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Crioterapia per prevenire gli infortuni

27/05/2015

 La crioterapia contro gli infortuni. Un bagno ghiacciato a -110°C . Questa tecnica sta prendendo sempre più piede tra i professionisti dello sport per la prevenzione e la cura degli infortuni, il miglioramento del benessere fisico e il recupero dall’affaticamento muscolare. Ai campionati europei di calcio del 2012, ad esempio, la nazionale francese fece ricorso a questo tipo di trattamento, mentre la squadra di calcio ucraina dello Shakhtar Donetsk usa un’apparecchiatura che invece combina la crioterapia all’ultrasuonoterapia. Bagni ghiacciati anche per la maratoneta campione del mondo Paula Radcliffe e per le nazionali di rugby d’Italia e Galles.

Come si effettua la crioterapia?

La crioterapia si può effettuare in modi diversi a cominciare dalla criocamera, una stanza mobile a bassissime temperature dove tutto il corpo è esposto al freddo. La criocamera è composta da due stanze: nella prima gli atleti transitano per circa 30 secondi per adattare il corpo al freddo. Nella seconda, invece, si fermano per 1-2 minuti a una temperatura sotto i cento gradi centigradi. Nella criocamera si entra coperti in modo adeguato, con guanti, calzini, indumenti intimi o costumi da bagno, una mascherina e una fascia che copre la testa.

In alternativa si può ricorrere alla criosauna, una sorta di capsula in cui solo il busto gode dei benefici del freddo mentre spalle, collo e testa rimangono all’esterno. Infine si può concentrare l’azione del freddo solo sugli arti interessati. «Sono tutte tecniche molto avanzate grazie ai progressi della tecnologia, ma il principio di base è noto da tempo: le basse temperature migliorano la circolazione», spiega il dottor Piero Volpi, responsabile di Ortopedia del Ginocchio e Traumatologia dello Sport dell’ospedale Humanitas.

La crioterapia aiuta a smaltire l’acido lattico

«Passare da temperature sotto zero a temperature ambientali favorisce la vasocostrizione e successivamente la vasodilatazione – continua – che sicuramente favorisce lo smaltimento delle tossine, in particolare dell’acido lattico a seguito di un importante sforzo fisico. Inoltre migliora il microcircolo nei tessuti interessati da eventuali lesioni per accelerare i tempi di recupero. Tutti possono beneficiare del freddo se, ad esempio, dopo una partita di tennis o una corsa piuttosto lunga mettono le gambe in acqua fredda per un brevissimo lasso di tempo».

«È un rimedio che in termini diversi era già in uso 40 anni fa. Dopo gli allenamenti più gravosi, i massaggiatori delle squadre di calcio preparavano due vasche, una d’acqua fredda e una d’acqua calda, in cui facevano immergere i calciatori pochi minuti al fine di smaltire acido lattico e fatica», ricorda il dottor Volpi. «Il principio secondo cui un maggior afflusso di sangue favorisce la guarigione ispirava queste tecniche terapeutiche forse un po’ rudimentali, ma efficaci. Oggi si è arrivati a pratiche più sofisticate ed economicamente dispendiose, diffuse in tutti gli sport, e con vantaggi simili», conclude lo specialista.

 

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