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Lagioia: cocaina, magia e miserie della polvere bianca

17/10/2005

Improvvisamente l’Italia sembra essersi accorta della cocaina, tutti i media parlano di lei e delle sue vittime come se fossimo nel pieno di un fenomeno pandemico. Dallo sportivo all’imprenditore, dalla modella all’attore, tutti raccontano episodi di cronaca recenti e sconcertanti. Vip & coca ma anche storie tristi di gente comune alle prese con la “magia della polvere bianca”, nessuno è escluso, persone di ogni ceto sociale e di tutte le età; nella sola città di Milano i dati parlano chiaro: in 120mila avrebbero provato la cocaina almeno una volta in vita loro e 35.000 la avrebbero usata negli ultimi dodici mesi.

Dai casi di cronaca alle sue lontane origini
Di proprietà antichissime come le sue origini, la cocaina è un principio attivo estraibile dalle foglie di una pianta chiamata Erythroxylon coca, il consumo nell’uomo provoca effetti stimolanti a livello sia fisico che cerebrale, acuisce l’attenzione, potenzia la memoria, dà una sensazione di euforia e benessere, ci si sente instancabili e aumenta la creatività.
Lo sapeva l’antica civiltà degli Incas che masticava foglie di cocaina, lo sapevano i medici che già nel 1880 la usavano come anestetico e vasocostrittore per svariate operazioni chirurgiche, la prendevano scienziati e scrittori come “musa” per le loro opere.
Oggi la cocaina è considerata un droga tossica e beffarda: crea “super eroi” costretti poi a dover combattere con nemici più forti di loro: infarto, edema polmonare, insonnia, impotenza, tremori, sono alcune delle conseguenze del “viaggio”. Eppure, tra giudizi etici e ipocrisia, troppo spesso questi pericoli vengono sottostimati dai cocainomani in primis. Ce lo conferma il dott. Michele Lagioia, specialista in Igiene e Medicina Preventiva dell’Istituto Clinico Humanitas: “Parlare di droghe è sempre difficile, descrivere esattamente cosa induce una sostanza stupefacente può scatenare curiosità e quindi esattamente il contrario del presupposto educativo: conoscere per evitare. Probabilmente l’unico elemento educativo sul quale fare leva è sottolineare quanto non sia soltanto pericoloso l’uso cronico di cocaina, ma l’uso singolo soprattutto se in sovra dosaggio, che si dimostra quasi sempre letale”.

A seconda del basso o alto dosaggio quali sono le reazioni psichiche e fisiche in chi fa uso di cocaina?
“Iniziamo dalla psiche. A basse dosi (100mg) si mostrano effetti acuti come: miglioramento dell’umore, euforia, insonnia, lucidità di pensiero, accresciuta energia ed allerta, aumento della percezione visiva uditiva e tattile, riduzione del senso della fatica e della fame, aumento della libido.
Se assunta a dosi elevate (dal doppio in su) gli effetti acuti sulla psiche sono: psicosi, comportamento confuso e disorganizzato, facile irritabilità, panico, paranoia, comportamenti antisociali ed aggressivi.
Per quanto riguarda invece le reazioni sul fisico, a basse dosi gli effetti acuti – proporzionali al dosaggio – variano dalla tachicardia all’ipertensione, dall’ipertermia all’aumento del ritmo della respirazione, con midriasi (dilatazione pupillare) e calo dell’appetito. A dosi elevate, invece, gli effetti cronici sono: tolleranza agli effetti euforici ma persistenza agli effetti stimolanti, schizofrenia con insonnia, eccitabilità estrema, paranoia, perdita della libido, allucinazioni e depressione, calo della performance fisica per soppressione dell’appetito, stati di impotenza”.

La cocaina crea dipendenza?
“Sì, perché produce effetti estremamente gradevoli che ne rinforzano la pulsione per altre assunzioni. Quando si sta svolgendo un’azione che provoca piacere, i neuroni nella Avt (area ventrale del tegmento), regione molto profonda del cervello, aumentano la secrezione di dopamina. I segnali di piacere vengono cioè comunicati da neurone a neurone attraverso l’emissione di dopamina nei punti di connessione tra i neuroni (sinapsi). Le droghe possono interferire proprio con questo processo. La cocaina, ad esempio, blocca l’eliminazione della dopamina dalla sinapsi provocandone l’accumulo. La conseguente stimolazione continua dei neuroni è all’origine dell’euforia riferita da chi ne fa uso. L’uso continuo di cocaina crea tolleranza, ciò significa che la persona che la assume ha bisogno di dosi sempre maggiori e frequenti per ottenere lo stesso effetto. Episodi di astinenza si rivelano con sonno prolungato, depressione, apatia, aumento considerevole di peso corporeo”.

In caso di singolo consumo e di overdose si rischia la vita?
“L’uso in sovradosaggio è quasi sempre letale, anche se la persona non fa spesso uso di cocaina. I decessi per cocaina sono provocati generalmente da arresto cardiaco o da convulsioni epilettiche, aritmie cardiache, coma o morte causata da blocco respiratorio”..

E se assunta insieme ad altri stupefacenti?
“L’assunzione contemporanea di altre sostanze eccitanti, come anfetamine o extasy, acuisce gli effetti fisici impattando gravemente sul sistema cardiocircolatorio e nervoso con conseguenti stati di coma o episodi di arresto cardiocircolatorio. Invece l’assunzione di altre sostanze che ‘spengono’ l’effetto eccitante della cocaina, come il benzodiazepine sotto forma di ansiolitico può portare grave depressione respiratoria e concomitante sedazione profonda con coma”.

Come disintossicarsi?
“Secondo gli esperti è necessario un supporto combinato farmaci-sedute pschichiatriche, per evitare gli squilibri della dismissione. Esistono svariati programmi di disintossicazione proposti da centri preparati; in fase sperimentale ci sono anche degli immunofarmaci capaci di legarsi ai recettori molecolari della cocaina nell’sistema nervoso centrale (SNC) e altri farmaci in grado di legarsi direttamente alla cocaina inattivandola. (ossia rendendola irriconoscibile ai recettori)”.

Di Cristina Florio

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