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I pro e i contro dell’attività fisica nelle donne incinte

26/05/2003

In gravidanza il corpo della donna subisce grandi trasformazioni, e muoversi con agilità può diventare faticoso. Sono molte però le sportive che, abituate a praticare attività fisica quotidianamente, chiedono di continuarla durante la gestazione; ad altre donne, che manifestano un eccessivo incremento ponderale, l’attività fisica è invece consigliata per evitare che un aumento di peso eccessivo possa portare complicanze ostetriche.
Ne parliamo con gli specialisti di Humanitas, per capire quanto il controllo dell’alimentazione e l’attività fisica siano importanti nel corso della gravidanza.

Quali sono le modificazioni materne in relazione anche all’esercizio fisico?

“Le modalità di risposta all’esercizio fisico sono da considerarsi del tutto normali e fisiologiche nella donna in gravidanza.
L’apparato cardiocircolatorio si adatta in modo da soddisfare efficacemente le necessità fetali e placentari d’ossigeno e nutrienti: in pratica si verifica il volume del sangue aumenta rapidamente per soddisfare questo bisogno; il cuore risponde all’aumento della massa circolante con quella che definiamo un’ipertrofia, venendo così ad assomigliare al cuore di un atleta allenato; la gittata cardiaca aumenta progressivamente a partire dalla fine del primo trimestre di gravidanza e per tutto il secondo trimestre fino a che, alla 32ma settimana, il volume risulta aumentato addirittura del 30-50 per cento.”

Cosa si può consigliare alla donna che lamenta tachicardia e stanchezza?

“L’aumento del volume del sangue circolante in gravidanza comporta un aumento della frequenza e della gittata cardiaca, con conseguente aumento del lavoro del cuore e una diminuzione della riserva. Ciò spiega la tachicardia e il senso di stanchezza della gestante.
Ne consegue, dunque, che l’attività fisica deve essere moderata; è meglio invece sospenderla del tutto quando si verifica una minaccia d’aborto o di parto prematuro: anche il solo camminare dopo la 16ma settimana di gestazione, in questi casi, può determinare contrazioni uterine.
Consiglio sane camminate dopo la 38ma settimana, perché favoriscono con la distensione del segmento uterino inferiore e la preparazione del collo dell’utero. L’attività sportiva migliore in gravidanza e’ il nuoto, se praticato con moderazione.
Anche la funzione respiratoria si modifica, sin dal primo trimestre, favorendo la pratica sportiva: il volume d’aria scambiato a ogni atto respiratorio incrementa del 40 per cento, e la capacità di diffusione polmonare durante l’esercizio aumenta grazie alla dilatazione dei vasi capillari.
E’ evidente come le modificazioni di cuore e polmoni siano utili per l’embrione e successivamente per il feto: alla placenta arriva sangue ben ossigenato, mentre l’anidride carbonica è facilmente allontanata.”

C’è un momento in cui la donna deve essere prudente?

“Un’attenzione maggiore è richiesta alla donna nell’ultima fase della gravidanza, a causa dell’aumentato lavoro del cuore e, naturalmente, dell’incremento di peso e del volume corporeo.
L’aumento di massa corporea rappresenta un sovraccarico progressivo nel caso di attività fisiche come camminare, correre o salire le scale. La capacità di muoversi della donna si riduce e si verifica un cambiamento nel centro di gravità corporeo, con un’accentuazione della lordosi e uno sbilanciamento in avanti. Questa situazione, associata al rilassamento dei tessuti e a una maggiore debolezza delle articolazioni, espone al rischio di traumi. Si raccomanda, dunque, di portare scarpe basse e senza tacco.”

Quali sono i possibili effetti negativi dell’attività fisica materna sul feto?

“Un’attività fisica eccessiva da parte della madre potrebbe consumare troppo ossigeno e nutrimento, causando una riduzione dell’afflusso di sangue alla placenta, un ridotto apporto di glucosio al feto oppure una situazione di ipertermia fetale.”

Quali sono le linee guida per chi voglia praticare attività fisica in gravidanza?

Per una donna fisicamente attiva, in buona salute, senza disturbi cardiaci e con un decorso di gravidanza normale, sicuramente si possono consigliare 30-40 minuti al giorno di attività fisica a bassa intensità e di tipo aerobico, come possono essere per esempio le passeggiate, il nuoto e la ginnastica dolce; in questo modo si evitano gli effetti negativi menzionati.
Qualsiasi sia il tipo di attività svolta, la regola principale è naturalmente quella di non eccedere e procedere con buon senso.
Fino alla 6° settimana di gestazione, l’utero si trova protetto dai traumatismi diretti. Dall’inizio del 3° mese fino alla fine del 7° mese, si può ancora svolgere un’attività fisica moderata che, a partire dall’8° mese, dovrà essere sostituita da esercizi per la respirazione e di rilassamento.
Dopo il 4° mese di gravidanza bisogna evitare esercizi a terra in posizione supina, che provocano la compressione della vena cava inferiore da parte dell’utero e ostacolano il ritorno del sangue al cuore. Ciò può condurre, in casi estremi, alla “sindrome ipotensiva supina”, caratterizzata dal rallentamento del battito cardiaco della madre e da sofferenza fetale.
Un’altra eventualità da considerare è la ridotta dispersione termica in caso d’esercizio prolungato in ambienti troppo caldi, con conseguente ipertermia fetale, una condizione in grado di influire negativamente sullo sviluppo del sistema nervoso del feto. Pertanto si consiglia, soprattutto nel primo trimestre di gestazione, di effettuare attività fisica nei momenti freschi della giornata, cercando di reintegrare bevendo molto l’acqua che si espelle con la traspirazione. Il nuoto è, naturalmente, lo sport maggiormente consigliato durante i mesi caldi. Infine, è importante anche reintegrare le calorie che si consumano con l’esercizio fisico.

L’attività sportiva praticata durante la gravidanza può avere influenze anche sul parto?

Una regolare attività fisica di tipo aerobico è, in generale, in grado di prevenire i disturbi circolatori e di postura che affliggono la gestante, di contrastare l’aumento di peso e di mantenere in buona condizione l’apparato cardiovascolare.
Per quanto riguarda specificamente il parto, ci sono vantaggi e svantaggi: una muscolatura addominale allenata favorisce la progressione del feto nel canale da parto ma il perineo, più spesso e resistente, ne ostacola l’ultima fase di espulsione; in questi casi si pratica l’episiotomia.
Un vantaggio da non sottovalutare è invece il fatto che l’attività fisica svolta in gravidanza riduce la percezione del dolore durante il travaglio grazie alla secrezione costante, per tutto il periodo della gestazione, di beta-endorfine, sostanze in grado di innalzare la soglia personale di tolleranza al dolore.”

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