o chattare).

Come evitare la comparsa di questi fastidi? Meglio non camminare con il telefono in mano, non curvarsi troppo e per troppo tempo sul dispositivo, cercando di tenere il dispositivo all’altezza degli occhi per non piegare il collo.

Ma per prevenire la “cervicale”, ovvero la cervicalgia, si possono praticare degli esercizi per rinforzare «la muscolatura estensoria posteriore del collo ma anche, se non soprattutto, quella che stabilizza le scapole. Ad esempio si può mettere il palmo della mano sulla fronte ed esercitare due forze opposte: con il capo, come se volesse sbarazzarsi della mano, e con la mano stessa che invece preme. In questo modo il muscolo non si muove ma si contrae e si rinforza».

Un altro utile esercizio è per evitare che le scapole sporgano in avanti causando problemi ai tendini: «Distesi sul letto, a pancia in giù, si alzano le braccia posteriormente verso l’alto fin dove si riesce, magari a mezza altezza, con l’accortezza di “chiudere” le scapole. In questo modo lavorano i muscoli stabilizzatori scapolari».

 

Collo sotto stress anche con il tablet a letto

Come ha concluso uno studio della Washington State University (USA) pubblicato su Ergonomics, usare il tablet determina un aumento della forza di gravità sul collo rispetto alla postura neutra. L’aumento è maggiore se il tablet è usato in grembo o se messo su una scrivania, senza supporto. Cosa succede in questi casi? «Nel primo ci si curva ancora di più, nel secondo si tende a flettere la testa. Bene utilizzarlo su un leggio o sfruttando i supporti di cui sono spesso dotate le cover dei dispositivi».

Attenzione anche quando tablet e portatili vengono usati a letto: «Il rachide è flesso nella zona cervicale e dunque c’è tensione. Le spalle, invece, non vengono anteposte e quindi non c’è sovraccarico su di esse».

 

Pc fisso, attenzione a mouse e tastiera

A casa o in ufficio con PC fisso, mouse e tastiera, aumentano i rischi per muscoli e tendini. Come minimizzare tali rischi? «Il monitor dev’essere all’altezza degli occhi, con lo sguardo leggermente in basso; la tastiera esterna parallela al bordo del tavolo e a non meno di 20 cm da questo per poggiare gli avambracci e rilassare le braccia; il mouse molto vicino alla tastiera, senza che il polso sia costretto a piegarsi. Importante anche la sedia che deve assecondare le curve naturali della colonna vertebrale e tenere le gambe con le ginocchia ad angolo retto, senza che queste appoggino direttamente alla sedia».

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