Quando ci si trova di fronte a una diagnosi di soffio al cuore può sorgere una domanda: è possibile praticare sport anche in presenza di questo sintomo? In effetti sono in molti a temere che l’attività fisica possa aggravare il problema o mettere a repentaglio la salute.
Se questa paura può essere lecita nel caso in cui si abbia a che fare con soffi patologici, cioè causati da malattie che interessano il cuore, di fronte a un soffio “benigno” è assolutamente sbagliata. Non a caso, spiega Veronica Fusi, consultant dell’Unità Operativa di Cardiologia I di Humanitas, durante l’attività fisica il soffio organico tende ad accentuarsi mentre quello funzionale tende a scomparire, eccetto per gli sport di resistenza in cui anche il soffio funzionale tende ad aumentare per aumento della gittata sistolica.
«Abbandonare lo sport per paura di un soffio “normale” mette a rischio la salute dell’intero apparato cardiovascolare – spiega la cardiologa – dato che la sedentarietà si correla a un maggior rischio di obesità, ipertensione, diabete, dislipidemie e problemi cardiocircolatori in genere. Di fatto – precisa l’esperta – se il soffio cardiaco non è patologico, non esiste alcuna controindicazione alla pratica di attività sportive, a qualsiasi livello esse vengano praticate».
Sportivi, attenzione al soffio al cuore patologico
Diverso è il caso in cui il soffio al cuore è patologico. In questo caso, spiega la dottoressa Fusi, «siamo in presenza di una malattia o malformazione del cuore o delle sue strutture, che va curata e seguita con controlli più o meno frequenti, e che talvolta richiede una terapia farmacologica e nei casi più gravi anche chirurgica».
In genere i medici consigliano a chi è portatore di un soffio patologico (e quindi di una malattia cardiaca) di ridurre l’attività fisica. A questi pazienti non viene concessa l’idoneità a svolgere attività sportive di tipo agonistico.
«In assenza di sintomi importanti è tuttavia consigliabile effettuare dei blandi esercizi di ginnastica, seguendo il consiglio del medico – precisa la cardiologa – e praticare attività sportiva ricreativa di tipo aerobico».
La vera discriminante è quindi la causa alla base del soffio e consultare il medico è fondamentale per sapere se il disturbo con cui si convive è compatibile con l’attività fisica o è il sintomo di una malattia più grave che richiede di limitare gli sforzi.
«Gli esercizi di tipo aerobico rafforzano il muscolo cardiaco e lo rendono più efficiente – conclude l’esperta –. Va sempre ricordato che, per essere benefica, l’attività aerobica non deve essere estenuante: un esercizio moderato di 30 minuti al giorno permette di ottenere gli stessi benefici di un esercizio più pesante, cui sono associati più rischi».
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