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Sci, come arrivare preparati sulla neve e prevenire gli infortuni

05/11/2016

Ritorna la voglia di sciare. I primi impianti hanno già aperto a ottobre, la nuova stagione di Coppa del mondo di sci alpino ha già visto trionfare i primi campioni. L’inverno è ancora lontano ma per gli appassionati è arrivato il momento di riprendere in mano gli sci e dar loro una bella lucidata. Chi non ha mai sciato può approfittare degli ultimi ponti stagionali per cominciare a familiarizzare con lo sci da discesa, magari in vista delle vacanze di Natale o delle settimane bianche.

Tanto i principianti quanto chi ormai è avvezzo a lamine e bastoncini devono cercare di prevenire gli infortuni in pista prestando molta attenzione alla sicurezza. In che modo? Ne parliamo con due specialisti dell’ospedale Humanitas, il dottor Piero Volpi, responsabile di Ortopedia del ginocchio e traumatologia dello sport, e il dottor Enrico Arnaldi, responsabile di Ortopedia artroscopica e ricostruttiva del ginocchio.

Come prepararsi all’appuntamento con gli sci

Tantissime persone tornano a sciare dopo mesi di inattività. È bene non arrivare fisicamente impreparati: «Lo sci è una disciplina che, a fronte di un numero non molto esteso di professionisti, viene praticato a livello ricreativo da migliaia di persone. Ciascuno di loro rischia un infortunio se trascura gli aspetti della prevenzione, a cominciare dalla preparazione atletica prima di mettersi a sciare. La preparazione, con la cosiddetta presciistica, deve cominciare anzitempo, nelle settimane precedenti il soggiorno sulle piste di sci», avverte il dottor Volpi.

  • Presciistica. «Le parti più sollecitate dallo sci sono gli arti inferiori. Per questo bisogna “togliere un po’ di ruggine” dalle articolazioni e aumentarne l’elasticità», dice il dottor Arnaldi. «Per chi ha intenzione di tornare a sciare dopo mesi di riposo è indicato fare un po’ di ginnastica anche dolce, frequentare corsi in palestra, usare attrezzi come cyclette, stepper e tapis roulant, anche a casa, andare in bicicletta, fare un po’ di corsa o passeggiate a passo veloce. In questo modo ci si prepara nuovamente a sopportare lo sforzo fisico indotto dallo sci, si rinforza la muscolatura e, con l’attività aerobica, si riprende un po’ di fiato. Anche una volta in montagna, prima di sciare, si possono fare delle escursioni per aiutare il fisico a rimettersi in forma».
  • “Check-up” delle attrezzature. «La prevenzione degli infortuni richiede anche una corretta analisi di tutte le attrezzature, degli attacchi e degli scarponi. Una caduta, ad esempio, può essere dovuta infatti a un attacco mal regolato. Se gli sci sono troppo consumati è bene acquistarne un paio nuovo, nel caso rivolgersi a centri di assistenza autorizzati per farli revisionare e soprattutto è raccomandato usare sci adatti a sé: gli sci da competizione lasciamoli ai professionisti», suggerisce il dottor Volpi.

(Per approfondire leggi qui: Settimana bianca, 7 consigli per sciare in sicurezza)

Con gli sci ai piedi

  • A lezione. Arrivati in montagna i più impazienti scalpiteranno per entrare in pista. Chi comincia da zero dovrà però pazientare e prendere delle lezioni. Imparare le tecniche di base è un’altra strategia utile contro il rischio di infortuni. «Chi è assolutamente digiuno di sci deve seguire un corso, magari individuale o al massimo con altre 2-3 persone, cominciando con sci più corti. Chi parte non proprio da zero può frequentare invece un corso di gruppo», dice il dottor Arnaldi. «Dopo le prime lezioni, se si comincia a sciare regolarmente, si andrà avanti in automatico. Tornare ogni tanto dal maestro le volte successive è importante anche se sciare è un po’ come andare in bicicletta, sono pratiche che difficilmente si dimenticano».
  • Accorgimenti in pista. La sicurezza passa anche da comportamenti corretti tenuti sulle piste: «Ciascuno deve conoscere bene i propri limiti, quindi non osare, non avventurarsi in discese troppo difficili. Bisogna imparare a gestire la velocità di discesa: molti incidenti sono dovuti proprio alla velocità acquistata sciando, un’incognita che può mandare fuori controllo l’esecuzione del gesto, soprattutto per chi è ancora principiante. Un errore molto comune è sciare moltissimo in una sola giornata, dalla mattina al tramonto. Lo sforzo eccessivo però appanna i riflessi e fa diventare meno reattivi: il rischio cadute e infortuni aumenta. Il consiglio è di interrompere ogni tanto l’attività con delle pause, magari sciando 2-3 ore al mattino e 2-3 ore il pomeriggio», suggerisce il dottor Volpi. Oppure intervallare lo sci con altre attività, come indica invece il dottor Arnaldi: «Si può alternare lo sci con escursioni in montagna o svolgendo attività nelle strutture sportive presenti nelle località di montagna, quindi sciare a giorni alterni e semplicemente riposarsi».
  • Protetti. «Con questi accorgimenti si possono prevenire gli infortuni. Quelli più frequenti interessano gli arti inferiori, in particolare il ginocchio, dal momento che le caviglie sono bloccate dagli scarponi. Attenzione anche ai traumi alla zona lombare e infine alle spalle. Un preziosissimo strumento di protezione è il casco che consiglio di indossare sempre, anche in età adulta, non solo quando le norme dicono che è obbligatorio portarlo», puntualizza il dottor Volpi.

(Per approfondire leggi qui: Sciare sicuri, il casco fa la sua parte)

Dopo aver sciato

  • Recupero e relax. «Ci si può rilassare in una spa, facendo un bagno caldo, in sauna, sottoponendosi a una seduta di massaggi o facendo stretching. In questo modo si elimina l’acido lattico dai muscoli delle gambe», dice il dottor Arnaldi.

 

Lo sci, uno sport per tutti

Praticabile dai 5 anni in su, lo sci è uno sport sempreverde, per tutte le età. «Si può cominciare a 5-6 anni, poi continuare anche se si ha qualche piccolo acciacco. Se si è sempre sciato si può fare anche dopo i 70 anni. È una disciplina che può accompagnare i più piccoli nella crescita. Chi scia sa benissimo che il solo fatto di stare all’aria aperta è fonte di sensazioni positive, basti pensare al consiglio che si dà alle persone con umore flesso o che soffrono di depressione: la montagna è terapeutica», continua lo specialista.

A chi è controindicato? «Lo sci non può essere praticato dalle persone cardiopatiche, da chi soffre di ipertensione e, naturalmente, da chi sta recuperando da un infortunio essendo comunque uno sport ad alto impatto», aggiunge il dottor Arnaldi.

Chi invece soffre di artrosi può continuare a sciare, «a patto che l’artrosi sia moderata, non seria», specifica il dottor Volpi. «Per queste persone può andar meglio lo sci di fondo che sollecita meno le articolazioni, sempre che si parli di sci di fondo a tecnica classica e non di skating. Questa disciplina è ottima per la salute cardiovascolare ed è paragonabile alla corsa o alla bicicletta. Inoltre è soggetta a meno infortuni dello sci alpino. In alternativa, per gli amanti della montagna che però non possono più sciare, anche un’escursione con le racchette da neve è consigliabile, sempre tenendo presente le proprie capacità di resistenza per valutare i percorsi da affrontare», ricorda l’esperto. «Lo sci di fondo – conclude il dottor Arnaldi – è più completo di quello alpino perché impegna anche la muscolatura della parte superiore del corpo in maniera più intensa».

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