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Cuore e sistema cardiovascolare

Aterosclerosi, anche il calcio può accumularsi sulle pareti delle arterie

20/11/2017

Non solo grasso e colesterolo. Le arterie coronariche, i grossi vasi che portano il sangue al cuore, possono essere “aggredite” anche dal calcio. Il minerale, depositandosi sulle pareti di questi vasi sanguigni, può alimentare il processo aterosclerotico e ostacolare l’afflusso di sangue al muscolo cardiaco: «La calcificazione delle arterie rappresenta un elemento che contribuisce a predire la malattia coronarica e fornisce ulteriori informazioni sullo stato del sistema cardiovascolare rispetto ai tradizionali fattori di rischio», aggiunge il dottor Giulio Stefanini, ricercatore universitario in Cardiologia di Humanitas University.

Il calcio

Il 99% del calcio che viene introdotto con la dieta va a depositarsi nelle ossa e nei denti con il restante 1% che invece va a dissolversi nel sangue. Se l’equilibrio tra il calcio e alcune sostanze chimiche si altera ecco che il minerale si deposita nei tessuti tra cui i polmoni, i reni, il cervello e, per l’appunto, le arterie.

La calcificazione delle arterie è un esempio comune dell’alterazione del meccanismo regolatorio del metabolismo del calcio ed è una componente della malattia aterosclerotica: «Difficilmente la calcificazione delle arterie si manifesta in età giovanile mentre è più comune in fasce d’età più avanzate. Associandosi all’aterosclerosi coronarica – sottolinea il dottor Stefanini – non fa altro che incrementare in maniera significativa il rischio di malattia coronarica. Inoltre la presenza di calcio nelle coronarie si associa a quella di grasso e colesterolo mentre non sempre si verifica lo scenario opposto».

 

 

Lo scan per le coronarie

La valutazione del rischio cardiovascolare può passare, dunque, anche dalla rilevazione della quantità di calcio nelle coronarie: «Di per sé la calcificazione delle arterie non è una patologia, bensì una “bandierina” che segnala la presenza di malattia aterosclerotica. Per definire ulteriormente il profilo di rischio di malattia cardiaca è possibile servirsi di un esame con cui misurare la quantità di calcio presente: la Tac coronarica a bassa dose», ricorda l’esperto.

Il test fornisce il cosiddetto calcium score: «Si tratta di un punteggio di rischio: maggiore è questo punteggio maggiore sarà la probabilità di avere una malattia cardiaca: il medico può richiedere ulteriori esami come una coronarografia per vedere se le placche aterosclerotiche determinano una restrizione importante del vaso. Una consistente calcificazione dei vasi complica il trattamento con angioplastica della stenosi coronarica e può richiedere un intervento di “pulizia” delle arterie calcificate con la rotoablazione».

La calcificazione delle arterie rilevata dalla Tac rappresenterà infine un ulteriore motivo per rivedere il proprio stile di vita che influenza il rischio cardiovascolare con riferimento, per esempio, al fumo di sigaretta, all’ipertensione, alla dieta squilibrata: «Intervenendo su tutti i fattori di rischio si potrà anche incidere sulla calcificazione dei vasi sanguigni», conclude lo specialista.

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