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Troppa tecnologia fa male alla schiena

19/01/2018

Non più solo alla vista. La tecnologia, sotto forma di computer portatili e smartphone, fa male anche alla schiena. Sono sempre più, infatti, le occasioni in cui la tecnologia diventa uno strumento che mette a dura prova la colonna vertebrale. Si comincia con le posture scorrette al computer in ufficio o a casa.

“Purtroppo – spiega la dottoressa Lara Castagnetti, specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa di Humanitas – sempre più persone, per lavoro o svago, trascorrono molte ore al giorno sedute davanti al personal computer e questo comporta diversi problemi: sedute scorrette e prolungate alterano il normale allineamento del tronco e influenzano la posizione delle spalle, favorendo le cosiddette “scapole alate”“.

 

Vista, collo, schiena: i rischi dell’abuso di tecnologia

Inoltre, se è appurato che trascorrere troppo tempo nella visione di uno schermo accentua o accelera il peggioramento dei disturbi della vista, tutto ciò influenza anche l’assetto del nostro scheletro.

“Se un occhio ha un deficit visivo maggiore dell’altro, la nostra testa – spiega la dottoressa Castagnetti – tende ad assumere posizioni diverse. Capita quindi che, anche senza accorgersene, si tende a girare la testa in modo da utilizzare l’occhio che vede meglio e questo comporta rotazioni innaturali del collo”.

Ma anche il trasporto del pc è a rischio. “Le borse da lavoro rappresentano un’altra fonte pericolosa per la postura e per la schiena – continua la specialista – perché tendono a distribuire il peso su una sola spalla e su una sola parte del corpo e questo determina una contrazione anormale della muscolatura, possibili problematiche posturali e la tendenza a camminare con una maggiore inclinazione del tronco da un lato”.

 

La tecnologia può anche essere nostra amica

Prima di tutto è importante avere consapevolezza di questi problemi, per intervenire tempestivamente e correggerli. “Ci sono casi in cui la tecnologia potrebbe anche aiutare la schiena – conclude l’esperta – . Per esempio per ovviare al problema del peso degli zaini che accomuna i bambini in età scolare, ma anche molti ragazzi e giovani che già studiano all’università, i tablet potrebbero essere sfruttati come “libri digitali” per “caricare” i testi di volumi ingombranti e pesanti, evitando così carichi innaturali sulla colonna vertebrale per molte ore al giorno”.

 

 

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