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Icaro (reloaded), storia di una rinascita

30/10/2014

Si potrebbe dire che Antonietta M. ha rischiato di morire a soli 34 anni. O, come preferisce lei, si può dire che quell’ictus che l’ha sorpresa nel febbraio 2006 mentre faceva la doccia, dopo una lunga giornata trascorsa a sciare, rappresenti «un punto di rinascita, l’inizio della mia nuova vita».

Un’esperienza, la sua, che l’ha portata a desiderare di offrire un sostegno a tutte le persone che, come lei, hanno subito problemi di salute tali da pensare di avere rovinata per sempre la vita. «Non è così – dice lei con voce ferma – si può tornare a vivere anche dopo quello che mi è capitato. Lo voglio dire a tutti, per questo ho pensato di scrivere e interpretare in prima persona uno spettacolo teatrale che calcherà i palcoscenici dei teatri delle città a me più care».

 

Quel giorno terribile

La vita di Antonietta M., milanese di nascita, senese d’adozione, trascorreva secondo canoni stabiliti: determinata, ambiziosa, amante dello sport, era ormai pronta ad assumere un incarico importante all’interno della nota banca senese di cui è ancor oggi manager.

Poi, all’improvviso, il buio. «Non mi sono resa subito conto di quello che mi stava accadendo. Ero nella doccia: scivolata, caduta a terra, ho cercato di rialzarmi due, tre volte, senza riuscirci. Per fortuna ero ospite di un’amica che ha sentito la mia flebile richiesta d’aiuto e ha chiamato immediatamente i soccorsi».

Antonietta è vittima di un ictus che le paralizza tutta la parte sinistra del corpo. Da quel momento comincia un lungo calvario, che la trascina per mesi e mesi da un ospedale e l’altro: una lunga rianimazione, il rischio di dover subire un intervento al cervello, i trasferimenti per la riabilitazione in Svizzera, a Venezia e anche al di là dell’oceano: «Un giorno ho sentito che a Chicago c’era il miglior ospedale al mondo sulla riabilitazione. Non ci ho pensato due volte. Ero ancora sulla carrozzina, sono partita da sola e sono tornata dopo qualche mese sulle mie gambe, anche se per camminare dovevo ancora aiutarmi con un bastone».

 

L’arrivo in Humanitas

I problemi di Antonietta non sono però finiti. Un nuovo ricovero, questa volta in seguito a una convulsione, la porta in Humanitas, dove viene finalmente individuata la causa dei suoi malori: «Si trattava di una pervietà del forame ovale, quel piccolo foro del cuore che ha creato problemi – molto più leggeri dei miei – anche a Cassano, il campione del calcio. Entrambi oggi abbiamo un “ombrellino” che tappa il buco e io per questo devo ringraziare la professionalità medica e la disponibilità umana dei dottori Corrado Lodigiani, che è il responsabile del Centro Trombosi (devo a lui l’individuazione della causa del mio malanno) e Patrizia Presbitero, responsabile della Cardiologia Interventistica, che mi ha operato. Un grazie di cuore anche al loro staff e a tutto il personale ospedaliero e para ospedaliero dell’istituto di Rozzano».

Da quel momento il recupero delle funzioni, frutto di una volontà ferrea e di un lavoro incessante, non si è mai fermato («Oggi solo la mia mano sinistra fa ancora un po’ le bizze – dice Antonietta – ma ci sto lavorando…») procurando alla protagonista di questa tremenda e al tempo stesso meravigliosa storia una nuova energia, che ha generato una clamorosa decisione, quella di pensare a un libro e a uno spettacolo teatrale attraverso cui raccontare, in prima persona che cosa significhi sfiorare la morte e tornare a vivere con tutta la gioia possibile.

 

La nascita di Icaro (reloaded)

Il risultato è “Icaro (reloaded)”, la storia di un novello Icaro che «si costruisce nuove ali, più robuste di quelle di prima, e torna a volare, proprio come ho fatto io. Sono ali più forti anche per resistere a ignoranza, ipocrisia e pregiudizio», racconta l’autrice. In “Icaro (reloaded)” Antonietta, che non è ovviamente mai stata né attrice né ballerina di professione, interpreta questa pièce di Teatro danza  accompagnata da quattro ballerini di Motus.

Sul palcoscenico, racconta oggi Antonietta M. «porto il mio percorso di rinascita fatto di tappe esteriori e interiori, che mi hanno permesso di recuperare la mia consapevolezza di me come persona, donna, professionista. E poi voglio raccontare a tutti la mia straordinaria seconda opportunità di vita, comunicando sul palcoscenico con un corpo malato il coraggio e l’amore per una vita diversa ma più intensa e profonda e, per alcuni aspetti, più bella. Perché questa esperienza mi ha insegnato soprattutto una grande cosa: si può rinascere, anche meglio di prima!».

 

Icaro (reloaded), la data di Milano e le info

Icaro (reloaded) farà tappa a Milano il 17 novembre al Teatro Elfo Puccini.  Per maggiori informazioni, clicca qui.

 

 

 

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