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Tecnologia

Cos’è la TAC e a cosa serve?

17/01/2005

La TAC è una metodica di diagnostica per immagini utilizzata fin dall’inizio degli anni Settanta, che utilizza gli stessi principi della radiologia tradizionale, cioè i Raggi X. Vediamo di che cosa si tratta e quando viene utilizzata con il dott. Giorgio Brambilla.

Che cos’è la TAC?

“La TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) – spiega il dott. Giorgio Brambilla – è una metodica di diagnostica per immagini che sfrutta le radiazioni. Utilizzata fin dall’inizio degli anni 70, soprattutto come TAC cerebrale (per questa invenzione Hounsfield ottenne il premio Nobel), è in grado di rappresentare il corpo umano in sezioni (tomografia) secondo piani assiali, cioè con tagli trasversali dalla testa ai piedi. Il tubo radiogeno, l’elemento che emette i raggi X, ruota attorno al paziente, che sta sdraiato su un lettino che si muove orizzontalmente (TAC spirale). In Humanitas si utilizzano macchine a spirale multistrato, che consentono cioè di acquisire contemporaneamente l’immagine di 16 sezioni del corpo per ogni rotazione del tubo radiogeno, che dura mezzo secondo. Si acquisisce quindi l’immagine di volumi cospicui in tempi brevissimi (una TAC del torace o dell’addome può durare poco più 10 secondi). Strati tanto sottili e rappresentati in tempi tanto brevi consentono un dettaglio molto preciso delle immagini acquisite, eliminando i disturbi dovuti ad esempio alle pulsazioni del cuore o alla respirazione. Il computer, inoltre, ricostruisce le immagini in tre dimensioni, in modo istantaneo.
Spesso quando si effettua la TAC si utilizza un mezzo di contrasto iodato per via endovenosa, soprattutto per la TAC dell’addome, del torace, del cuore o dei vasi. In questo caso è necessario il digiuno per qualche ora e vengono solitamente prescritti alcuni esami del sangue, per accertarsi ad esempio che la funzionalità renale sia buona. L’utilizzo del contrasto comporta il rischio, seppur molto basso, di allergie”.

A che cosa serve l’esame della TAC?

Il campo di applicazione della TAC è molto vasto: si va dal campo neurologico a quello scheletrico, toracico, addominale, oncologico di ogni distretto, ginecologico, vascolare, cardiaco e traumatologico. Con la TAC spirale multistrato si possono visualizzare molto bene non solo gli organi interni del corpo umano, ma anche le arterie e le vene, poiché si possono eliminare gli artefatti da movimento. In questo caso la TAC può sostituire un’angiografia, esame sicuramente più invasivo della TAC. All’angiografia viene lasciata solo la parte interventistica, cioè terapeutica, come l’angioplastica. Lo stesso discorso, seppure agli inizi, vale per la coronaro-TAC: le coronarie, studiate abitualmente con la coronarografia, possono essere indagate con le nuove TAC a 16 strati, in tempi brevissimi e in modo sincronizzato con l’elettrocardiogramma, sfruttando dopo l’esame, nella fase di ricostruzione delle immagini, sofisticati programmi di elaborazione.

 

La TAC può a volte essere utilizzata in combinazione con la Risonanza Magnetica: i due esami forniscono infatti in molti casi informazioni complementari. Molto spesso viene prescritta in seconda battuta dopo l’ecografia, per acquisire ulteriori informazioni utili alla diagnosi.
Poiché la dose di radiazioni emesse dalla macchina può essere in certi casi discretamente alta, è necessaria una certa prudenza, soprattutto nei bambini e nelle donne in età fertile. Per questo motivo la TAC non può e non deve essere considerata uno strumento diagnostico da utilizzare come check-up.

Recenti sviluppi e prospettive future

Nelle prime TAC ogni rotazione del tubo radiogeno equivaleva a una sezione del corpo, staccata dalla successiva. Nel tempo si sono ottenuti miglioramenti delle macchine, sia in termini di tempo impiegato per effettuare l’esame di una sezione, sia in termini di riduzione dello spessore delle sezioni stesse, sempre staccate una dall’altra. Un ulteriore passo avanti, considerata una vera e propria rivoluzione, si ebbe con l’invenzione, nell’ultimo decennio, della TAC spirale o volumetrica, in cui il principio rimane lo stesso (paziente sdraiato sul lettino e tubo radiogeno che ruota intorno a lui), ma il tubo ha una rotazione continua e il lettino ha un movimento orizzontale altrettanto continuo. In questo modo le immagini non risultano più staccate una dall’altra né alterate da eventuali movimenti del paziente, dalla respirazione o dal battito cardiaco. L’ultimo traguardo è stato raggiunto con le macchine spirali multistrato, in cui con ogni rotazione del tubo radiogeno invece che acquisire un’unica sezione si possono ottenere contemporaneamente diversi strati (finora 16), fattore che ha contribuito a una riduzione notevole dei tempi di esecuzione dell’esame, oltre che al miglioramento incredibile della qualità
L’evoluzione futura, già in pratica realizzata sperimentalmente, comprenderà un aumento degli strati fino a 64, che consentirà di effettuare una TAC del corpo intero in pochi secondi. Questo sviluppo sarà ad esempio particolarmente utile nei casi di pazienti politraumatizzati del pronto soccorso, dove è importante acquisire in tempi brevissimi informazioni sulle lesioni subite da tutti gli organi. E’ poi possibile prevedere che in futuro la TAC possa sempre di più sostituire esame più invasivi, strada che è già stata intrapresa con successo in campo vascolare e anche cardiaco.

 

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