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Tecnologia

Ecco il “Da Vinci”, il robot in camice bianco

20/10/2009

In Humanitas uno dei robot chirurgici più diffusi al mondo, il Da Vinci. Utilizzato inizialmente in Ginecologia e Urologia, troverà applicazioni anche in Chirurgia Generale e Toracica.

Si chiama “Da Vinci” ed è nato nella zona tecnologicamente più avanzata al mondo, la Silicon Valley in California (USA). E’ uno dei robot chirurgici più diffusi al mondo, ed è da poco approdato anche in Humanitas. Permette di fare interventi di Urologia, Ginecologia, Chirurgia Generale e Toracica.
La chirurgia robotica rappresenta la nuova frontiera della chirurgia mini-invasiva. Con il robot, che conferisce al gesto chirurgico una precisione non confrontabile con altre tecniche, si possono infatti superare i limiti legati alla difficoltà di trattare, con la laparoscopia, patologie in sedi anatomicamente difficili da raggiungere. Estendendo ad interventi complessi – con la stessa qualità ed efficacia della chirurgia tradizionale – i benefici della miniinvasività: nessuna cicatrice estesa dell’addome, ridotto tempo operatorio (minor anestesia), ridotte perdite di sangue, minor dolore postoperatorio, ripresa più rapida.
“La versatilità dei movimenti degli strumenti robotici, che consente di raggiungere spazi anatomici ristretti e profondi, è una caratteristica particolarmente vantaggiosa nella chirurgia pelvica, quindi in Ginecologia, nelle patologie sia benigne sia oncologiche, oppure nella chirurgia delle pazienti obese dove l’ingombro intestinale restringe il campo di azione – spiega il dott. Domenico Vitobello, responsabile dell’Unità Operativa di Ginecologia di Humanitas, fra i maggiori esperti di chirurgia robotica ginecologica in Italia -. In particolare in Ginecologia, consentendo di estendere le indicazioni della chirurgia laparoscopica, il robot permette di rispettare sempre di più l’integrità corporea ed estetica della donna, evitando il taglio sull’addome anche per complessi interventi di tipo oncologico”.

Il robot Da Vinci presente in Humanitas è di ultima generazione, con visione ad alta definizione tridimensionale e quattro bracci meccanici. Si tratta di un sistema integrato costituito da due parti: una console, che è il centro di controllo, ed il carrello chirurgico che è il vero e proprio robot.
Seduto alla consolle, disegnata ergonomicamente, il chirurgo manovra gli strumenti robotici avendo la possibilità di intercambiare in modo rapido e preciso la funzione dei bracci meccanici. Il carrello chirurgico, posto a lato del letto operatorio, trasmette i movimenti del chirurgo ai bracci dove sono montati speciali strumenti operatori in grado di eseguire all’interno del corpo umano gesti fluidi, senza scatti ed estremamente precisi. La visione tridimensionale è un altro vantaggio del robot: infatti con la laparoscopia classica dal monitor si può osservare solo un’immagine piatta, bidimensionale. Il robot invece offre al chirurgo la profondità di campo, un maggiore ingrandimento dell’immagine e una visione estremamente stabile. In futuro, l’evoluzione della nano-tecnologia e della meccanica farà sì che la chirurgia robotica attuale sia solo il primo passo verso una chirurgia sempre meno invasiva e precisa. Tuttavia non va dimenticato che l’ausilio del robot non sostituisce il chirurgo, ma ne facilita il compito abbreviando il tempo operatorio e migliorando la qualità dell’atto chirurgico a beneficio dei pazienti.

Foto: ©1999 Intuitive Surgical, Inc.

Di Monica Florianello

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