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Lo smog inquina il sonno, vero o falso?

21/10/2016

Smog e sonno, quale relazione? Gli studi condotti dalla Bergen University, prestigioso ateneo norvegese, hanno individuato una possibile nuova causa dei sonni agitati e turbolenti. Infatti, oltre ai “soliti noti” (ossia raffreddore, allergie, palato oblungo, tessuti della gola che ostruiscono il passaggio, muscoli della lingua con scarso tono), pare che la qualità dell’aria influisca sul riposo e, di conseguenza, sulla nostra capacità di rigenerarci dopo le fatiche di tutta una giornata.

La ricerca ha evidenziato come l’inquinamento atmosferico, con il corredo di fumi di scarico (in particolare diesel) e di polveri sottili, abbiano ripercussioni sulla nostra vita notturna. Tra i protagonisti dell’indagine, quelli che vivevano presso importanti arterie stradali, autostrade o tangenziali, mostravano una particolare e curiosa inclinazione al russamento; per spiegare il fenomeno si è quindi ipotizzato che proprio lo smog, provocando infiammazioni ed irritazioni alla vie aeree, ponga le basi per una respirazione notturna difficile e rumorosa che incide pesantemente sul sonno.

Non chiudere gli occhi… sul russamento!

Convivere con notti interrotte da ripetuti risvegli, sonno intermittente, stanchezza cronica già in mattinata, difficoltà di concentrazione durante tutto il giorno, non dovrebbe essere la norma. Questa spossante routine danneggia la salute, più profondamente di quanto non si creda: lo confermano le conclusioni a cui sono giunti gli studiosi del team che lavorano presso l’Istituto per la respirazione e il sonno di Melbourne. Il monitoraggio con risonanza magnetica, di oltre 120 persone, di cui la metà affetta da apnee ostruttive del sonno, ha infatti mostrato delle variazioni interessanti nei tracciati cerebrali: sono state così localizzate due aeree danneggiate proprio dal deficit di ossigeno (caratteristica delle OSAS, ossia le apnee ostruttive del sonno).

Le difficoltà respiratorie verificatesi durante il sonno incidono negativamente sia sulla sezione inferiore del cervello (adibita alla memoria), sia su quella interna al cerebellum (regia della coordinazione e della capacità di dedicarsi ad un compito per poi passare ad un altro). “La buona notizia però, – spiega il dottor Fabrizio Salamanca, Responsabile del Centro di Diagnosi e Cura della Roncopatia  di Humanitas Medical Care e di Humanitas Mater Domini – è la reversibilità di questi danni. Diagnosi puntuali, grazie alla Polisonnografia ed alla Sleep Endoscopy, cure approfondite, con l’adozione di metodiche più innovative ed efficaci, assicurano il ripristino delle funzioni cognitive (attenzione, memoria e funzioni esecutive) e il meritato riposo, con effetti positivi sul singolo ma anche sulla coppia”.

Siamo ancora convinti che il russamento rappresenti un semplice, sebbene fastidioso, disturbo senza conseguenze?

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