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Intestino e digestione

Sindrome colon irritabile, anche i probiotici per controllare i sintomi?

18/10/2017

Dolori addominali e alterazioni della regolarità intestinale sono i due tratti distintivi della sindrome del colon irritabile, uno dei disturbi gastrointestinali più diffusi nella popolazione generale. Per migliorare i sintomi di questa condizione si può anche ricorrere a una dieta specifica, la dieta “low FODMAPs” (oligosaccaridi fermentabili, disaccaridi, monosaccaridi e polioli), che prevede l’esclusione di cibi contenenti molecole che normalmente vengono fermentate dall’azione dei batteri intestinali, producendo gas. Ma sempre per lo stesso scopo potrebbe essere utile assumere dei probiotici? L’abbiamo chiesto agli specialisti di Humanitas.

 

L’intestino irritabile

La sindrome del colon irritabile si può manifestare principalmente in tre forme caratterizzate da una alterata funzione intestinale. Il paziente può presentare diarrea, e quindi una maggiore frequenza del numero delle evacuazioni o una ridotta consistenza delle feci; stitichezza, quando l’intestino è “pigro” e il paziente ha difficoltà ad evacuare; oppure una forma mista, con una alternanza di stipsi e diarrea. In generale i sintomi più frequenti sono il gonfiore, i crampi addominali e il meteorismo. Questi disturbi può interferire con lo svolgimento delle normali attività quotidiane delle persone affette e la sua riacutizzazione può essere scatenata anche da stress psico-fisico e ansia.

Tuttavia i sintomi tipici della colite si possono controllare – sempre seguendo le indicazioni del medico curante – con delle variazioni nella dieta. La dieta a basso contenuto di FODMAPs è ormai entrata nella pratica clinica per la gestione del colon irritabile, e richiede l’esclusione temporanea di alimenti che contengono degli zuccheri altamente fermentabili dalla flora batterica intestinale. Questi carboidrati sono contenuti in diverse categorie alimentari, dalla frutta alla verdura, dai cereali ai derivati del latte.

 

Microbioma e colon irritabile

È stato dimostrato in numerosi studi che la sindrome del colon irritabile è associata a una alterata composizione del micriobiota intestinale. Il rapporto, cioè, tra batteri cosiddetti “buoni” e quelli “cattivi” non è corretto. Nei pazienti con sindrome del colon irritabile è stata dimostrata una maggiore concentrazione del batterio Metanobrevi smithii, produttore di metano che agisce anche sul transito intestinale e una minore quantità di Lattobacilli e Bifidobatteri, che favoriscono l’integrità dell’epitelio intestinale e hanno una azione anti-infiammatoria.

Una dimostrazione del coinvolgimento del microbiota nella patogenesi della sindrome del colon irritabile è data dal fatto che i sintomi del colon irritabile si sviluppano dopo un singolo episodio di gastroenterite in circa il 10% dei soggetti. In genere si tratta di soggetti con una perfetta funzionalità intestinale, che dopo la risoluzione di un’infezione batterica da Salmonella, Shighella o Campylobacter, dopo quindi una significativa alterazione dell’equilibrio del microbiota intestinale, manifestano i sintomi del colon irritabile. Così come le infezioni, anche l’utilizzo degli antibiotici può alterare la flora batterica intestinale e favorire lo sviluppo di un colon irritabile.

I probiotici, modificando la flora batterica, possono ridurre i sintomi del colon irritabile. In particolare Lattobacilli e Bifidobatteri, grazie alla capacità di resistere agli acidi gastrici e ai sali biliari, possono migliorare la sintomatologia di questi pazienti grazie anche alle loro proprietà anti-infiammatorie. I probiotici vengono utilizzati nelle forme diarroiche di sindrome dell’intestino irritabile, ma in associazione con i prebiotici (in particolare fibre solubili come lo psyllium o la gomma di guar idrolizzata) sono utili per ridurre la stitichezza nelle forme con prevalente stipsi o nelle forme miste. Non sono tossici per l’organismo e non presentano effetti collaterali a lungo termine, ma in genere si consigliano terapie a cicli per riequilibrare la flora batterica intestinale.

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