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Come fare sport senza farsi male

03/12/2014

Ore 11. Alla scrivania dell’ufficio squilla il telefono: “Che dici, vieni a giocare a calcetto stasera?”. Un attimo di perplessità, poi la risposta: “Ma sì, è da un anno che sto fermo, a che ora facciamo?”. Inizio novembre, prime nevicate. “Che si fa domenica?”. “Dai, andiamo a sciare. Mi manca proprio una discesa”. Ecco due modi in cui non si dovrebbe mai approcciare allo sport. Completamente impreparati, come se si uscisse per prendere una pizza. Svolgere attività sportiva è importante per star bene, è gratificante, è piacevole. Ma non si può improvvisare. Pena il rischio di farsi male. Qual è allora il modo corretto per avvicinarsi allo sport per chi lo fa semplicemente per piacere e per tenersi in forma? Come fare per godersi l’attività sportiva riducendo al minimo le probabilità di infortuni? Lo abbiamo chiesto al professor Piero Volpi, responsabile dell’Unità Operativa di Ortopedia del Ginocchio e Traumatologia dello Sport in Humanitas e dalla scorsa estate responsabile dell’area medica di FC Internazionale.

Quali sono gli infortuni tipici di in cui può incorrere chi pratica attività sportiva?

“Gli infortuni sportivi si dividono in due grandi categorie: quelli da trauma e quelli definiti da sovraccarico. I primi si verificano in tutti gli sport in cui è possibile che si verifichi un impatto con l’avversario o con le strutture: il calcio, il basket, lo sci (in quest’ultimo caso si pensi a una caduta sulla neve o sul ghiaccio). Nei secondi, non c’è un impatto, ma un trauma indiretto dovuto appunto al sovraccarico delle strutture articolari o muscolari. L’esempio più classico è quello della persona che scatta e si produce una gonalgia”.

A cosa sono dovuti gli infortuni da sovraccarico?

“Le cause sono moltissime: fattori ambientali, come un terreno non congruo; un abbigliamento errato (per esempio una calzatura non idonea alla corsa). Può esserci una predisposizione: alcuni sport sono controindicati a chi è in sovrappeso, per esempio. Soprattutto, a causarli può essere la mancanza di allenamento”.

Cosa fare, allora, per cercare di ridurre al minimo le probabilità di infortuni?

“Non è difficile, purché si seguano tre semplici regole. La prima: conoscere in maniera approfondita il proprio corpo e i propri limiti. Fare sport a 30 anni è diverso che farlo a 60 anni, essere in sovrappeso è un fattore che predispone a infortuni, così come la presenza di anomalie nell’assialità degli arti inferiori come il ginocchio varo o valgo. Se non si ha la consapevolezza di ciò che si può fare e ciò che è meglio evitare gli infortuni sono dietro l’angolo. È sufficiente una visita dal proprio medico di famiglia per avere una valutazione ed essere indirizzati allo sport che più si addice alle nostre caratteristiche: è vero che fare sport deve essere piacevole, ma per evitare di farsi male è necessario scegliere uno sport adatto alle proprie possibilità. Ed eccoci alla seconda regola: occorre conoscere lo sport che si intende praticare. Ciò significa innanzitutto che si deve avere la conoscenza della gestualità caratteristica dello sport: se si va a sciare senza un minimo di tecnica è facile farsi male. Ma è importante anche saper scegliere i materiali. Continuando con l’esempio dello sci: è chiaro che usare sci veloci da competizione espone a maggiori rischi. Terza e ultima regola: lo sport è una cosa seria e con serietà bisogna avvicinarsi. Non si può pensare di praticare uno sport, anche a livello amatoriale, senza un’adeguata preparazione, che deve essere proporzionale alle prestazioni che si intendono ottenere”.

Quale potrebbe essere un programma di allenamento minimo per chi vuole fare la partita a calcetto con gli amici o l’uscita sugli sci la domenica senza farsi male?

“Naturalmente dipende dallo sport che si intende  praticare. Due sedute di allenamento di mezz’ora a settimana che comprendano un po’ di corsa e stretching vanno bene per il calcio, due sedute di ginnastica globale (la cosiddetta presciistica) vanno bene per lo sci. E poi, non bisogna mai dimenticare il riscaldamento immediatamente prima di iniziare l’attività sportiva”.

Ma come conciliare l’agonismo insito in ogni sport con bassi livelli di allenamento?

“C’è un solo modo: quanto più sale il livello di agonismo tanto più si deve essere preparati”.

Da qualche anno assistiamo all’aumento degli anziani che praticano sport. Ci sono consigli speciali da dare a questa fetta della popolazione?

“Quello degli anziani che praticano sport è un fenomeno positivo, reso possibile sia dall’aumento dell’aspettativa di vita sia una maggiore sensibilità alla conservazione del benessere fisico più a lungo possibile. Praticare sport in età avanzata non ha nessuna controindicazione, purché si seguano quelle regole valide per tutta la popolazione: conoscere il proprio corpo e non chiedergli troppo, scegliere con l’aiuto del medico lo sport più adatto alle proprie capacità, prepararsi con un regolare allenamento”.

Addio agli infortuni in 3 mosse

  1. Conosci i tuoi limiti: prima di cominciare a praticare attività sportiva, chiediti come sta il tuo corpo. Quanti anni hai? Hai qualche chilo di troppo? Hai qualche caratteristica fisica che potrebbe rendere dannoso un particolare sport? Fatti aiutare dal tuo medico nella scelta
  1. Conosci lo sport: qual è la gestualità tipica dello sport? Qual è il modo giusto per fare un rovescio a tennis oppure come è meglio tenere le gambe durante una discesa sugli sci? Non sono dettagli da professionisti: sono conoscenze essenziali per fare sport senza farsi male
  1. Mai impreparato: anche quando l’attività fisica è puramente occasionale non si può affrontarla senza un minimo di allenamento. Basta poco (mezz’ora di corsa e ginnastica due volte a settimana) per stare alla larga dai più frequenti infortuni

 

Intervista a cura del professor Piero Volpi Responsabile UO Ortopedia del Ginocchio e Traumatologia dello Sport di Humanitas e responsabile dell’area medica di FC Internazionale

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