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Alimentazione

Latte, tutto quello che devi sapere: dal giusto consumo alle intolleranze, i benefici e le proprietà

27/03/2018

Oltre a fornire ai bambini una varietà di vitamine, minerali e altri nutrienti utili alla crescita, il latte è un alimento particolarmente importante per aiutare a costruire e a mantenere forti le ossa.

Essenziale nella nutrizione infantile, il latte di mucca fornisce proteine, vitamina D, calcio, vitamina A, proteine, vitamina B12 e potassio ed è da preferire ad altre bevande meno nutrienti ma ugualmente apprezzate dai bambini come le bibite o i succhi di frutta. Dopo i 12 mesi, in assenza di allergie o intolleranze, i bambini dovrebbero consumare latte vaccino intero e dovrebbero passare a quello scremato dopo i due anni. Se si tratta bambini in sovrappeso il passaggio a una bevanda meno calorica è indicata anche dopo il primo anno di età. Ne parliamo con la dottoressa Manuela Pastore, dietista di Humanitas.

 

La giusta quantità di un alimento nutriente ma calorico nell’età evolutiva

Quanto latte dovrebbero consumare i bambini? Per rispondere a questa domanda è fondamentale tenere in considerazione l’età dei soggetti e la presenza di patologie o problematiche fra cui il sovrappeso. Se parliamo di bambini sani, fra i 2 e gli 8 anni i nutrizionisti ne consigliano 2 tazze ogni giorno, fra i 9 e i 18 anni si può arrivare anche a 3 tazze. Se ai bambini non piace il latte è necessario trovare un sostituto di questo importante alimento scegliendo nella lista dei derivati come formaggi e yogurt o di altri cibi ricchi di calcio e vitamina D.

 

Il latte fa bene anche agli adulti?

Il latte è tra gli alimenti più ricchi di calcio, un minerale essenziale per la salute delle ossa perché aiuta a prevenire l’osteoporosi. Ma l’apporto di calcio che è in grado di regalare il latte deve accompagnare tutto il corso della vita di uomini e donne o è particolarmente indicato in alcune fasi? Vale la pena chiedersi se da adulti sia o meno necessario.

“Un buon apporto di calcio è fondamentale fin dalla prima infanzia e per tutta la fase di  crescita – ha commentato Pastore -: il picco osseo si ha verso i 21 anni, pertanto è fondamentale raggiungere una buona riserva di  calcio in queste fasi per poi mantenerla durante l’età adulta”.

Sull’efficacia dell’assunzione di latte dopo il periodo dello sviluppo è infatti tuttora in corso un dibattito nella comunità scientifica. Alcune ricerche negli ultimi anni hanno portato nuove evidenze sugli effetti dell’assunzione di latte sull’organismo. Una ricerca del 2013 della Harvard University ha criticato le linee guida americane che indicano tre tazze di latte al giorno come la quantità ideale per adulti e adolescenti dai 9 ai 18 anni.

Altri studi hanno invece preso in esame il consumo di latte e il rischio di fratture. Una ricerca del 2014, pubblicata sul British Medical Journal e condotta su oltre 100 mila uomini e donne svedesi, ha associato il consumo di latte negli adulti a un aumento del rischio fratture nelle donne. Tuttavia, sottolineano i ricercatori, i dati devono essere interpretati con cautela data la natura osservazionale dello studio. “Il latte non è importante solo per il calcio ma anche per la vitamina D – ha aggiunto anche la dietista di Humanitas -, così come il livello di attività fisica che aiuta a fortificare le  ossa. Queste due componenti sono fondamentali in uno studio sulla correlazione tra fratture e fattori nutrizionali”.“Bere latte in età adulta può essere utile per raggiungere il fabbisogno di calcio, minerale prezioso per la salute di ossa e denti e per la regolazione del metabolismo osseo – ha inoltre spiegato la dottoressa Manuela Pastore, dietista clinico dell’ospedale Humanitas -. Sardine, crostacei e molluschi, cicoria, cavoli, broccoli, indivia, bieta, semi di sesamo, aringa, soia, fichi, asparagi, farina di segale, mandorle, avena, amaranto in chicchi: sono alimenti che contengono buone fonti di calcio, insieme alle acque calciche, e che possono essere introdotti nell’alimentazione per soddisfare il fabbisogno di questo nutriente”.

Tipi di latte

La legge italiana stabilisce che può essere definito latte solo quello vaccino, di capra o di pecora. In commercio però esistono tanti tipi di bevande che possono sostituire il latte vaccino in maniera egregia anche dal punto di vista nutrizionale. Vediamo allora quali e quanti tipi di bevande (definite spesso impropriamente latte) esistono e quale risorsa rappresentano per la salute delle diverse età della vita.

 

 

Allergie e intolleranze

In presenza di un’allergia alle proteine del latte è necessario privarsi completamente di questa bevanda così come di altri latticini. Più comune di un’allergia al latte è invece una intolleranza al lattosio che può provocare un accumulo di gas intestinali, diarrea, dolori addominali, nausea e gonfiore per mancanza dell’enzima “lattasi” che scinde il disaccaride lattasi nei suoi  monosaccaridi: glucosio e galattosio. I disaccaridi non possono essere assorbito come tale ma necessita dell’azione enzimatica.

Bambini e adulti affetti da intolleranza al lattosio hanno difficoltà a digerire il lattosio ma talvolta sono in grado di consumare senza problemi gli altri prodotti derivati.

“La gran parte degli intolleranti al lattosio è in grado di digerire piccole quantità di lattosio – ha commentato Pastore – mentre gli risulta difficile tollerare accumuli o grandi quantità ingeriti in un unico momento”.

 

Virtù e proprietà del latte

Considerato un rimedio della nonna per favorire il sonno, alcune mamme ripropongono questo alimento ai propri figli pensando che li aiuti a dormire meglio.

“Bere una tazza di latte o mangiare alcuni frutti come mele o banane aiuta a conciliare il sonno dei bambini – ha confermato il dottor Vincenzo Tullo, specialista neurologo e responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee di Humanitas –. È bene però che, insieme al latte prima di andare a dormire, i bambini limitino, fin dal pomeriggio, il consumo di bevande contenenti sostanze eccitanti come la caffeina, evitando anche che mangino in maniera disordinata, con troppi snack dolci o salati che possono disturbare la digestione”.

 

Il golden milk: latte e curcuma

Latte e curcuma sono i due ingredienti principali del “golden milk”, una bevanda salutare che esalta le proprietà benefiche della curcuma, la spezia orientale ormai diffusissima anche in Europa. Il “latte d’oro” arriva da Oriente e dalla tradizione delle medicine alternative e può essere un toccasana contro dolori mestruali e articolari, ma anche contro i sintomi del raffreddore. La doratura, un giallo ocra che ricorda il colore dei piatti a base di zafferano o curry. “La curcuma ha numerose proprietà benefiche – ha commentato la dottoressa Sara Testa, dietologa del Centro Obesità dell’ospedale Humanitas -. Allevia i dolori articolari e muscolari, può essere utilizzata come antinfiammatorio naturale in caso di mal di testa, per alleviare i sintomi del raffreddore e calmare la tosse. Aiuta inoltre ad alleviare i sintomi delle malattie respiratorie ed è un vero e proprio rimedio naturale per depurare il sangue”.

Il latte d’oro inoltre migliora la digestione favorendo la produzione della bile da parte del fegato, funziona come antispasmodico naturale e regola il metabolismo, abbassando il colesterolo e stimolando le difese immunitarie dell’organismo.

 

 

Come prepararlo?
Basta far bollire acqua e curcuma fino a raggiungere una consistenza cremosa. Qualcuno suggerisce di aggiungere un pizzico di pepe per ravvivare gli effetti benefici della spezia. Almeno mezzo cucchiaino di questa crema sarà poi sciolto in una tazza di latte vegetale, di mandorla, canapa, cocco o soia. Qualche ricetta prevede anche un cucchiaino di olio di cocco o di mandorle dolci per uso alimentare, altre un pizzico di cannella o di zenzero, e poi miele a piacere per addolcire.

 

Latte e tumore, quali correlazioni?

Sono parecchie le associazioni che negli ultimi anni sono girate sui media e che mettevano in stretta correlazione il consumo di latte e prodotti derivati e il rischio di sviluppare un cancro. Ma c’è qualcosa di vero?

“Nella maggior parte dei casi i dati disponibili sono incoerenti e incompleti”, ha spiegato nel 2011 Johanna Lampe, docente di epidemiologia all’Università di Washington, in una revisione di studi pubblicata sul Journal of American College of Nutrition. Conviene dunque partire da questo messaggio, prima di passare in rassegna le principali evidenze della letteratura scientifica, tenendo presente che, se alcuni riscontri esistono, sono ancora troppo deboli per puntare il dito contro alimento così importante per la crescita”.

“Ad oggi non esistono dati scientifici validi che confermino questa associazione – ha aggiunto Pastore – pertanto, con l’accortezza di verificare che il latte che si acquista sia italiano, è un  alimento raccomandato se è ben tollerato”.

 

 

 

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