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Apparato respiratorio

Polmoni, a cosa serve la spirometria?

10/12/2017

Un test di facile esecuzione che fornisce preziose informazioni sullo stato di salute dell’apparato respiratorio è la spirometria. In quali casi si ricorre a questo tipo di esame? Ne abbiamo parlato con gli specialisti di Humanitas.

Come si esegue

La spirometria è un esame di funzionalità respiratoria non invasivo e indolore. Chi vi si sottopone espira in un boccaglio posto all’estremità di un tubo collegato a un macchinario, lo spirometro, che misura diversi parametri. Spesso il test comincia con una profonda inalazione seguita da un’espirazione effettuata compiendo uno sforzo massimale. Una molletta impedirà il passaggio dell’aria dal naso.

Non ci sono delle indicazioni particolari previa esecuzione di un esame spirometrico, naturalmente si consiglia di non effettuare sforzi eccessivi subito prima dell’esecuzione dell’esame e, se possibile, sospendere la terapia inalatoria in atto nelle 24 ore precedenti il test.

La spirometria è sconsigliata qualora esista una condizione di instabilità emodinamica (angina pectoris o infarto miocardico recente), recenti interventi chirurgici toracici o addominali, recente pneumotorace. La presenza di emottisi in atto o nausea e vomito controindica l’esame. Infine l’esame non è valutabile se il paziente è poco collaborante o comunque non in grado di seguire le indicazioni dell’operatore.

In alcuni casi, per una valutazione più completa della funzione respiratoria, alla spirometria semplice possono seguire ulteriori test allo scopo di valutare ulteriori parametri. Al soggetto si potrà richiedere ad esempio di assumere un farmaco che possa aiutare i bronchi a dilatarsi prima di soffiare nel tubo. In questo modo si potrà valutare la funzione polmonare prima e dopo l’assunzione del medicinale.

Tosse e ostruzione toracica

I test potranno essere eseguiti anche all’interno di una cabina: in questo caso si parla di spirometria con tecnica pletismografica e, rispetto alla spirometria semplice, si potrà valutare non solo quanta aria viene emessa durante un’espirazione forzata (i cosiddetti volumi dinamici) ma anche i volumi statici, espressione di quanta aria rimane intrappolata nei polmoni dopo uno sforzo massimale.

Il medico può richiedere una spirometria se il paziente lamenta tosse cronica, affanno da sforzo e a riposo, episodi di broncospasmo, sintomatologia respiratoria notturna, sensazione di costrizione toracica, può avere indicazione all’esecuzione della spirometria.

A cosa serve

La spirometria può aiutarci a rispondere ad importanti quesiti clinici: la dispnea del paziente è di origine polmonare o cardiaca? Il paziente con tosse cronica può avere un asma bronchiale? L’obesità del paziente può condizionare la funzionalità polmonare? La dispnea del paziente può essere causata da un’alterazione dei muscoli respiratori? Qual è il rischio chirurgico? Il trattamento farmacologico è di aiuto al paziente?

Con la spirometria da sola, tuttavia, non è possibile effettuare diagnosi di patologie quali, ad esempio, la fibrosi polmonare o l’enfisema. I risultati dell’esame devono sempre essere valutati alla luce della storia personale del paziente, dell’esame obiettivo, talvolta della Radiografia o della TC del torace. In alcuni casi è comunque talmente caratteristica da permetterci di formulare una diagnosi precisa (ad esempio nel caso delle patologie tracheali o delle alte vie respiratorie).

I risultati

Dalla spirometria possono essenzialmente emergere due tipi di alterazioni: un deficit ventilatorio ostruttivo, in cui l’ostruzione bronchiale determina una riduzione dell’aria emessa durante l’espirazione forzata e conseguente intrappolamento d’aria nei polmoni, è quello che vediamo ad esempio nei pazienti asmatici o nei bronchitici cronici; un deficit ventilatorio di tipo restrittivo in cui l’aria emessa è ridotta ma in cui la causa è da ricercarsi al di là dell’albero bronchiale, è il caso della fibrosi polmonare, ma anche delle patologie neuromuscolari o dell’obesità.

Oltre che per la diagnosi, il test potrà essere eseguito per valutare l’evoluzione delle patologie diagnosticate. La spirometria è un importante strumento di monitoraggio, sia nelle patologie ostruttive (quali asma e broncopneumopatia cronico ostruttiva) dove ci permette di osservare come la sintomatologia respiratoria correla con la funzionalità polmonare, di verificare gli effetti della terapia in atto, sia in soggetti a rischio per esposizione ambientale/occupazionale, nei pazienti affetti da malattie neuromuscolari, interstiziopatie, nel follow-up di pazienti trapiantati.

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