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Prevenzione della salute a 40 anni: Ecco gli esami da fare

12/11/2002

Superare gli “anta” in salute e in piena attività. Per la maggior parte delle persone è un dato di fatto, che non sorprende più nessuno. Tanto è vero che secondo un recente sondaggio che ha coinvolto 2.500 persone in 5 Paesi Europei, il 54% degli over 55 si sente più attivo dei suoi genitori alla stessa età e l’11% continua a lavorare anche dopo la pensione. Nonostante questo, però, solo il 20% circa degli Italiani con più di 65 anni, fanalino di coda in Europa, dichiara di sentirsi in buona salute. Che fare perché attività e salute coincidano? L’ideale è prestare un occhio di riguardo alla prevenzione, intesa come stile di vita, ma anche come esami e test preventivi. Secondo il rapporto 2002 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, è proprio la prevenzione che può far “schizzare” verso l’alto la prospettiva di vita e soprattutto quella della qualità della vita. Con le opportune precauzioni, secondo l’OMS, è possibile aumentare di 5 anni il tempo che chi ha superato gli “anta” può trascorrere “in forma”.

Non fare esami inutili

Prevenire non significa, però, medicalizzare la propria salute. Aver cura del proprio corpo in una logica di prevenzione non vuol dire, insomma, passare per forza la vita tra esami, medici e medicine. “La prima cosa da sottolineare, infatti – spiega Maurizio Tommasini, responsabile dell’Unità Operativa di Medicina Generale e Epatologia dell’Istituto Clinico Humanitas – è che non serve a nulla eseguire esami in più se ci si sente bene. I controlli vanno fatti solo quando sono necessari e devono essere indicati dal medico in modo mirato”.

Quali sono i consigli validi per tutti e a cosa servono?

Come comportarsi in pratica? Per prima cosa bisogna ripercorrere assieme al medico di Medicina Generale la storia clinica della propria famiglia. “Se ci sono casi di parenti stretti con malattie cardiovascolari, diabete, colesterolo alto o ipertensione – spiega il dottor Tommasini – è senz’altro il caso di programmare dei controlli clinici a partire dai 40 anni, perché si può essere più predisposti a queste malattie e individuarle subito è importante per curarle al meglio”. La prevenzione delle malattie cardiovascolari permette infatti di salvare molte vite, come sottolineano chiaramente i dati disponibili. Secondo l’OMS, in tutto il mondo, il 62% degli infarti e il 49% degli ictus sono dovuti alla pressione alta non curata. E il colesterolo in eccesso è responsabile del 56% degli attacchi di cuore e del 18% degli ictus. Decisamente dei buoni motivi per pensarci prima.

Quali sono gli esami indicati?

“I test del sangue per valutare i livelli del glucosio (alterati in caso di diabete) e quelli del colesterolo totale, “buono” (HDL) e “cattivo” (LDL). E’ utile poi misurare la pressione del sangue almeno una volta l’anno o secondo le indicazioni del medico. Per la prevenzione cardiovascolare – sottolinea il dottor Tommasini – si potrebbe aggiungere agli esami indicati, una visita dal cardiologo e un elettrocardiogramma sotto sforzo”. Sarà poi il medico, in base ai risultati degli esami a stabilire la necessità e la periodicità dei controlli.
Per quanto riguarda la prevenzione dei tumori, gli esami veramente utili non sono molti. Spesso però sono “dimenticati” dagli Italiani. Secondo il Ministero della Salute, infatti, un italiano su 2 (in particolare tra gli uomini) non fa prevenzione e non si controlla.
Quali i test che invece andrebbero fatti regolarmente? Per le donne sicuramente il Pap-test (individua lesioni pretumorali al collo dell’utero che si curano nel 100% dei casi), da fare ogni 2 anni o secondo quanto consiglia il ginecologo, e la mammografia da ripetere ogni 2 anni tra i 40 e i 50 anni e annualmente dopo i 50 anni. Anche se non ci sono dati sperimentali, secondo alcuni studi sulla popolazione, con il Pap-test è possibile ridurre la trasformazione maligna delle lesioni pretumorali anche dell’80%. E con la mammografia la mortalità per il tumore del seno si riduce del 30%. Nonostante questo, però, il 33% delle donne Italiane non ha mai fatto questi esami. Per non parlare degli uomini, che nel 66% dei casi non pensano alla prevenzione del tumore della prostata.
Dopo i 50 anni, invece, bisogna ripetere ogni anno l’esame del PSA (antigene prostatico specifico), un test del sangue che “misura” questo marcatore che può aumentare in caso di tumore della prostata (valori lievemente alterati non devono però far spaventare oltre misura). “La valutazione dei risultati” – raccomanda il dottor Tommasini – deve essere effettuata dal medico e quindi l’esame dovrebbe essere sempre accompagnato da una visita urologica. Per tutti, uomini e donne, a partire dai 40-45 anni è utile la ricerca del sangue occulto nelle feci, che serve a identificare precocemente il tumore del colon retto, aumentando notevolmente le possibilità di guarigione. Chi ha familiarità sia per questo tumore sia per i polipi dovrebbe sottoporsi anche a una colonscopia. In ogni caso, sarà il medico a dire se e quando è necessario ripetere gli esami”.

Un controllo importante è anche quello degli occhi. Una visita dall’oculista dopo i 40 anni spesso è necessaria perché si comincia a leggere male da vicino. Può però essere anche la scusa buona per controllare le diverse strutture dell’occhio (con esami immediati, semplici e indolori) e verificare che siano in buona salute.
Infine l’osteoporosi, che rimane un punto controverso. E’ vero che ne è vittima una donna su 3 dopo i 50 anni, ma non sempre gli esami di controllo, come la MOC, sono realmente utili. “Non c’è infatti nessuna evidenza che fare spesso la MOC migliori l’evoluzione della malattia – dice il dottor Tommasini.”

A cura di Silvia Rosselli

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